Settembre è infine arrivato e uno dei temi maggiormente discussi nel dibattito politico e sui media in questo periodo è proprio quello delle modalità di riapertura delle scuole di ogni ordine e grado. Si ricomincia sicuro, ma come? L’ interrogativo nasce dall’esigenza di adattare la didattica alla situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, declinando lo sguardo nell’ottica di una Scuola chiamata ad essere sempre più resiliente.
Anche l’Ateneo ferrarese, tra le eccellenze italiane da sempre, ha discusso a lungo la tematica: lo scorso 3 agosto è stato presentato il sistema di dispensa alle lezioni adottato da Unife, che garantirà l’attività didattica di tutte le lauree triennali, magistrali e magistrali a ciclo unico in modalità mista. Le lezioni saranno video-registrate o erogate in streaming.
Come di consueto, ad inizio ottobre, inizierà formalmente l’anno accademico 2020-2021 e le matricole, abituate agli orari delle superiori, dovranno prendere confidenza con la nuova scansione temporale delle lezioni e delle cosiddette sessioni d’esame. Soprattutto per le matricole, infatti, i primi mesi di università sono fondamentali per vivere la realtà accademica, per creare legami e conoscere i professori. Pertanto, Unife, per gli studenti iscritti ai primi anni, organizzerà approfondimenti didattici in presenza su argomenti svolti durante le lezioni on-line, consentendo così agli studenti di interagire con il docente e fra loro. Per gli altri anni, di ogni corso di studi, le attività di didattiche saranno svolte con modalità a distanza, seguite da approfondimenti didattici (se possibile in presenza o in alternativa in streaming). Tali approfondimenti periodici saranno calendarizzati sulla base delle peculiarità delle discipline e potranno essere dedicati a chiarimenti, approfondimenti o focus group.
“Considero questa modalità di erogazione alla didattica un’opportunità per attivare un progetto estremamente innovativo e sperimentale” – afferma Giorgio Zauli, Rettore di Unife. Per quanto riguarda le tasse universitarie, oltre alla NO tax area per ISEE fino a 23.000 euro (andranno quindi corrisposti soltanto 156 euro), è confermata la riduzione delle tasse anche per gli ISEE fino a 50 mila euro. Aiuti specifici sono previsti per studenti in difficoltà economica a seguito del COVID-19 e studenti caregiver. È inoltre riconosciuto, nel Decreto Rilancio, un forte incremento del fondo delle borse di studio.
“Non posso che essere d’ accordo con le scelte adottate dall’ Ateneo”, racconta Edoardo Manfra, presidente di Azione Universitaria. “Sin dal principio dell’emergenza sanitaria Nazionale, ho apprezzato la prontezza del Rettore nel chiudere tutte le facoltà per tutelare studenti e famiglie. La soluzione di contingentare i momenti in presenza per l’anno accademico 2020-2021 risulta anch’essa adeguata al contesto, oltre che inevitabile, per via degli spazi e delle esigenze sanitarie”.
Tra le novità ci sarà anche una nuova disposizione degli spazi didattici e un sussidio medico a disposizione degli studenti fuorisede, anche per supporto di tipo psicologico. “Il quadro generale è in divenire e in continuo mutamento quindi, rivolgendomi principalmente ai fuori sede, il mio consiglio è proprio quello di vivere la città, il tessuto culturale e sociale, prendere contatti con i compagni e professori, poiché i momenti in presenza ci saranno e soprattutto perché, di fatto, l’università resta un’esperienza dal vivo.” – afferma ancora Manfra.
Taherian Parsa, è un rappresentante degli studenti della Laurea Magistrale in Economics, management and policies for global challenges di Economia, oltre che membro dell’Associazione Universitaria Link Studenti Indipendenti, che mira a portare in Università i valori dell’inclusione, dell’antirazzismo, del femminismo e di costruire una società fondata sui diritti e sulla scelta politica.
Taherian è riuscito ad organizzare, nel rispetto delle precauzioni igienico-sanitarie vigenti, una cerimonia di proclamazione per gli studenti che si sono laureati in questi mesi e che, a causa dell’emergenza sanitaria, hanno dovuto farlo dietro ad uno schermo: “La nostra iniziativa nasce dalla volontà di rendere merito ai neolaureati, i quali dopo un percorso impegnativo, fatto di studio e sacrifici, hanno il diritto di essere proclamati in presenza, vedendo conferita alla propria Laurea la dignità che le spetta. La mia speranza è che possa migliorare la situazione generale e che si possa arrivare ad un numero ancora maggiore di incontri e momenti di confronto in presenza, per tutti i corsi di laurea”.
Ma a fronte di ciò che propone Unife e Associazioni studentesche, come stanno reagendo gli studenti? In base a una ricerca sulle principali piattaforme socia, nei gruppi studenteschi emergono pareri discordanti.
Jessica scrive: “Sto frequentando una magistrale a Ferrara e ho davvero la possibilità di seguire molte lezioni online, il ché è utile per chi come me nel frattempo lavora, in più si ha la possibilità di personalizzare il proprio percorso di studio!”.
Più critica Marta: “Da quando hanno tolto il numero chiuso a Biotecnologie e Biologia ad Unife, gli iscritti hanno continuato ad aumentare anno dopo anno e, siccome gli Atenei non dispongono di spazi sufficientemente grandi e attrezzati per accogliere così tanti studenti, hanno previsto lezioni streaming. Quindi, al di là del Covid, già da tempo alcune facoltà di Unife si organizzano sia con lezioni in presenza, che online. E hanno pure difficoltà nel strutturare laboratori pratici per tutti gli studenti, fondamentali tra l’altro per lauree scientifiche e tecniche!”
Francesca: “Io trovo questa modalità come la più gestibile, o comunque, la più sicura. Poi ci sono aule studio e biblioteche sempre aperte, alcuni spazi sono stati anche ampliati. Pensate che alcuni Atenei, tra cui quello di Giurisprudenza, è aperto agli studenti anche alla sera! Le occasioni di confronto e conoscenza secondo me ci saranno eccome!”
Quello a cui assisteremo nei prossimi mesi sarà sicuramente una modalità di insegnamento alternativa, se non altro, più nuova. In ogni caso, si farà come si è sempre cercato di fare: basandosi sulla collaborazione e sul dialogo tra studenti e Comune. Poiché, prima di tutto, lo studente è anche cittadino e in quanto tale appartiene ad una comunità ancora più ampia.
D’altronde, l’Università è, e resterà sempre, “Universitas” e quindi corporazione, insieme, totalità, nonostante i limiti di questo periodo.