Verso la fine di una breve ma intensa conversazione telefonica Maximilian Law, fondatore e direttore del progetto Ferrara Film Festival parla del suo amore per Christhoper Nolan, regista passato dall’essere un autore di culto (Memento, The Prestige) a regista di blockbuster (i due Batman, quelli del Joker di Heath Leger) fino ad una ideale trilogia di blockbuster d’autore (Inception, Dunkirk, Interstellar) culminata nel recentissimo Tenet, molto semplicemente il film che avrebbe dovuto salvare il cinema, nell’anno del Covid.
Un regista il cui percorso ruota intorno ad alcune tematiche di base, di cui una assolutamente centrale: il tempo.
E proprio Tenet si basa essenzialmente sul concetto di due realtà condivise, due linee temporali parallele che possono influenzarsi a vicenda.
E siamo a questo articolo: perchè in una realtà alternativa avevamo pensato quest’anno di passare un paio di serate a viverlo, questo Ferrara Film Festival, per poterlo raccontare, respirare. Equilibrarne il racconto (che si muove tra premi, feste esclusive, il red carpet, ospiti) e la realtà percepita, che contrappone comunque una selezione di film ed eventi connessi in crescita ma ovviamente non a livello, banalmente, della lunga sfilata di star del Festival di Venezia e più vicina ad una piccola cittadina che non ad un evento di richiamo nazionale o internazionale.
E Ferrara ce li ha quei momenti in cui diventa il piccolo centro del mondo o cerca almeno di raccontarlo eppure questo Festival è ancora una creatura un pò sfuggente, come certi dettagli dei film di Nolan, di cui hai il quadro d’insieme, ne rimani colpito, ma in fondo pensi di dover cogliere ancora qualcosa, di doverne trovare una sintesi equilibrata.
Abbiamo cercato di trovare un incontro, così, tra la realtà che avremmo provato a respirare, e quella che Maximilian Law ha provato a raccontarci.
Dopo questi cinque anni come vedi il percorso di questo festival? Come si presenta il Ferrara Film Festival quest’anno?
Intanto, prima di altre cose, vorrei dire quanto per me sia sempre un piacere l’idea di riportare qualcosa a Ferrara, la mia città natale. Questi cinque anni iniziano ad essere un percorso importante, siamo tutti consci di quanto possa essere facile iniziare un progetto e quanto poi sia complicato proseguirlo, in particolare cercando di migliorare sempre e ampliare l’offerta con inventiva, di anno in anno.
Al termine di questo percorso arriviamo ad una edizione ovviamente complessa ma che giovedì ha portato ospiti piuttosto importanti come Nastassja Kinski (un Golden Globe con “Tess” di Roman Polanski”) e Alessandro Haber (oltre cento film sotto la regia di Pasolini, Tornatore, Bertolucci e molti altri) che hanno ricevuto il Dragone D’oro alla Carriera nella serata di giovedì (insieme a Bille August per la regia, nella domenica che andrà a concludere l’evento).
Ringrazio sempre la città di Ferrara che mi ha inizialmente dato carta bianca e con cui prosegue negli anni un percorso di lavoro e soddisfazione per questo Festival.
A livello di pubblico come ti sembra sia la percezione all’interno della città? Perchè in fondo il festival è ancora un evento percepito come nuovo, che si sta costruendo.
Quest’anno è stato un pò un giro di boa per noi: non viene più percepito, come era sicuramente fino alla terza edizione in particolare, come un evento nuovo, ma già dall’anno scorso abbiamo sentito una certa familiarità con il nostro nome e con quest’anno sicuramente abbiamo avuto la sensazione di non dover più spiegare chi siamo, ricevendo anzi diverse manifestazioni d’interesse da parte di altre realtà che cercavano la nostra collaborazione.
Come vedi questo momento storico per il cinema? Sappiamo che s’incastra, questa pandemia in un momento già di grandi cambiamenti per il cinema, con le piattaforme di streaming in ascesa, le serie tv come fenomeno di costume. In un anno così difficile per le sale, come vedi lo scenario futuro del cinema e del Festival stesso?
Da parte mia e come Festival noi crediamo nell’esperienza cinematografica in sala: fare questa edizione per noi è stato uno sforzo incredibile, con due rinvii (il festival era previsto per Maggio, Nda) e ha portato alla scelta necessaria di condensare le proiezioni ai soli film vincitori nelle varie categorie; ma di base il film, nella nostra visione va vissuto in sala e solo successivamente nelle sue altre forme.
Un discorso che sento vicino a quello che che considero il mio modello di riferimento, Christopher Nolan che in primis sostiene e supporta la causa dei film visti nelle sale cinematografiche da diversi anni.
Noi abbiamo cercato di rimanere su questa stessa politica, con il pensiero che nessuna esperienza domestica possa replicare ciò che una sala cinematografica può dare.
Ultima domanda: proprio prima della proiezione di Tenet abbiamo visto l’evocativo trailer di questa edizione del Festival. Come nasce e per curiosità cosa ne pensi di Tenet stesso, visto il dibattito che ha generato?
L’ho trovato un film fantastico e con la particolarità di dovere essere visto più di una volta: non è un film per tutti, nonostante possa attrarre molti spettatori che cercano il film spensierato. Ed è un film che va assolutamente. visto al cinema.
Abbiamo fatto questo accordo con la catena Cinepark per proiettare il trailer di cui parlavi, che racchiude il simbolo della rinascita, l’importanza di ripartire e di non mollare mai: tutto questo rientra nella politica di stimolare il rientro al cinema.
Per quanto riguarda i film, tutti i film che saranno proiettati li ho trovati diversi ma ugualmente interessanti: consiglio assolutamente di dedicarsi a tutti e cinque gli spettacoli con le 13 pellicole tra corti e film che verrano presentati.
Per la prossima edizione abbiamo in mente grandi progetti.
E l’anno prossimo, Maximilian, ci diamo appuntamento, per riunire le realtà e raccontare un pò il festival da dentro: è una promessa.
D’altra parte è lo dice Nolan in “Tenet”: non cercare di capirlo, sentilo.
Info: Ferrara Film Festival: 17 – 20 Settembre.