Un cambiamento culturale è qualcosa che avviene per definizione lentamente: cambia il modo di pensare, il linguaggio, le azioni.
Ad esempio: “birretta” è una parola terribile per Davide Franchini, la mente dietro al festival “Acido Acida: Ferrara Beer Festival” che torna a settembre, e gestore de “Il Molo“, noto pub nel centro cittadino.
Una parola terribile, perchè manifesta poca importanza per qualcosa che ha ormai una cultura radicata, in rapida espansione e soprattutto mai uguale a sè stessa: è nell’incrocio con la natura che prende forma il sapore e come ogni alimento non industriale non è mai perfettamente uguale.
Un altro esempio: “dicono che la birra piccola è qualcosa di vergognoso, ma è assolutamente sbagliato, perchè i formati più piccoli, in particolare in un festival come il nostro consentono di degustare più tipologie senza ovviamente avere conseguenze per la salute. E ci sono birre acide, dal sapore veramente forte che pensarle in un formato abbondante è veramente poco verosimile”.
È un anno difficile questo, per gli eventi che coinvolgono la presenza di persone e Acido Acida non fa eccezione.
“Bisogna capire che nel nostro percorso c’è la conoscenza singola di tutti i birrifici, che incontriamo di persona all’Indy Man Beer Festival (a Manchester in ottobre) e con cui stringiamo accordi di collaborazione e importazione dei prodotti, in diversi casi realizzati appositamente per il nostro festival” – ci racconta Davide.
“Quest’anno avevamo già pronto gran parte del nostro percorso quando è arrivata l’emergenza sanitaria e abbiamo dovuto ripensare un pò a tutto, per quanto non ne sia dispiaciuto fino in fondo. La necessità di eliminare la parte di musica dal vivo e di avere una capienza che consenta il distanziamento sociale ci ha portato ad una divisione in fasce orarie che consentirà di concentrare l’esperienza su quello che è il prodotto”.
E la birra, ci spiega, è un prodotto, alimentare e su cui c’è una responsabilità: in termini di produzione, conservazione, erogazione.
E che sta mutando e contaminandosi.
“Quest’anno l’elemento che trovo più incredibile è la presenza di diverse birre prodotte in bottaia, tecnica che consiste nel conservare e arricchire la birra in botti di legno con la possibile aggiunta di elementi naturali fino al momento in cui, grazie a figure professionali di matrice anche scientifica (come un chimico) si ottiene un prodotto assolutamente incredibile e sempre diverso”.
In qualche modo la birra segue anche linee parallele con il mondo odierno: spicca infatti la presenza della Collective Arts Brewing canadese, che è un collettivo artistico e non solo un birrificio, che unisce performance, arte e musica.
O ancora le storie di foraging, una delle più recenti tendenze che uniscono birra e rispetto della natura, grazie all’utilizzo di materie prime trovate solo ed esclusivamente durante le proprie ricerche in luoghi aperti e senza mai utilizzare le intere piante: una birra sostenibile e rispettosa dell’ambiente di cui posso già dire che avremo il pionere di questa tecnica presente al festival. (qui trovate un approfondimento generale sul foraging)
Un ospite, infine, annunciato in questi giorni: Hell Sandro, artista di Street Art che si racconterà e che affronterà il tema dell’arte di strada e di cosa voglia dire includerla in un museo (noi su Banksy abbiamo scritto questo).
“Non è una edizione al ribasso, tutt’altro: abbiamo contatti e collegamenti con tutta Italia e se l’anno scorso abbiamo raggiunto le cinquemila presenze, quest’anno potenzialmente siamo in grado di ospitarne seimila, se tutte le fasce orarie della tre giorni, sempre ospitato nel Chiostro di Santa Maria della Consolazione, risultassero esaurite.
Ed il Festival ha un progetto internazionale: siamo l’unico festival dedicato alle birre di una sola nazione, con i tre centri polari di Londra, Bristol e Manchester e una apertura che abbiamo fatto agli Stati Uniti e ovviamente all’Italia, per chi avesse un progetto di livello sulla birra. Allo stesso tempo saremo la terza tappa del campionato italiano della birra per gli homebrewers, ovvero coloro che fanno una produzione in proprio: mica poco per noi che siamo solamente alla settima edizione.”
Da oggi è disponibile la piattaforma di prenotazione del festival, gratuita e che consente di scegliere le giornate e la fascia oraria in cui essere presenti: la sensazione è che non ci sia da aspettare troppo per registrarsi. Il festival sarà come detto al Chiostro di Santa Maria della Consolazione, in via Mortara, 98, il 4, 5 e 6 settembre.
Una pinta di birra è un pasto da re.
William Shakespeare