Dietro ad una tenda chiara si intravede il candore della sala vuota. La perfezione essenziale dello spazio di corso Porta Reno 45 ricorda una vera pagina bianca. Un nuovo inizio. Cloister archivia il capitolo dell’attività ibrida per dedicarsi pienamente ed unicamente all’arte. I vivaci colori dei prodotti per capelli lasciano spazio al bianco asettico dell’affascinante scatola sgombra che mi trovo davanti. Uno stile minimale, con qualche dettaglio industriale (mi sono innamorata dei lampadari in cemento): lo spazio non è cambiato troppo, eppure non sembra assolutamente più lo stesso. Più spazioso, più fresco, profuma di desideri divenuti realtà e di pulito. Nessuna stretta di mano, mascherina ben indossata, incontro Alessandro, fondatore di Cloister, che oggi è tornato sui suoi passi senza rimorsi – e i suoi occhi increspati confermano la presenza di un sorriso.
Alessandro Davì continua ad essere il capitano di questa elegante nave, varata nel 2015, ma ha deciso di affidare il timone a nuove figure professionali. “Cloister ha chiuso dopo Festival Yume, a maggio del 2019 – racconta Alessandro -. Dopo un paio di mesi ci ha contattati un frequentatore del nostro spazio che ha voluto farci pervenire un’importante donazione per permetterci di riaprire la galleria”. Questo mecenate non è l’unico ad aver intravisto le potenzialità dello spazio artistico: Cloister è stato capace di farsi notare in pochi mesi dalla città di Ferrara, e non solo, con la sua variegata proposta culturale, ma anche con il suo insolito connubio tra bellezza artistica e bellezza estetica. “L’attività commerciale, legata ai prodotti per capelli, teneva in piedi la galleria – continua Davì -. Lo spazio espositivo veniva concesso gratuitamente agli artisti ai quali chiedevamo però di donarci un’opera. Le opere raccolte sono state battute ad un’asta benefica. Poi l’attività commerciale non ha retto la crisi e abbiamo dovuto prendere la decisione di chiudere”.
Attraversiamo lentamente il piano terra, tra qualche dipinto in attesa dell’allestimento, con la cautela tipica di questo periodo. E oggi? Da dove riparte Cloister? “Adesso cambierà tutto. Abbiamo davanti 230 metri quadri di spazio espositivo. Continueremo a permettere agli artisti di utilizzare lo spazio in forma gratuita, e chiederemo un’opera in dono, ma avremo anche la possibilità di promuovere la vendita dei loro lavori. L’ingresso sarà comunque riservato ai soci: Cloister oggi è un’associazione culturale”. Un nuovo consiglio direttivo ha come presidente Simona Ivonne Milanesi e come vice il nostro Paolo Pallara, già precedentemente membro del team di Cloister.
Assieme alle parole di Alessandro, nella mia mente inizia a comporsi l’allestimento: “L’inaugurazione è prevista per venerdì 5 giugno, alle 18.30, solo su invito. Ad aprire le danze sarà ‘Nascere’ di Sergio Zanni. Zanni è un patrimonio un po’ nascosto della nostra città. Un creatore di mondi poetici, di personaggi borderline, nostalgici, soli, stranamente quieti; bloccati nell’innaturale limbo del materiale plastico. Tra sculture e dipinti, un assaggio da centellinare. ‘Nascere’ è sicuramente un titolo azzeccato per questa ripartenza al gusto di rinascita. In questo periodo, che ha tristemente decretato il tramonto di tante attività, questa ripartenza sembra una grande vittoria. Alessandro mi confida che Cloister era già pronto ad aprire le sue rinnovate porte poco prima del lockdown, ma fortunatamente l’attesa non ha consumato le energie dello staff.
Alessandro continua a ripetermi di non essere un professionista del settore: “…avremo un direttore artistico, una persona preparata e di mestiere: non come noi che siamo sempre stati mossi solo dalla passione”. Io continuo a pensare che se tutti i professionisti veri potessero contare sulla sua dedizione, il mondo dell’arte sarebbe più sano e coinvolgente. Intanto saliamo al primo piano. Una stanza oscurabile ospiterà la videoarte, poi un suggestivo corridoio in vetro e un’ultima sala che si affaccia sulla discussissima via Gobetti. “Riapre anche l’Enoteca – mi informa felicemente Alessandro -. I ragazzi di Casa Camilla ne hanno preso la gestione e ripartiranno assieme a noi”. Al di là di polemiche e colori politici (anche perché si tratta di buongusto e non di politica), il mio sguardo si perde oltre la vetrata, tra le enormi potenzialità della piazzetta di via Gobetti. Difficile far ragionare alcune catene nazionali di negozi affinché si interessino all’argomento, ma resta comunque triste vedere le trasandate vetrine cieche dei retrobottega, proprio accanto alla bella distesa curata dell’enoteca, voluta a suo tempo da uno speranzoso Alessandro.
Ci perdiamo in chiacchiere sulla città. Perché proprio a Ferrara? Non voglio dire che la nostra bellissima città non sia il luogo più adatto per ospitare una galleria di tale levatura, ma questo spazio ha un sapore milanese. “Ferrara è la mia città e non avrei voluto pensare questa attività altrove. Anche i nuovi membri del consiglio direttivo si sono innamorati della città”. In effetti, mi trovo a riflettere, Ferrara rende lo stile milanese molto meno freddo se lo si legge nel contesto.
Scultura, pittura, fotografia e videoarte si susseguiranno nel palinsesto di Cloister. La nuova direzione artistica si spingerà oltre i confini nazionali, ma saprà portare a due passi dalle nostre abitazioni anche importanti nomi dell’arte contemporanea italiana. Nel nuovo team farà capolino anche un giovane regista ferrarese del quale scopriremo presto l’identità. Ritorna sempre questo bel legame con la città. “Saremo aperti e felici di essere coinvolti in attività sul territorio” parole che hanno sempre un valore, per una Ferrara che vive di cultura, ma anche di un mosaico molto dettagliato di associazioni, di piccole e grandi reti.
Triste tornare sempre a ribadire in quale situazione di difficoltà il lockdown ci abbia trascinati, ma è anche amaramente positivo che finalmente ci si senta di avere bisogno dell’appoggio di qualcuno. Una brutale lezione di solidarietà che speriamo nessuno dimentichi mai.
Tra aneddoti su Zanni, professore di mia mamma alle superiori, e rinnovati complimenti al lampadario in cemento, saluto Alessandro. La nostra città ha un nuovo gioiello. Ora mi toccherà spulciare tra i copri-mascherina per trovarne uno abbastanza elegante per l’opening.
—
Cloister è in Corso Porta Reno 45 a Ferrara.
Sito: https://www.cloister.eu
La mostra di Sergio Zanni è visitabile fino al 20 settembre: https://www.filomagazine.it/evento/nascere-mostra-personale-di-sergio-zanni/
3 commenti
Sono stati creati degli spazi che creano l’atmosfera per accogliere le opere dei vari artisti che si potranno contemplare in questa galleria .
Un caloroso bentornato a Cloister!
Bellissimo spazio, dove ho potuto vedere un paio di belle installazioni. Auguro maggiore fortuna a questa nuova “edizione” anche se l’avrebbe meritata pure quella precedente ma, penso che il format e le proposte presentate fossero troppo intelligenti per il nostro provincialismo