“…Il periodo che stiamo vivendo è il più difficile dal secondo dopo guerra…” diceva giorni fa il Presidente Conte, e ce ne rendiamo conto benissimo da soli. Ciò che sta accadendo provocherà danni a tutti i livelli, dall’economia alla società. Sarà difficile tornare un giorno alla nostra routine, quella routine che abbiamo sempre odiato, ma che ora ci manca tremendamente. Tutti odiano essere obbligati a stare in casa, ci sono persone che la propria casa l’hanno sempre usata solo come albergo. I bambini sono i primi a non capire cosa stia accadendo e per i genitori è complicato spiegarlo perché quasi non lo sanno nemmeno loro. Siamo animali sociali, abbiamo la necessità di stare a contatto con i nostri simili. Ora però dobbiamo stare a casa, anche se non vogliamo. Tutto il mondo sta vivendo con disagio questa situazione, ma mentre il nostro mondo è costretto a fermarsi, un altro mondo sta tornando a respirare e continua la vita come se nulla fosse, o meglio con più tranquillità.
Le città così silenziose si ripuliscono e si mostrano in tutta la loro bellezza, e gli unici ad approfittarne sono gli animali: lepri nei parchi di Milano, delfini che giocano a ridosso dei porti a Cagliari e Trieste, daini e cervi che passeggiano per i campi da golf in Sardegna, una coppia di germani reali che sceglie l’attracco di un vaporetto per il proprio nido d’amore. Poi ancora famigliole di cinghiali che passeggiano per le vie del centro di Sassari, anatre che sguazzano nelle fontane del Bernini a Roma e cigni che navigano beati nei canali dei Navigli a Milano. Animali selvatici che di solito sono costretti a vivere insieme noi rispettando le nostre regole, quelle della “razza superiore”, oggi possono godersi indisturbati il nostro magnifico pianeta comandandolo. Per non parlare dei danni ambientali drasticamente ridotti, la qualità della nostra aria migliora di giorno in giorno, anche grazie allo smart working che almeno ci risparmia le ore perse nel traffico o i minuti infiniti davanti al semaforo rosso.
Oltre a ciò, pensandoci questo blocco può aver generato altri effetti positivi. Prima di tutto ognuno di noi é diventato più sportivo.
L’online è diventato di routine. Ovviamente lo era già prima, ma attività che prima erano impensabili organizzate in questo modo, oggi per forza sono state rese fruibili anche online.
Prima il tempo di andare in palestra non c’era mai, quanti facevano l’abbonamento per andarci si e no una volta al mese? Adesso grazie a tutte le palestre che caricano sui profili social allenamenti in diretta e grazie al tempo libero che ci ritroviamo ad avere si dedica almeno un’ora ad allenarsi o a praticare qualsiasi altro sport.
Andare a fare la spesa o portare a passeggio il cane prima era una tortura per tutti. Ora invece è l’unico momento in cui possiamo mettere il muso fuori dalle mura domestiche.
Per andare dal medico molti sono costretti a prendere permessi o ferie. Adesso il medico può mandare la ricetta anche per mail, SMS o Whatsapp. (Davvero prima non si poteva fare?).
Pensiamo alle lezioni. Sappiamo tutti che in presenza hanno tutt’altro impatto, ma pensando soprattutto alle Università, quando nevica, diluvia, insomma il clima si manifesta con tutta la sua cattiveria, davvero non è possibile organizzare lezioni online in modo da risparmiare il viaggio ai poveri pendolari, costretti a subire ritardi di treni, autobus e a prendere valanghe di pioggia?
L’argomento ospedali è molto caldo e non mi soffermerò su questo. Ma dopo tutto quello che avremo passato, pensiamoci due volte prima di intasare i Pronto Soccorsi, perché magari, a volte, basta una semplice visita del nostro medico di base.
E poi lo smart working. Dipende sempre dal contesto, ma è davvero necessario intasare le strade per lavorare? Magari potremmo pensare a questa soluzione ogni tanto anche in futuro.
Infine le videochiamate. Esistono da diversi anni ormai, eppure alcuni di noi quasi non ne erano a conoscenza. Ora sappiamo che quando abbiamo voglia di fare due chiacchiere con gli amici basta una semplice videochiamata.
Insomma, anche finito questo incubo, forse alcune attività potranno pensare di dedicare tempo ad alcuni servizi fruibili totalmente all’interno del World Wide Web. Dai podcast, allo streaming, all’e-commerce e tutto il resto.
Proviamo a prenderci questo tempo pensando a cosa potremmo migliorare per ridurre il nostro impatto sul mondo, perché è su questo che pone la riflessione questo immenso lockdown. Siamo sicuri che tutto ciò che facevamo prima è davvero necessario?