Non so a voi ma a me la ricerca universitaria provoca sempre una enorme curiosità. Certo per deformazione forse mi emoziono maggiormente per scoperte in campo umanistico, ma ogni ramo della ricerca non può che affascinare perché si tratta di una porta sul futuro. In questo caso ci troviamo di fronte a una ricerca in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche e quello di Fisica e Scienze della Terra che uniscono le forze per il progetto Beviamo Sicuri. Ne parliamo nel video qui sopra con il prof. Stefano Caramori, con il dott. Giulio Mangherini e la dott.ssa Micol Boschetti.
Una breve videointervista, nella quale con l’aiuto dei ricercatori cerchiamo di spiegare in modo semplice questa ricerca il cui titolo non deve allarmarci. Per ora infatti i sistemi di depurazione possono ancora eliminare la maggioranza degli agenti inquinanti presenti nelle acque. Quello che però fa la ricerca è guardare avanti e sempre più spesso si parla di presenza nelle acque che si bevono di agenti inquinanti come residui di farmaci o di droghe. “Oggi – si legge sul sito di #unifeel – l’acqua è considerata potabile in base ad alcuni parametri normati dalle istituzioni preposte sulla presenza di inquinanti. Eppure esiste una tipologia di inquinanti, definiti microinquinanti emergenti, come antibiotici e droghe, non ancora normati ma presenti in tracce nei bacini idrici, il cui effetto è potenzialmente pericoloso per l’ambiente e per la salute umana in un futuro ormai prossimo”.
Futuro nel quale, come ci dicono, ci sarà bisogno di questa tecnologia per poter eliminare questo tipo di agenti. Una tecnologia sviluppata a favore del cittadino che, da chi abita a Ferrara e beve l’acqua del Po, non può che essere guardata con grande interesse. Anche per questo l’Università di Ferrara ha scelto di cercare piccoli finanziamenti per questi progetti attraverso l’acquisto dei gadget a marchio #unifenomenale presso l’Unife Store o attraverso il crowdfunding. Il termine, spiega Micol Boschetti, “viene proprio da crowd, folla, e funding, finanziamento, un microfinanziamento dal basso fatto da parte della popolazione”. E non serve solo per finanziarsi ma piuttosto a “far conoscere alla popolazione il nostro lavoro”, una doppia possibilità quindi che cerca di rompere le barriere tra università e cittadini.
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