Via della Ghiara 36, una sobria facciata rinascimentale, due piani, un cortile interno con un loggiato sul lato meridionale. Costruito nel XV secolo, Palazzo Tassoni Estense è stata la residenza patrizia del ramo Tassoni della famiglia Estense, fino al 1858 quando, in seguito all’acquisto da parte della provincia di Ferrara, è diventato la sede del reparto di salute mentale dell’ospedale Sant’Anna.
Palazzo Tassoni Estense ospita il manicomio provinciale di Ferrara fino all’approvazione della legge 180 del 1978 che porta alla sua chiusura ufficiale nel 1980 e a cessare completamente le attività nel 1996. In seguito, la gestione dell’edificio passa all’Università di Ferrara che lo inserisce nel “Progetto di Valorizzazione delle Mura e del Sistema Museale di Ferrara” avviandone il restauro. Nel 1997 un nucleo di docenti del Dipartimento di Architettura in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici redige il progetto di intervento per il restauro scientifico del palazzo che rende parte dell’edificio agibile nel 2008. Palazzo Tassoni ospita oggi il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara.
Da pochi mesi è diventato anche laboratorio di ricerca “a cuore aperto”, dove si stanno esaminando i tessuti ancora viventi di un organismo architettonico che respira da più di cinquecento anni. Una sperimentazione innovativa sta avvenendo tra le mura di Palazzo Tassoni, o meglio, sulle mura del palazzo, con l’obiettivo attuale di comprendere meglio le performance energetiche degli edifici storici e permettere in futuro di rendere il nucleo rinascimentale dell’edificio ancora più confortevole e accogliente per studentesse, studenti e personale universitario.
Il progetto HeLLo: Heritage Energy Living Lab Onsite
La storia di HeLLo nasce dall’incontro di due storie. La prima è una vicenda tutta al femminile: Luisa Pereira, giovane ricercatrice portoghese, nel 2018 vince la borsa di ricerca Marie Skłodowska-Curie, nel quadro di finanziamento europeo Horizon 2020. Il programma è stato istituito dalla Commissione Europea in onore dell’unica donna ad aver mai conseguito due premi Nobel, nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica, allo scopo di supportare ricercatori di ogni livello, disciplina ed età in tutto il mondo.
“Ho conseguito la laurea in Architettura e proseguito gli studi con un Dottorato di Ricerca in Sistemi di Energia Sostenibile all’Università di Coimbra, in Portogallo. Ma non ho mai lavorato su edifici storici”, racconta Luisa.
D’altra parte, nel Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara è attivo dal 2009 Il Centro di Ricerca Architettura>Energia, diretto dal prof. Pietromaria Davoli, che si occupa principalmente di studiare come migliorare l’efficienza energetica degli edifici storici.
Le storie si intrecciano quando Luisa sceglie di realizzare il proprio progetto a Unife e unire le proprie competenze tecniche di efficienza energetica e comfort ambientale all’esperienza ferrarese sugli edifici storici. Incontra così il prof. Davoli, supervisore del progetto, e Marta Calzolari che ha conseguito il Dottorato di Ricerca a Unife, è membro del Centro di Architettura>Energia e oggi anche ricercatrice all’Università di Parma.
“Lo spunto innovativo di questo progetto è la sperimentazione in situ, cioè sul posto, direttamente sulla parete dell’edificio storico, con il coinvolgimento delle aziende. Ci sono molti edifici storici che sono attualmente in uso ed è quindi necessario preservare il patrimonio artistico ma anche creare una situazione confortevole, sia d’inverno che d’estate. Negli edifici storici spesso non si può isolare termicamente dall’esterno, come solitamente avviene per gli edifici di nuova costruzione, bisogna farlo dall’interno ma ci sono dei limiti. Infatti, non sappiamo cosa accada all’interno della vecchia muratura quando viene isolata con materiali contemporanei perché non disponiamo di una quantità sufficiente di dati”, spiega Luisa.
Il nome stesso del progetto, Heritage Energy Living Lab Onsite pone l’accento sul patrimonio culturale (Heritage) e sul tema dell’efficientamento energetico (Energy), ma soprattutto evoca l’immagine di una sperimentazione che avviene sul campo, in situ, direttamente sul cuore pulsante dell’edificio: un laboratorio vivente e sul luogo (Living Lab Onsite).
“Le pareti storiche respirano, fanno passare il vapore, quindi se mettiamo dell’isolante e la parete può continuare a respirare non è un problema perché se si crea condensa questa poi può ri-evaporare in periodo estivo, ma se aggiungiamo un materiale isolante che limita il passaggio del vapore e quindi che impedisce alla parete di respirare, si crea condensa interstiziale che può causare la formazione di muffe e la proliferazione di agenti patogeni, oltre che diminuire la capacità isolante dei materiali”, racconta Marta.
Il laboratorio
Accedendo a Palazzo Tassoni dall’ingresso principale su via della Ghiara, proseguiamo dritto fino al cortile rinascimentale, in fondo, nel loggiato, c’è una porta sulla destra attraverso la quale giungiamo alla stanza adibita a laboratorio.
Protagonisti sono due enormi box di legno, alti quasi fino al soffitto e appoggiati a una delle pareti.
“Abbiamo installato un materiale di isolamento termico facendo quella che viene definita una contro-parete isolata e abbiamo inserito nei diversi strati del sistema isolante delle sonde che rilevano temperatura e umidità. In questo modo monitoriamo la formazione dell’eventuale condensa e in quanto tempo si asciuga”. Spiega Marta “Per capire come si comporta questa contro-parete abbiamo bisogno di simulare una differenza di temperatura riscaldando una stanza come se fosse un ambiente in uso. Il problema è che la stanza è 700 mc e non è ristrutturata, è molto irregolare e non è facile gestire la temperatura interna. Perciò abbiamo realizzato una camera climatica, cioè una “stanza” in cui siamo noi a impostare temperatura e umidità.”
Per costruire la prima camera climatica sono accorsi in aiuto gli studenti del secondo anno del corso di Laurea in Architettura che hanno colto l’occasione per toccare con mano (letteralmente!) i frutti dei propri studi sulle tecnologie costruttive sostenibili in legno. Ma non è finita qua.
“Vogliamo testare tre materiali diversi per studiare differenti comportamenti. È come avere una camicia di lana, di lino o di cotone: ci proteggono dal caldo o dal freddo in modo diverso”, precisa Luisa.
Infine, installate le contro-pareti e collocate a contatto le camere climatiche, al team non resta che mettersi comodi e vedere cosa succede. Le sonde sono infatti collegate a un software di monitoraggio per la raccolta dati sviluppato dal dott. Mirco Andreotti e Roberto Malaguti del servizio di elettronica dell’INFN Ferrara e da Paolo Chiarelli del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife e permetteranno di visualizzare in tempo reale e a distanza le variazioni di temperatura e umidità all’interno dei vari strati della contro-parete.
HeLLo: Ferrara nel mondo
La storia di Palazzo Tassoni Estense non si ferma a Ferrara. Dopo aver destato l’interesse di Luisa, giunta da Coimbra, in Portogallo, per mettere le mani sulle sue pareti tardoquattrocentesche, il progetto ha fatto parlare di sé anche a Bruxelles, nell’ambito di Science is wonderful, durante gli European research and innovation days che preannunciano l’attesissima Notte Europea dei Ricercatori.
“Il nostro stand è stato l’unico sul tema del patrimonio culturale, e questo è motivo di grande orgoglio per noi”, racconta Luisa.
Un pezzettino di Ferrara è stato portato a Bruxelles: il fondale dello stand rappresentava il cortile interno di Palazzo Tassoni, e un modellino in scala del laboratorio ha permesso a Luisa e Marta di mostrare al pubblico cosa sta avvenendo proprio qui, sulle mura del palazzo storico.
“Noi vogliamo aprire questo laboratorio al mondo esterno e trasmettere un messaggio di accoglienza. Così è nato il nome del progetto, HeLLo, perché è ciò che diciamo quando apriamo la porta. Il problema dei ricercatori è che spesso condividono i propri studi soltanto con altri ricercatori. Il patrimonio culturale è di tutti e tutti devono poter conoscere quello che stiamo facendo.”
La divulgazione è una vera e propria mission del progetto HeLLo e ha visto la realizzazione di una serie di “lab”, per giocare sul discorso del laboratorio, e il coinvolgimento degli studenti, dal corso di laurea fino al dottorato e, a breve, anche dei professionisti.
“Sono venuti in visita anche gli studenti e gli insegnanti degli Emirati Arabi con cui il centro ricerche Architettura>Energia e gli studenti e i docenti del Dipartimento avevano collaborato a Dubai lo scorso anno per la competizione internazionale universitaria Solar Decathlon Middle East“, racconta Luisa.
Una storia che è partita da Ferrara e torna a Ferrara per chiudere il cerchio, dopo aver attraversato l’Europa e destato l’attenzione nel resto del mondo.
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https://hellomscaproject.eu/