“Non è la solita indagine”: così esordisce Ivan Furlanetto alla presentazione del suo quarto giallo la cui scena del crimine è nuovamente, e come sempre, il litorale dei Lidi Ferraresi.
“Strade Parallele”, questo il titolo del nuovo romanzo, è stato presentato, proprio in occasione della sua recentissima pubblicazione, il 15 novembre scorso presso la Biblioteca Comunale di Poggio Renatico, introdotto dalla professoressa Mariagrazia Esposito che ne ha curato la redazione per Maglio Editore.
Reduce dalla quarta edizione del primo giallo scritto nel 2013 e sulla scia dei successivi due volumi che ne hanno seguito le tracce ed il successo, questo quarto giallo prende avvio dal ritrovamento di un cadavere affiorato nelle acque del canale di Porto Garibaldi. Da qui si dipaneranno le nuove indagini del Maresciallo Zumpano affiancato, anche se questa volta in secondo piano, dal suo fido amico Alfredo Franceschi ma soprattutto dal brigadiere Carmine Tomolo.
“È il romanzo – precisa subito Furlanetto – del Brigadiere Tomolo. In ogni romanzo voglio mettere in luce un personaggio che vive ogni giorno con Zumpano. Questa è la volta del suo attendente di cui vengono messi in luce tanto gli aspetti particolarmente positivi tanto quanto quelli negativi. Irruento, di carattere forte, dal suo passato escono fantasmi che ne influenzeranno il comportamento ed il suo vivere quotidiano”.
Attorno a lui, ovviamente, parte importante la rivestono le figure del Maresciallo (sottotitolo del libro “La strana indagine del Maresciallo Zumpano”) ed il Magistrato Helga Zimmermann la cui vicenda parallela avrà un peso importante nella storia.
Molto meno rilevante, quasi messo in disparte, l’avrà nella storia questa volta l’amico Francesco, fidato consigliere nelle indagini precedenti del Maresciallo. “Alfredo Franceschi – alter ego dell’autore stesso come facilmente intuibile leggendo anche poche righe dei vari racconti – questa volta sta alla finestra, quasi il suo comportamento rispecchiasse lo stato d’animo che lo scrittore ha vissuto, per diverse vicissitudini, durante la stesura del romanzo”.
Come è nato questo quarto romanzo?
“Romanzo sofferto, sul quale più volte ho rimesso le mani per indirizzarlo verso la direzione desiderata. Come per i precedenti, fino alla fine non avevo alcuna idea di chi sarebbe stato l’assassino: a volte ne identificavo uno ma poi ben presto ne saltava fuori un altro. Sicuramente il mio modo di scrivere i gialli, non lo nego, lo definirei bizzarro: arrivo a scrivere 200 pagine senza aver ancora scoperto il carnefice e solo dopo tre/quattro notti trascorse su quello che oso battezzare il mio divano dei sogni, la mia fabbrica onirica, giungo finalmente alla decisione finale”.
Come mai un titolo meno forte rispetto ai precedenti, visto che in questa occasione non ci sono termini riconducibili ad un libro giallo?
“Prima di scegliere questo titolo , me ne venne scartato uno molto più bello dall’editore il quale, nella generalità delle pubblicazioni, ha una rilevanza preponderante, quasi una prelazione, per ovvi motivi commerciali. Poi si è giunti a questo titolo che magari non richiama subito l’immaginazione a delitti ed ad indagini ma trova un senso compiuto proprio nel parallelismo delle vari storie che si raccontano. Ed Alfredo Franceschi, proprio dalla finestra a cui si affaccia in questo libro, come accennato metaforicamente prima, vede una serie di scene, di teatri, di strade appunto che i vari personaggi vivono, calcano e percorrono senza accorgersi gli uni degli altri per lunghi tratti. Mondi paralleli vissuti dai singoli e che soltanto nell’epilogo si intersecheranno arrivando alla soluzione non solo del caso ma anche delle altre vicende da cui però già si prenderà spunto perché la storia possa proseguire in futuro”.
Amante delle zone del litorale ferrarese, lo scrittore anche in questa sua nuova esperienza letteraria non manca di farci vivere la provincia nelle sue giornate limpide o uggiose, tiepide al sole primaverile o fredde e ventose come lo sono quelle della costa adriatica. Ma questa volta il racconto espatria, quasi a volersi internazionalizzare, spingendosi fino alle pendici della Sila nel paese di Bocchigliero, paese natio del personaggio principale creato da Furlanetto.
“E proprio – prosegue lo scrittore – per merito di questa improvvisa notorietà del paese che l’amministrazione comunale locale ha voluto conferirmi l’anno scorso, a mio parere del tutto immeritata, la cittadinanza onoraria con tanto di cerimonia ed una partecipazione popolare tale da commuovermi”.
Il romanzo è sicuramente molto piacevole da essere letto e pur essendo un giallo è accessibile a tutti.
“Non toglie il sonno alla notte, – si avvia così alla conclusione l’intervista – perché non ha immagini cruente ed anche il carnefice alla fine non è quel mostro che si possa pensare a priori. Lo stesso Maresciallo ha comunque sempre un occhio di riguardo, una carezza, per così dire, verso chi ha sbagliato perché nella vita tutto può succedere. Molto spesso prima di giudicare bisogna valutare, bisogna riflettere perché determinate storie possono portare anche la persona più mite, quella più buona, a commettere atti criminosi e diventare improvvisamente assassina”.
Lasciamo il nostro autore alle dediche sui libri convinti che questo nuovo giallo potrà appassionare ancor di più i suoi vecchi lettori ma potrà coinvolgere tanti altri amanti della lettura che per la prima volta vorranno avvicinarsi e conoscere i personaggi e le vicende raccontate da Ivan Furlanetto sempre indissolubilmente legato alla nostra terra.