Uno dei casi cinematografici di questo anno negli Stati Uniti è stato “The biggest little farm“: documentario che racconta la sfida di una vita contadina all’interno di una fattoria californiana, tra successi e sconfitte nell’inevitabile scontro con la natura e i suoi principi. La riuscita del progetto è l’ennesimo indicatore di una tendenza in aumento anno dopo anno della ricerca di uno stile di vita maggiormente sano e naturale, di rapporti fisici e diretti, di ritorno alla tradizione. Il declino del modello dell’ipermercato è parallelo alla crescita di servizi ed eventi che tendono a riportare la centralità di un approccio quasi dimenticato nel tempo, come quello che stiamo per raccontare, ora in mano ad una generazione digitale.
Il concetto base: un giorno alla settimana per incontrarsi, ma non si tratta del solito club del libro. Parliamo infatti di un mercato cittadino, connesso e moderno. Queste sono le fondamenta de “L’alveare che dice si” che arriva anche a Ferrara, dopo un primo annuncio che ne ha già gettato le basi organizzative alcuni mesi fa.
Immaginiamo alcune tappe e viviamo assieme l’effetto farfalla, per osservare la sequenza di eventi che ci porterà ogni settimana a poter ordinare da diversi produttori alimentari locali a chilometro zero, dalle loro stesse mani, in un mercato che apre e si chiude nel giro di poche ore (anzi, una soltanto) e che è stato virtuale fino a poche ore prima, all’interno del sito “L’alveare che dice si”.
Alcune tappe dicevamo: il primo battito della nostra farfalla si chiama Eugenio Sapora, che si avvicina (innamorandosi e cambiando il percorso della sua vita) a “Le ruche que fit ui“, ovvero il progetto genitore francese. Nel 2011 l’idea iniziale, nel 2014 apre il primo luogo fisico sperimentale, ed oggi è strumento di connessione tra oltre mille produttori e centomila iscritti, oltre ad essere anello di congiunzione tra gli oltre 170 alveari in tutta Italia.
A Ferrara un’altra storia corre parallela: Silvia e Fabio, aprono nel marzo del 2019 “Il Borgo dei Piccoli”, negozio dedicato all’infanzia e con una chiara missione legata alla salute e alla natura. Qui trovano spazio pannolini riciclabili, prodotti di origine biologica, filiere certificate e il più possibile naturali.
“Sin da subito avevamo immaginato di aggiungere anche una sezione alimentare, faticando però a trovare i giusti partner, per tenere una linea di continuità con il negozio. Quando abbiamo conosciuto i ragazzi che gestiscono l’Alveare che dice si, abbiamo capito che erano la risposta che cercavamo” – ci racconta Silvia -. Anche perché noi abbiamo tre figli e quando si vive con i bambini si cerca il più possibile di seguire uno stile di vita sano.”
Così, tutti i battiti di farfalla si riuniscono nella festa di inaugurazione, in una sera fredda di luna piena e neve all’orizzonte, dove il locale ospita i produttori locali che saranno protagonisti della distribuzione dei prodotti ordinati sul sito. Nella sala troviamo famiglie, anziani, bambini, produttori, prodotti da assaggiare e da condividere: è un mercato, sfrutta il web e fa rinascere una piccola piazza che si vuol sentire comunità.
Regole semplici: nessun prezzo minimo di acquisto, consegna direttamente dalle mani del produttore, ritrovo della piccola comunità una volta alla settimana. Una comunità nemmeno così ridotta: al momento in cui scriviamo oltre 160 persone sono già iscritte all’alveare di Ferrara.
“Abbiamo avuto una forte risposta da parte della comunità che ruota intorno al negozio e che quindi già è fortemente orientata ad un consumo consapevole, in particolare con la necessità che avvertiamo di conoscere direttamente i produttori delle materie che ordiniamo, uscendo dalle logiche industriali con cui è più difficile pretendere trasparenza”.
La reale possibilità di ordinare è attiva da questa settimana, con lo sguardo al prossimo mercoledì, prima data di un appuntamento settimanale che darà forma all’alveare della nostra città. I primi produttori locali coinvolti sono: Società Agricola Bio-pastoreria, Azienda Agricola Gabriella Guidi, Azienda Agricola Donati – Fondo Ca’ De Bartoli, Società Agricola Corte Frazza S.s., Corte Preziosa, Panificio-pasticceria Donnoli Emanuele, Societa Agricola Le Caprette S.s., La Piadina Di Gaetano S.n.c., Balboni Elisa, Pramarzoni Morena Azienda Agricola Biologica.
“Quando contemplava i suoi alveari, Aurélien aveva la sensazione che quegli insetti fossero riusciti lì dove l’uomo aveva fallito. Pigiate le une contro le altre, le api mantenevano così una temperatura costante. Si adoperavano insieme per la comunità. In una di quelle occasioni Aurélien si rese conto che, durante la sua lenta evoluzione, l’uomo si era pian piano ma sempre più allontanato dal paradiso. E si sorprese a sognare di diventare un’ape.“
Maxence Fermine, L’apicoltore
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Alveare che dice si – Alveare di Ferrara
Il Borgo dei piccoli