Ecco, così hai visto quello che è il mio lavoro.
È appena uscita una giovane madre. Ha acquistato un gioco da tavolo, piuttosto complesso, per i suoi figli preadolescenti. Il più grande ha da poco ricevuto uno smartphone: una necessità per cui lei prova vergogna, fonte di una sofferenza nemmeno troppo nascosta. In casa non hanno una televisione, la loro stessa casa, racconta, non è quasi una casa: è una biblioteca. Il marito, scrittore, volente o meno, è nei giochi di famiglia il Master, ovvero il tessitore di trame nel mondo dei giochi da tavolo e non potrebbe essere altrimenti, vista la professione.
La madre e Carlo Cazzola, proprietario del negozio Eroi di Arcadia, da poco aperto in via Carlo Mayr a Ferrara, hanno appena dibattuto per diversi, intensi minuti sul regalo di Natale migliore per i figli, nel tentativo di tenere lontane le proprie creature dalle tentazioni di divertimenti frivoli e modaioli.
“Io lo sto vivendo come missione di unificazione e unione delle persone. A 38 anni suonati, dopo oltre venti di lavoro mai stabile, ho deciso che se devo rischiare, voglio rischiare a livello personale. E lo faccio come missione, ogni giorno, consapevole dei rischi.” – racconta.
Arcadia è, da vocabolario, simbolo di un luogo dove si vive una realtà idilliaca, lontana dal tempo e dedita alle arti. Deriva dalla mitologia greca, popolo dei primi grandi pensatori della civiltà umana. Lo stesso Platone diceva “si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”.
E questo si propone di fare Eroi di Arcadia: creare un posto, crescere una comunità.
Non è una rivendita, semplicemente. Non esistono Monopoli o Risiko, il negozio, inaugurato da pochi giorni, è la vetrina di una scena quanto mai fervente, quella del gioco da tavolo, da piccolo gruppo di persone, con fasce di età diverse, che si ritrova per condividere uno spazio e vivere una storia, secondo una logica che non è di vittoria personale, ma di interazione comune.
“Tutto nasce da quei bambini, come me, che negli anni Ottanta o Novanta avevano voglia di giocare, di riunirsi. Spesso erano soli e con il passare del tempo sono stati sempre più soli. Eroi di Arcadia è il posto per i bambini, ora adulti, che rimangono bambini eterni e che possono sfogare tutta la loro passione nel giocare assieme. “
Carlo ci racconta di un settore in esplosione: in pochi anni siamo passati da circa tre o quattrocento pubblicazioni in Italia ad oltre cinquemila. Una nicchia in espansione che si ritrova ogni anno all’enorme fiera di Essen (in Germania) dove chiunque abbia prodotto un nuovo gioco, un’idea o una meccanica nuova si presenta al pubblico, con vere e proprie aste, fino a cifre folli per conquistare i diritti sul prossimo grande prodotto.
E intorno a noi, nel negozio, si stagliano suggestioni di tutti i tipi: da esperimenti per i più piccoli, al curioso gioco “sul riscaldamento globale”, forse “il più complesso in negozio, dove una partita può durare tranquillamente sette o otto ore”. Mondi fantasy, avventure, conquiste, derivazioni imparentate con film o videogiochi.
Al centro i tavoli per il gioco, terra di scoperta e di prova e nelle già frequenti serate dimora di giovani (e non solo) giocatori, che si riuniscono in un luogo per sfidarsi, ma soprattutto per condividere qualcosa.
“Lo spirito è quello di imparare non a vincere o perdere, ma di stare assieme. Qualcosa di importante anche per i più piccoli che apprendono lo stare in gruppo, le connessioni logiche e le basi matematiche.”
Chiediamo a Claudio se sia corretta una sensazione: che l’affermarsi della cultura nerd, di cui il gioco da tavolo è esponente naturale, non sia diretta conseguenza di una generazione di persone che ci è cresciuta sentendosi minoranza e che ora, in età adulta, le rende onore e importanza, attraverso board game, sceneggiature televisive (Stranger Things, per un esempio ormai di cultura popolare o The Big Bang Theory qualche anno prima) o ancora un’estetica di abbigliamento.
O ancora lo sdoganamento ad esempio del fumetto che diventa principale vettore delle storie protagoniste del botteghino al cinema.
“Sicuramente è così. Ci sono i giovani e ci sono i genitori che cercano di ricreare quelle sensazioni. In più ci sono piattaforme di crowdfunding (come Kickstarter) che permettono a idee di chiunque di diventare realtà. E ci sono gruppi di persone alla ricerca di un posto come questo, almeno secondo la mia idea.“
Claudio racconta di essere originario di Copparo e dopo due anni di vita a Milano avere scelto di tornare a Ferrara e aprire Eroi di Arcadia in questa città. Qui c’è già il sottobosco culturale e il progetto è di dedicarci anima e corpo: aperture serali, tornei, eventi di presentazione di giochi idee o libri. Nello sguardo più lungo, il progetto di aprire anche un secondo piano, ampliare la proposta e avere una vetrina viva, vibrante di idee e possibilità.
Nell’anime “Capitan Harlock” Arcadia è l’astronave del protagonista, mezzo attraverso il protagonista difende i propri ideali. Dal lungometraggio:
Questa è la voce dell’Arcadia libera, se lascerete che il fuoco della speranza bruci invano, resteranno soltanto le ceneri, ma se continuerete ad alimentarlo sarà una speranza che creerà un nuovo e meraviglioso futuro.
capitan harlock: l’arcadia della mia giovinezza, 1982
Parole degli anni Ottanta, un decennio di serenità e sguardo ottimista al futuro, la stessa che anima il progetto di Eroi di Arcadia. Un decennio che nell’immaginario è fatto di buoni auspici verso un mondo migliore, sereno e che vede nel futuro prossimo cambiamenti sulla linea del progresso, con il meglio ancora da vivere. Un concetto che ai futuri Eroi di Arcadia secondo noi piacerà.
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