“Una scuola di Cinema a Ferrara? Ma dai cosa dici, io avevo capito che fosse da qualche altra parte…” questa la frase che Stefano Muroni, si è sentito ripetere parecchie volte. Ebbene si, è notizia di questi giorni l’apertura di una scuola di cinema proprio a Ferrara, da lui diretta. La scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini avrà sede negli spazi del Consorzio Factory Grisù, che ospita molte altre realtà imprenditoriali del territorio.
Sabato scorso ci siamo infiltrati all’ultimo open day di presentazione e abbiamo fatto due chiacchiere proprio con Stefano Muroni e Alessio Di Clemente, direttore artistico della scuola. Ad accoglierci all’entrata ufficiale a Grisù una scalinata verde lime, le cui pareti circostanti sono allestite con fotografie di David Parenti.
La prima stanza che incontriamo è l’aula di recitazione dove – mi spiega Stefano – il venerdì si riuniranno tutti e tre i corsi, regia, sceneggiatura e recitazione, creando la Tribù del set, cominciando da subito a relazionarsi per affrontare i futuri progetti cinematografici. Alle pareti troviamo fotografie dei film distribuiti e prodotti da Controluce, la società di Produzione di Stefano e Valeria Luzi, come “La notte non fa più paura” e “Oltre la bufera” che uscirà ad ottobre con prima nazionale proprio a Ferrara.
Perché proprio a Ferrara?
Per tanti motivi, ma soprattutto per quel vuoto, per quelle opportunità che avrei voluto avere e che invece non ho mai avuto. Il mio sogno fin da ragazzino era di fare l’attore, a Ferrara e in tutto il centro nord non c’era una scuola di cinema seria. In realtà ce ne sono tante di scuole, ma sono corsi di breve durata, un giorno a settimana, aperti a tutti. Io volevo diventare un professionista, così sono dovuto andare a Roma, al Centro Sperimentale, dove prendevano solo otto ragazzi. Poi nel corso del tempo aprendo il Centro Preformazione Attoriale a Ferrara, organizzando il Tenda Summer School ho potuto parlare con molti ragazzi, soprattutto del centro nord, e chiedevo sempre loro cosa volessero fare dopo il liceo e questi mi rispondevano cinema! Così chiedevo se sarebbero andati a Roma e tanti per vari motivi rispondevano negativamente, così chiedevo dove sarebbero andati e tanti rispondevano che siccome non c’era nulla vicino casa loro si sarebbero dedicati ad altro. Mancava una scuola d’arte cinematografica strutturata sul modello delle grandi scuole di cinema europee: tre anni, lezioni dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13, con masterclass, workshop, con 25 docenti che sono registi, attori, David di Donatello, nastri d’argento, che hanno insegnato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, che si sono formati all’Actor Studio di New York, insomma docenti di altissima qualità che lavorano a Ferrara, a Roma, a Milano, a Locarno, nel mondo. In un periodo in cui le scuole di cinema chiudono, essere riusciti ad aprire una scuola così importante a livello nazionale è straordinario e quasi commovente.
La scuola è dedicata a Florestano Vancini.
In un epoca in cui non si fa quasi più memoria, dedicare una scuola a Florestano Vancini, grande regista, documentarista e sceneggiatore ferrarese è stato un dovere. Vancini ha sempre realizzato un cinema meravigliosamente artigianale, con pochi mezzi. Ed è questo che vogliamo insegnare in questa scuola, non un cinema con dieci droni, perché poi uscendo dalla scuola il più delle volte non ci saranno, ma quel cinema semplice, dove con poco si riesce a fare tanto. È poi il cinema neorealista di De Sica, Visconti, Rossellini, una grande tradizione italiana, che cerchiamo in qualche modo di riscoprire attraverso gli strumenti della modernità.
Quale l’asso nella manica di questa scuola?
Oltre alle molte opportunità che daremo, borse di studio per la scuola di cinema di Varsavia, di Praga, di Atene, possibilità di partecipare come giurati al Giffoni Film Festival, qui si insegnerà imprenditoria della creatività. I ragazzi, sia che siano attori, registi o sceneggiatori, dopo i tre anni sapranno: scrivere una sceneggiatura, cercare finanziamenti, produrre la propria opera, venderla e distribuirla nei festival, nelle sale cinematografiche, nelle televisioni. Cosicché, se una volta usciti dalla scuola tutto dovesse andar male, i ragazzi sapranno come muoversi anche in modo indipendente. E questa materia, incredibilmente, non viene insegnata in nessuna scuola di cinema.
Parliamo ora dei corsi.
La formazione sarà focalizzata sulle tre colonne portanti del cinema: la scrittura, la realizzazione visiva e l’interpretazione, ma all’interno ci saranno corsi più piccoli come pittura, architettura, musica. Vogliamo che questa sia una scuola che forma i ragazzi a 360 gradi. Vogliamo che da qua escano persone complete, non solo professionisti. Questo per noi è molto importante perché non lo abbiamo ricevuto nelle nostre scuole di formazione e perciò volevamo restituire di più a chi ci segue.
Tra i vari corsi ci sarà un continuo scambio, i ragazzi lavoreranno a stretto contatto. Al secondo anno realizzeranno il loro cortometraggio di diploma, al terzo invece, realizzeranno la loro prima vera opera, corto, documentario o web serie. Questi lavori verranno poi proposti a Sky Cinema, Sky Arte, Sky Atlantic, alla Rai, all’Enciclopedia Treccani web, ai vari festival. Cercheremo in tutti i modi di mettere in contatto i futuri professionisti con i futuri richiedenti. La nostra forza è avere una casa di produzione alle spalle, offriamo un lavoro fin da subito, siamo tutti giovani che ancora lavorano, porteremo i ragazzi sul campo e immediatamente sentiranno il respiro della professione.
Al corso di recitazione cosa verrà insegnato di preciso?
Insegneremo acting, vogliamo far fare un salto ai giovani attori italiani. In generale gli attori si preoccupano troppo di provare emozioni e raccontare la trama di un film. Questo non è il compito dell’attore. L’attore non deve raccontare una trama originale, ma relazioni umane originali, e le relazioni umane poggiano sugli obiettivi che noi tutti abbiamo che ci possono portare a comportamenti diversi e originali. Questo modo di veder le cose da originalità all’interpretazione, perché non è l’attore che deve mettersi a servizio dell’emozione, ma è l’emozione che deve stare a servizio dell’attore.
Al corso di regia invece?
Il corso di regia è seguito da Adriano Sforzi, un premio David di Donatello, che porta i ragazzi sul campo facendoli diventare immediatamente operai del cinema. A fianco a lui c’è Johnny Costantino che insegnerà i linguaggi dei grandi registi, facendo fare ai ragazzi un percorso sulla la scelta dello stile. Massimo Alì darà loro nozioni un po’ più tecniche facendo capire come mai si inquadra in un modo piuttosto che in un altro. Infine Gianluca Beccari insegnerà il cinema digitale, che un giovane regista deve conoscere assolutamente.
E al corso di sceneggiatura?
Vito Contento e Caterina Basso sono due sceneggiatori che lavorano in sinergia, il primo lavora sul discorso della trama, mentre Caterina si preoccupa della rifinitura del personaggio, quelle relazioni originali che servono allo spettatore per immedesimarsi. Due binari che non possono che viaggiare parallelamente.
Come si viene ammessi alle audizioni?
Le audizioni riguarderanno non tanto la parte tecnica ma le attitudini personali e la predisposizione interiore che un allievo deve avere con l’arte e il mestiere che va ad incontrare. Spesso e volentieri vediamo una bella cosa che ci piace ma non è vero che siamo fatti per quella cosa e che siamo portati, sappiamo solo che è bella, ci piace, o forse a volte non è nemmeno così. Vogliamo fare in modo che uscito da qui un ragazzo ci ringrazi perché sarà diventato una persona completa, pronta ad affrontare il mondo.
Stefano ci mostra le altre aule, quella di sceneggiatura, dove al centro si trova un semplice tavolo, come per far intendere che la sceneggiatura scaturisce dall’interiore e quindi non serve null’altro, e quella di regia con le videocamere. Poco oltre la sala montaggio, dove i ragazzi impareranno a mettere insieme quanto hanno girato per dare forma al loro sogno.