“Non sappiamo ancora di che si tratta, non sappiamo cosa sia, non sappiamo cosa può essere, non sappiamo cosa… diventerà, sappiamo solo che è fico! E questo è un valore inestimabile a cui non rinuncio”
(The Social Network, 2010)
È affascinante la storia raccontata in “The Social Network”, il film di David Fincher sulla nascita di Facebook che ha in qualche modo connesso buona parte del mondo in una unica rete. Eppure qualche tempo prima che esplodesse la moda anche in Italia (tra il 2008 e il 2011, prima tra le popolazioni più giovani che oggi lentamente si stanno allontanando lasciando il passo ad un pubblico più adulto e variegato) è successo qualcosa di importante sul nostro territorio, che ha per la prima volta creato aggregazione in una community online molto frequentata.
ll mondo dei forum esiste in nicchie organizzate in rete da tanti anni ed è con una certa leggerezza che un gruppo di quattro amici, nel lontano 2005, registra il dominio ferraraforum.it, con l’intento di promuovere serate ed eventi creando così una piccola comunità.
Ne abbiamo parlato con Guido Potena, uno di loro (insieme a Andrea Galvani, Nicola Raimondi e Matteo Rimondi) e fondamentale amministratore pratico negli anni caldi della piattaforma.
“Con il tempo si è costruita una comunità importante di cui ci siamo sorpresi noi per primi – racconta Guido -. Riuscivamo ad organizzare cene con oltre duecento persone o eventi da oltre mille partecipanti. Il locale “Dal tramonto all’alba” (in via Guido d’Arezzo, oggi chiuso) è stata i primi tempi una vera e propria seconda casa del nucleo storico del forum, così forte che fatico oggi ad immaginare un luogo così identitario di riunione a livello giovanile.”
Guido racconta la città prima che le agende eventi sui siti o i social network fossero in grado di raccontare cosa succedeva: “A Ferrara qualcosa sulla segnalazione degli eventi esisteva ma con il tempo creammo un calendario eventi consultabile online e diventammo davvero un punto di riferimento per chi voleva segnalare e di conseguenza chi voleva essere presente ad un evento in città.”
Attualmente il sito esiste ancora online come archivio, sostanziale museo di quegli anni intensi (come sempre la rete ha cicli di nascita e morte velocissimi) ma volendo cercare qualche numero la piattaforma conta, ad oggi, più di 5700 persone registrate e oltre mezzo milione di messaggi scambiati.
Difficile recuperare oggi i numeri precisi sul traffico, ma si poteva arrivare a mille, millecinquecento messaggi al giorno nei momenti più intensi e diverse centinaia nei giorni più tranquilli, con centinaia di utenti che entravano quotidianamente.
Ferraraforum.it è stato davvero in grado di muovere piccole masse di persone, popolandosi nel tempo di una serie di consigli e recensioni che in qualche modo costituivano un piccolo TripAdvisor locale, con conseguenze positive e non.
Ricorda Guido: “Tra gli aneddoti che mi vengono in mente con un sorriso ci sono sicuramente le richieste di PR e art director delle discoteche locali: alcuni desideravano che il loro evento fosse segnalato in modo molto più evidente degli eventi concorrenti, altri volevano censurare tutti i commenti negativi che parlavano male della loro serata/discoteca e in questi ultimi casi le richieste non erano sempre molto gentili, anzi.”
L’idea di moderazione dei contenuti privilegiava la libertà di espressione e la massima trasparenza, nonostante fosse molto difficile valutare se un commento di un utente era vero, falso, o magari taroccato ad hoc per danneggiare l’immagine del locale. C’era molta paura dei feedback negativi e come si è scoperto poi negli anni per chi chi fa eventi, turismo o ristorazione, un feedback negativo sul web può impattare molto. Un fenomeno già presente all’epoca, con una carica addirittura maggiore di nervosismo perché prima dei social eravamo tutti molto impreparati a gestire questi meccanismi…
Quel laboratorio fu però anche incubatore di problemi che negli anni seguenti sarebbero scoppiati anche a livello sociale e legislativo: di chi è la responsabilità penale di quello che viene scritto? Chi si occupa di filtrare i contenuti sul sito? Nel dubbio per un lungo periodo Guido ha letto ogni singolo messaggio scritto nel forum. Per non parlare di quello che oggi chiamiamo cyberbullismo, con utenti presi di mira da piccole nicchie di altri utenti “forti”, a volte andando oltre le lecite discussioni online, senza forse riflettere troppo sulle ricadute psicologiche a livello personale.
Ma il FeFo è stato per quel gruppo di persone tutto ciò che sono i social oggi, in un recinto che portava a conoscersi anche offline durante le numerose serate organizzate anche in altri locali (altro centro nevralgico è stato ad esempio il Bistrot di via Podgora), scavalcando volendo il confine dell’anonimato della rete. È stato un feed di Instagram ante-litteram (nei topic “Le nostre facce”, nelle gallerie degli eventi ufficiali) , o il calendario degli eventi di Facebook, con la frequente segnalazione diretta delle persone che vi avrebbero partecipato.
È stato il piccolo Twitter delle notizie più importanti, come nel caso della morte di Federico Aldrovrandi nel 2005, in una città in cui i quotidiani online erano ancora agli albori e su cui si sviluppò una lunga discussione, segnando in modo indelebile la generazione di ragazzi che quelle frequentava quelle vie e aveva quell’età. Riuscendo così ad essere quasi più aggiornata, vitale ed informata della cronaca quotidiana ufficiale.
Il Forum è stato insomma un luogo dove sono nate amicizie forti ed amori che ancora oggi resistono al tempo, laboratorio di serate, acceleratore di crescita per eventi, djset, aperitivi, veicolo promozionale delle vicende cittadine, uno spazio vissuto in massima parte dalla Ferrara più giovane e dinamica a quel tempo.
Poi, inutile negarlo, è arrivato Zuckerberg con il suo social blu, portandosi via l’epoca dei forum e quella dei blog in pochi anni. Nei mesi si è ridotta sempre di più l’attività, fino alla sostanziale morte di un forum che oggi immobile respira tranquillo senza più messaggi nuovi, archivio virtuale delle belle ore passate.
“Io ancora credo nei forum”, conclude Guido, che ogni anno rinnova il dominio per mantenerlo online ad imperitura memoria. Foto, racconti di serate, discussioni sulla città o sugli utenti, mercatino, consigli per un affitto, locandine di serate, recensioni di locali, nicchie su temi musicali, sportivi o letterari: fatevi un giro per riscoprire gli anni Zero in quel microcosmo del Ferraraforum.