Qualche giorno fa ho avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con il batterista della band Duo Orchestra +1, originaria di Comacchio. Edoardo Cavallari, 26 anni, originario della Funtàna (il nome in dialetto di San Giuseppe di Comacchio) è ancora vestito da bagnino, mi ha raggiunto in sella al suo scooter, per un aperitivo veloce e per parlarmi della band di cui fa parte ormai da qualche anno.
“Innanzitutto, spieghiamo il nome. Il Duo Orchestra è nato nel 2014 quando ancora non ne facevo parte, grazie alla collaborazione tra Matteo Mangherini e Alfredo Mangherini, che in comune hanno solo il cognome. Infatti, si tratta di due musicisti con un background musicale molto differente tra loro; Matteo proviene prettamente da un rock psichedelico, lavora molto sul suono e si occupa della parte più melodica e meno ritmica. Invece Alfredo, è uno strimpellatore di musica classica, la sua passione riguarda un tipo di musica più ritmica, con richiami a suoni sudamericani. Sono quindi due musicisti in contrasto, il cui scopo è quello unire stili diversi, intrecciare suoni e atmosfere con l’idea finale di creare un suono svincolato da ogni etichetta di genere sperimentando insieme diversi stili tra i quali modal jazz, folk e rock psichedelico. Nel 2016 quasi per gioco mi sono unito io, con l’idea iniziale di una collaborazione temporanea, il mio scopo è di rendere la musica non solo sonorizzazione, ma aggiungendo qualcosa di più “concreto”, portato appunto dal mio strumento, la batteria. Da qui la nascita del nome, Duo Orchestra + 1.”
Di cosa trattano i vostri brani?
Lo scopo principale dei nostri brani è quello di riavvicinare il mondo umano a quello naturale. Infatti, tutte le nostre canzoni hanno un collegamento preciso ad un luogo naturale e paesaggistico. In alcuni brani, nei quali è stata aggiunta la voce, di solito assente, lo scopo non è quello di aggiungere un testo preciso, bensì di rendere la voce uno strumento vero e proprio, che segue una melodia sua, sono suoni e note.
Il nostro ultimo singolo «Untitled Nature» ha proprio questo scopo ben preciso, che si può notare appunto anche osservando le immagini del video. Vuole creare una simbiosi tra uomo e natura; aria, acqua e ghiaccio. Anche qui sempre combinando l’immagine con il suono.
Inizialmente lo schermo è diviso in due, donna e natura, poi lentamente le due immagini si uniscono fino a sovrapporsi. Bravissima è stata anche Enrica, la ballerina che compare nelle riprese, che è riuscita a creare con il proprio corpo quello che noi abbiamo creato con la nostra musica, accostando così anche con la sua figura sempre in movimento una ricerca di una natura costantemente diversa e mutevole, come il corpo umano.
Parliamo del vostro ultimo disco, è il terzo giusto?
Sì. Questo nostro ultimo disco, basato sempre sul concetto di collaborazione che contraddistingue la nostra band, vuole sottolineare ancora una volta come questo + 1 sia in realtà l’idea di coinvolgere più musicisti. Infatti, in alcuni brani sono presenti un violoncellista, Enrico Scavo di Ferrara, ed un sassofonista, Piero Bittolo Bon, creando qualcosa di più concreto e con lo scopo di ampliare il nostro spettro di spettatori. L’idea di questo disco è infatti quello di renderlo più fruibile, aggiungendo qualche nome e anche la voce, data da due cantanti, anche loro di Comacchio, ovvero Sara Carli Ballola e Martina Alberi.
Avrà una copertina insolita e molto bella, ce la spieghi?
Ancora una volta si tratta di una collaborazione, parola chiave che caratterizza la nostra band. L’ha creata Simona Trasforini, una graphic designer molto brava di Comacchio. Lo sfondo bianco che si vede non è realizzato al pc, si tratta proprio di un cartoncino bianco che è stato tagliato in tre parti e al cui interno sono stati messi tre materiali naturali. L’idea del III rispecchia appunto il numero del disco, poi il numero dei tre componenti principali della band. L’idea della copertina, come appunto il progetto e quelle che sono le idee con cui creiamo i nostri brani, è di creare un paesaggio nella mente di chi ci ascolta. E questo simbolico 3 della copertina racchiude appunto tre materiali, e tre luoghi naturali: i sassi rappresentano i torrenti, zone rocciose, quindi principalmente le montagne, che per noi si tramuta in un luogo preciso: l’Islanda. La vegetazione, verde e rigogliosa, la parte più sudamericana con un’immagine boschiva. Ed infine le conchiglie con il mare, che si ricollegano ad un brano «surf» che sarà presente in questo ultimo disco.
Mi hai detto che i vostri brani sono collegati a posti precisi, a cui avete pensato nel momento in cui li avete scritti. Quali sono?
Non ti voglio anticipare niente di troppo preciso, saprete tutto al momento dell’uscita del disco. Ti posso però confermare che ogni brano si ricollega ad un posto in particolare, ed ogni luogo è distante geograficamente dall’altro. C’è un brano che si ricollega al mare, uno ad un fiume e via dicendo. Per quanto riguarda invece il nostro singolo, Untitled Nature, ti posso dire che è ispirato all’Islanda, non ha un nome vero e proprio, non solo perché l’Islanda presenta nomi impronunciabili, ma anche e soprattutto per l’idea che si lega non ad un paesaggio ma all’unione tra natura umana e natura vegetale.
Se mi dovessi dire a che genere musicale appartenete, cosa mi risponderesti?
(ride) Gira un po’ intorno al post rock… ma è difficile da catalogare realmente. Non è una cosa standardizzata, noi scriviamo i nostri brani più “a sentimento”, se mi passi il termine, la nostra musica va ad interpretazione e si basa su quello che l’ascoltatore sente quando ci ascolta. Principalmente però direi rock psichedelico, folk e jazz. Delle volte il brano è vincolato dal suono e dai gusti della cantante. Quindi direi che non esiste una risposta precisa a questa domanda.
Data di uscita?
La data d’uscita del nostro ultimo disco è prevista per il 15 settembre… ormai ci siamo!
Che dire… SAVE THE DATE!
More info: https://www.facebook.com/orchestraduo/