Nell’aprile del 2018 è uscito il quarto capitolo (una sorta di ripartenza alla trama) di God Of War, storica serie di videogiochi, per Playstation 4.
Vincitore della gran parte dei premi per il gioco dell’anno, quest’opera si caratterizza per uno stile narrativo particolare, un unico piano sequenza che non si stacca mai dalle spalle del protagonista, quasi come nel film “Birdman”, e che nel fragore di un violento gioco di azione nasconde una storia di paternità, redenzione e accettazione di sé stessi e della propria natura.
Le storie del mondo in cui si è per scelta esiliato Kratos, fuggito dalla Grecia per approdare ad una Scandinavia dominata dalla mitologia Norrena, vengono raccontate lungo i momenti di viaggio in barca, con Kratos e suo figlio Atreus, tra domande e racconti di un mondo sconosciuto man mano svelato da Mimir, il gigante saggio, in loro compagnia. Sono sequenze di puro racconto, di navigazione e scoperta, di parole in cui il mondo acquisisce chiavi di lettura nuove, contribuendo a far comprendere i perché di un luogo, i confini della storia, i colori di un mondo.
Con un curioso parallelo anche parte della redazione di Filo si è trovata a solcare le acque intorno al Castello Estense con i propri figli, all’interno di quel fossato che delimita la struttura simbolo della città da diversi secoli, pensata per primo da Nicolo II D’Este nel 1385. Condividendo così uno di quei momenti in cui le prospettive si ribaltano: dopo una vita ad osservare dall’alto quell’acqua illuminata dai fuochi d’artificio ogni 31 dicembre, sembra incredibile averla a portata di mano, letteralmente, a pochi centimetri dalle proprie dita.
Si parte da piazza Savonarola, dall’enorme cancellata che affaccia sul fossato a fianco della birreria Giori. Una navigazione breve, quindici o venti minuti, accompagnata da una guida e da una voce registrata che raccontano in un curioso dialogo (dove una parte è immutabile) qualche secolo di storia di un Castello immobile al suo posto (ma non immutato nel tempo) e di una città, o forse di una civiltà che è cresciuta, vissuta e cambiata intorno ad esso.
Costruito in seguito ad una rivolta popolare verso i potenti dell’epoca a causa delle tasse troppo alte (un tema sicuramente mai passato di moda) la struttura è passata nel tempo da fortezza medievale alla corte degli Estensi a residenza nobiliare fervente di vita e ampliamenti, fino all’attuale vita quale monumento simbolo di Ferrara come città del Rinascimento da parte dell’Unesco.
Echi di epoche diverse nel racconto ascoltato durante il viaggio fanno immaginare un passato completamente diverso rispetto alla calma immobile di oggi: regate delle donne nel fossato durante le feste nuziali più importanti, i ponti levatoi attivi e pronti ad essere utilizzati per difesa, gli ampliamenti per gli slanci in verticale delle torri per diventare osservatorio della città, arrivate a circa quaranta metri di altezza.
La torre dell’orologio, con il datario aggiornato manualmente, ogni mattina, per centinaia di anni fino al terremoto del maggio del 2012, che ne ha momentaneamente cristallizzato l’incedere del tempo, in attesa della fine dei lavori di ristrutturazione.
Quindicimila metri cubi di di acqua profonda circa due metri, acqua ora ferma, quasi immobile, spettatrice inconsapevole degli sguardi dei turisti, nel fine settimana attraversata con garbo da una barca, silenziosa, che ruota intorno al castello, senza quel senso di pericolo e difesa che in altre epoche era il sentimento principale.
Visto da dentro il Castello è ormai compagno di cittadini e turisti, mentre visto da sotto, navigato con lentezza, riprende maggiore statura, si regala diversi metri di altezza e si rialza imponente. Pare guardare con occhio sornione, come il serpente del mondo di God Of War, che nella tradizione dorme silente, così grande da poter avvolgere il mondo e toccare ugualmente la propria coda, in attesa del Ragnaròk, la battaglia finale per il mondo.
Una prospettiva diversa, il colosso di pietra visto dall’acqua, l’imponenza vista da una piccola barca, i segreti scoperti senza entrare all’interno, qualcosa per ricordare ai grandi di domani quanta storia è accaduta intorno a queste mura antiche.
PER INFORMAZIONI:
Visita in barca intorno al fossato del Castello Estense
https://www.castelloestense.it/it/attivita-e-bookshop/visita-in-barca-nel-fossato