Siete sotto l’ombrellone e vi siete dimenticati la Settimana Enigmistica? Vi vengo in aiuto io con qualche quiz: che collegamento c’è tra Morris e Berte e il mito di Orfeo? Troppo difficile? La soluzione la troverete nelle ultime righe, intanto ve la faccio più facile: chi tra i nostri lettori di Ferrara si ricorda dei Morris Berte Party?
Tutti, lo so: con chiunque io abbia parlato di quelle mitiche feste che oggi ha tra i trenta e i quarant’anni di età c’è stato almeno una volta.
Allora dritti alla prossima domanda: indovinate chi non ha mai partecipato a un Morris Berte Party? Soluzione: io. Giuro. Non so come sia potuto succedere, sono consapevole di non avere un animo da party-girl, ma scoprire che ogni mio coetaneo conoscente, parente e amico sia stato a quelle feste e io no mi preoccupa; quando poi incontrando Morris e Berte ho scoperto che quel Berte per me era semplicemente Fabrizio il mio vicino di casa da una vita, mi sono veramente domandata dove ero io mentre tutti partecipavate alle feste del secolo. Probabilmente mi trovavo nel sottosopra a giocare a briscola con Will e qualche Demogorgone. Mi pare la risposta più plausibile.
Quando incontro i due ideatori di quelle feste, non mi rimane che capire cosa mi sono persa. Oggi fanno tutt’altro, sempre insieme, ed è anche per questo che facciamo due chiacchiere con loro: giovani, carini e occupati. Ma andiamo per ordine.
Morris, Berte, come sono nate le vostre feste?
Le prime volte erano semplici feste in casa come fanno in tanti, nel 2002 a casa di Morris, poi visto il rapido successo ci siamo spostati in un capannone a Portomaggiore. Lì avevamo già raggiunto le cinquecento persone. Erano feste non strutturate, pochi euro per entrare e free bar per tutti. Abbiamo deciso di diventare un’associazione culturale e fissare due appuntamenti annuali: halloween e carnevale. Il modello era semplice: festa in maschera, pasta da mangiare, gruppo dal vivo, dj, premiazione del costume migliore. Ci facevamo pubblicità alla vecchia maniera: un sacco di bigliettini stampati in fogli A4. Riuscivamo a fare il tutto esaurito già con la prevendita.
Qual era il segreto di questo successo?
Il segreto era essere in un locale senza sentirsi in un locale. Il clima rimaneva quello delle feste in casa. Come staff eravamo circa quindici persone, tutte vestite in tema con la serata. Ci sono state maschere memorabili: un anno un gruppo è arrivato vestito da pulmino con gli scolari a bordo! Per stare dentro con i costi avevamo qualche accortezza: tanto ghiaccio nei cocktail e prima di mezzanotte solo birra e sangria, i superalcolici arrivavano più tardi. Un mese dopo le feste se ne parlava ancora.
Quando è stato l’ultimo party?
Halloween 2012. Le prime feste tra amici e conoscenti erano tutte facce note, nelle ultime ci siamo accorti del cambio generazionale, non conoscevamo più nessuno e ci siamo fermati.
Morris e Fabrizio, amici fin dai banchi di scuola, hanno continuato insieme un nuovo progetto, aprendo un R&B a Cona che si chiama I due Orfici. Dalle feste al turismo?
Nel 2012 apre l’ospedale di Cona e Morris ha due case di proprietà proprio a Cona. Abbiamo pensato a un room & breakfast nonostante i pareri sfavorevoli di tutti per via del terremoto, la crisi, l’incertezza dell’ospedale nuovo, ma noi abbiamo insistito. Siamo riusciti ad inserirci nel giro dei siti di gare di pescatori e abbiamo stretto delle convenzioni con l’ospedale e con ristoranti. Ci siamo mossi come facevamo per le feste: passaparola e volantini, siamo andati a presentarci agli altri b&b, alcuni ci hanno accolto, altri neanche considerato. In un anno ci siamo organizzati e abbiamo ristrutturato creando stanze ognuna con il proprio stile, Minea Saieva, artista e artigiana di “Pensieri di sabbia” ci ha aiutato con le decorazioni. Eravamo sempre qua, noi, i nostri parenti e gli amici che passavano a dare una mano.
Nel primo periodo, quando l’ospedale non funzionava ancora a pieno regime, lavoravamo essenzialmente con i turisti, ma solo nei fine settimana. Abbiamo pensato a coprire tutte le spese, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta e adesso abbiamo diversi ospiti, tra turisti, pazienti e qualche medico fisso.
Mentre parlano i ragazzi ci accompagnano tra le stanze del r&b: singola, doppie e triple, tutte curate nei minimi dettagli, persino nel colore delle lenzuola in pendant con le tende e le piastrelle del bagno. Ad ogni stanza aggiustano un filo che sporge o una caramella centrandola nel piatto con cura. Sul retro l’edificio si affaccia su un grande giardino.
Con un giardino così grande a disposizione non avete pensato a ricominciare con le feste?
Ogni anno aggiungiamo dettagli anche al giardino, per adesso c’è una struttura che può riparare dalla pioggia ma il lavoro da fare è ancora tanto, noi continuiamo sulla nostra strada in maniera positiva, giocandocela sempre!
Un’ultima cosa, la soluzione al primo quiz: abbiamo girato le stanze, ognuna dedicata a un personaggio del mito di Orfeo. Come mai avete chiamato il vostro r&B I due Orfici, siete appassionati di mitologia?
L’aneddoto risale ai tempi delle feste: ci conoscevano tutti e spesso nei locali e nei ristoranti non ci facevano pagare. Con noi c’era sempre un amico al quale invece non veniva mai offerto niente. Una volta ci ha detto “siete come Orfeo, che entra e esce dall’inferno”. Da qui gli Orfici.
Ah. Ok. Dopotutto non capisco mai neanche le soluzioni della Settimana Enigmistica. La cosa importante è che non storpiate il nome, non è orfani, non è orefici, è Orfici e non so le feste, ma al r&b in una recensione darei il massimo delle stelline.
P.S. nel caso mi stia perdendo qualche altro evento memorabile, per favore, attaccate qualche lucina al muro che vi dico dove venirmi a recuperare!