Sabato 22 giugno, secondo giorno d’estate. Ferrara si sveglia coccolata da un’insolita brezza leggera, silenziosa, che s’intrufola sotto le tende rosse rese umide da una notte insonne, facendole danzare su un ritmo lento. L’ipnosi dell’aria è un incantesimo dal quale solo il profumo insistente del caffè e il fischio della teiera sanno liberarmi. Tazza, zucchero, litania del cucchiaino e pensieri in serie, mentre respiro gli ultimi ricordi di pioggia. “Non ci sono più le mezze stagioni” sento nel mio cervello, che recita mnemonicamente citazioni oltremodo scontate, arma di quelle conversazioni dall’incipit già stanco. Torno alla realtà, un’altra pirouette del cucchiaino e sento le bambine del vicino che si lamentano, vorrebbero andare al mare. Ma il cielo oggi non si presta a benevole trattative. È imbronciato. Si lamenta, questa nostra Natura. È lunatica, visibilmente offesa e ferita. Un pianeta intero ruota sulle nostre scelte, sulle preferenze di un’unica specie che sceglie la comodità e consapevolmente chiude gli occhi davanti ai suoi errori, alle sue mancanze. D’una nuova generazione che possiede tutto e non ne conosce il vero valore, spesso inconsapevole vittima d’una macchina carnefice di produzione e sfruttamento poco velato, teso ad un profitto distruttivo.
Come si faceva prima, senza tutto questo? Senza tutti i confort dei quali quotidianamente disponiamo? In mancanza di congegni che necessitano di una leggera attenzione e pressione per svolgere funzioni che ci risultano troppo lunghe e faticose? Di elementi tutti prodotti in serie, destinati all’uso effimero e alla vita centenaria nell’oblio?
Prima, c’erano i nonni che vendevano nespole in cassette di legno agli angoli della strada. Prima, c’erano le signore con i bigodini che stendevano i panni al sole. Prima, ai mercati, tutto era venduto sfuso.
Forse, dunque, non ci farebbe male avere una macchina del tempo. Ritrovare le abitudini di una volta. Rinunciare a tutto questo marasma consumistico e riscoprire l’autenticità delle materie.
Non semplice…ma non impossibile! Un aiutino?
Si chiama Sfuso per Natura! Un piccolo negozio che ha inaugurato sabato in via Garibaldi 12, a pochi passi dalla Piazza Municipale, in una delle arterie commerciali della città che sta riscoprendo la creatività e il bello della genuinità. Questo nuovissimo inquilino del centro apre le sue porte diffondendo aromi che ricordano le cucine delle case di campagna, con dei trofei di cetrioli, spinatrici d’innumerevoli sfumature di fagioli e altri cereali, spezie e frutta secca. Ma non solo. Perché non sono soltanto gli alimenti ad essere nudi e bellissimi nella loro natura, ma anche tanti prodotti per la cura della persona: balsami, scrubs, creme e dentifrici accompagnati da spazzolini in puro bambù.
Il titolare Lorenzo Pavanello, un ragazzo sorridente, gentile (e attorniato dalla vera e propria folla giunta per scoprire il suo angolo di natura urbana) mi accoglie offrendomi un succo di un verde denso, con note di zenzero. Mi guida tra i prodotti biologici, quelli per i celiaci e gli intolleranti, passando tra arcobaleni di curcuma, ortica e liquirizia:
“Abbiamo voluto portare nel cuore di Ferrara un angolino dedicato a chiunque desideri seguire una filosofia responsabile e adottare un approccio più naturale e sano all’alimentazione e alla quotidianità. Tutti i nostri prodotti sono il risultato di scelte consapevoli, di selezioni operate rispettando la natura e le sue forme, le sue tempistiche. Vogliamo che la nostra clientela possa essere in grado di optare per degli alimenti più sani, senza dover necessariamente far uso di involucri inutili, di packaging attraente dal contenuto dubbio. Il nostro prodotto è nudo e visibile, libero da costrizioni quantitative. I clienti possono scegliere di acquistare a peso, usufruendo di contenitori riciclabili di proprietà o reperibili in negozio. E questo vale anche per quanto riguarda detersivi e detergenti. Che si venga con una sportina di cotone, un contenitore di vetro da un litro o una tanichina da cinque, le nostre porte sono aperte!”
Mi piace. Mi ricorda quei negozi del nord Europa dove già da qualche anno, la realtà del Zero Waste ha iniziato a conquistare le città.
Alla mia sinistra noto una bacheca, appunti di ricette, disegni d’avocado e tavole informative con gli allergeni. Alla mia destra, colonne lignee con nicchie che ospitano prodotti per l’igiene personale e creme di ogni genere. Barattolini di vetro, scatoline e contenitori di carta.
Ciao plastica, ciao!
Acchiappo un bicchiere d’acqua aromatizzata, arrivano note d’anice e pepe rosa. Rifletto sul nome del negozio, amo i giochi di parole.
Sfuso perché così nasce in Natura. Sfuso perché è così che si rispetta la Natura.
Sfuso per Natura è un salto indietro nel tempo che equivale al primo traguardo di una maratona verso il rispetto della Natura e dei suoi doni, all’amore per noi stessi e per quel che ci è caro. Fateci un salto!
Orari e informazioni pratiche qui:
www.sfusopernatura.com
2 commenti
Compigmenti, bellissimo articolo è ottima pubblicità x Lorenzo.
Grazie mille!