In Viale Cavour, di fronte al “Ferrobeton” e dietro le poste centrali, proprio in angolo con Via Fausto Beretta, esiste un grosso complesso edilizio molto bello, edificato alla fine degli Anni ’40. All’angolo c’era inizialmente un bellissimo Caffè Bar Pasticceria, l’ASTRA, dotato di un grandissimo dehors con gli ombrelloni. Non sono mai entrato in quel locale perché di certo mi sarei sentito a disagio. Passando guardavo i frequentatori abituali ed era evidente che quello non era posto per giovanotti pedestri come noi. Era considerato un ambiente “troppo su”.
Ora tutto il fabbricato ospita filiali di banche, ma in origine c’era appunto questo Caffè molto elegante, normalmente frequentato da uomini d’affari e figli di “papà”, alcuni dei quali muniti di GT parcheggiate nemmeno nel controviale, ma direttamente su viale Cavour in direzione stazione. Erano insomma pronte per imbarcare allegre compagnie per qualche gita spensierata.
Adiacente al Caffè c’era una bellissima sala cinematografica a completare il polo di attrazione, il cinema Astra appunto, all’avanguardia sia per la tecnologia di proiezione sia per l’ardita architettura interna innovativa e funzionale. La sua posizione nel viale più importante della città conferiva alla sala un grande prestigio e particolari comodità, come ad esempio quella di parcheggiare l’auto nei pressi (un sogno al giorno d’oggi), l’essere affacciata su un largo marciapiedi per le famose due chiacchere prima e dopo lo spettacolo e un bar di un certo livello nella porta accanto.
Varcata una delle porte d’ingresso, ci si ritrovava in un ampio vestibolo rettangolare trasversale, all’interno del quale, di fronte, era sistemato un imponente bancone per la biglietteria, e ai lati c’erano i due ingressi alla sala di proiezione nascosti da ampi sipari drappeggiati di tessuto pesante: mi sembra fossero rosso cupo, molto scuro, forse di velluto.
Fin qui niente di eccezionale, ma appena varcata la soglia… ecco, quello che nessuno si aspettava di vedere. La prima impressione era quella di avere le traveggole perché tutto era simmetricamente storto: il pavimento aveva un’evidente pendenza convergente al centro per ogni lato. Le poltrone erano in discesa per i primi tre quarti di sala e in salita per la parte più vicina allo schermo. Se si fosse fatta scorrere acqua dai vari lati della sala sarebbe confluita in un ipotetico scarico centrale leggermente più vicino allo schermo: un enorme lavabo cinematografico, poco profondo.
Lo schermo era posto molto in alto e le poltrone, che seguivano l’andamento del pavimento erano leggermente sfalsate tra loro. Questa strana conformazione consentiva allo spettatore una buona visuale dello schermo in qualsiasi posizione della sala esso si trovasse. Nel tempo si notò che le persone di statura medio-bassa, per una strana ragione psicologica, preferivano sedersi ai lati, pensando forse che le posizioni risultassero dominanti. Evidentemente i posti laterali più alti facevano sentire queste persone più a loro agio…
L’altra grande innovazione dell’epoca era il moderno sistema di ricambio e condizionamento dell’aria. Depurare l’ambiente dai fumi delle sigarette era una conquista di grande importanza. Ricordiamoci che un tempo non era vietato fumare nei locali pubblici e al cinema le sigarette andavano una dietro l’altra, eppure all’Astra si respirava benissimo e gli occhi non bruciavano mai. Il fumo esaltava solitamente l’azzurro fascio luminoso che usciva dalla cabina di proiezione, ma in questa sala questo effetto era quasi nullo. In sala durante la proiezione bisognava stare tranquilli e composti perché solo così era possibile beneficiare di tutti i vantaggi offerti dalla struttura, ma alle volte capitava di finire dietro ad una coppia di fidanzati esuberanti e mai fermi… a quel punto tanto valeva essere al Diana! I film proiettati comunque erano sempre di prima visione assoluta, tranne quelli della MGM perché di quelli l’Apollo aveva l’esclusiva.
La crisi delle sale cinematografiche ha negli anni mietuto vittime ovunque, e l’Astra non è stato purtroppo da meno, chiudendo i battenti ben prima dell’avvento delle multisala, del digitale e dello streaming.
1 commento
Ho svolto il servizio militare a Ferrara nel 1975 e utilizzando Google Maps ho notato che la Mappa non riporta più il cinema Astra. Ricordavo che il cinema era in viale Cavour, non molto lontano dall’omonimo Hotel. Capisco che molta acqua è passata sotto i ponti da allora, ma ringrazio Florio Piva per aver descritto il cinema Astra. La sua descrizione mi ha riportato a 45 anni fa, quando ho visto un film al cinema Astra di Ferrara. Non ricordo quale, ma sicuramente di prima visione, perché il cinema Astra, come ha sottolineato Piva, era di lusso. Dicevo di non ricordare il film, ma ricordo il titolo della canzone che risuonò al termine, in attesa che i nuovi spettatori occupassero i posti di quella splendida sala in discesa ed in salita. La canzone era “Vado via” di Drupi. Auguri a Florio Piva da una persona che ama la sua Ferrara.