– E poi oggi è uscita la prima lista di nomi per il Club to Club di Torino.
– Quando? Oggi?
– Si, lo leggevo un’ora fa. Ci sono James Blake, i Chromatics, Flume…
– Ok, ci devo andare. Mio marito mi ucciderà, ma devo comprare i biglietti. Si, ci vado.
Sto parlando da un’ora, quasi, con Elisa Giusti, da tre edizioni direttrice artistica di Ferrara Sotto le Stelle, che di anni quest’anno ne compie ben ventiquattro. Non può essere un incontro come gli altri: ci sentiamo di tanto in tanto via mail, lungo l’anno, per richieste, condivisioni, saluti. O informazioni su concerti, imperdibili, come quello di cui abbiamo accennato e di cui finiamo a parlare durante l’intervista, quasi fosse un flusso di coscienza.
Ci sentiamo, in qualche modo per un’idea stessa di ringraziamento (e di supporto) per il festival che negli anni ha saputo scrivere pagine importanti per la musica dal vivo italiana, portando in Piazza Castello concerti di qualità incredibile. A prendere quello che fu il posto di Roberto Roversi è stata una persona proprio come Roberto Roversi, come chi scrive, come quel manipolo di appassionati che prendono un aereo per andare ad un concerto o ad un festival all’estero, come tutte quelle persone che riempiono di passione un mondo costellato di fatiche, frustrazioni e sogni che ogni tanto diventano realtà, e spesso rimangono tali. Senza fermare mai l’inesauribile passione per la musica.
Ti voglio fare una domanda da lettore di stampa generalista: come mai non vengono certi nomi ancora più grandi a Ferrara Sotto le Stelle? O come mai mancano alcuni generi? Come funziona la scelta degli artisti?
C’è un principio di base: sono artisti che piacciono a me, a noi che organizziamo. Non ho problemi a rivendicare tutto, dal colpo da maestro di Thom Yorke (leader dei Radiohead ndR) di questa estate a quando vennero i Thegiornalisti (nel 2017) per cui fui quasi accusata di essermi venduta. Ferrara Sotto le Stelle ha una sua identità precisa e la composizione del cast dipende da molte logiche, non ultime, anzi principali, le possibilità economiche e organizzative. A volte le trattative durano mesi e poi l’esito dipende semplicemente dalle scelte personali, anche della band: il luogo più bello in Italia, la comodità magari di Milano rispetto a Ferrara, l’offerta più alta di un concorrente.
Sappiamo che c’è stato un nome grande inseguito per tanto tempo e poi sfumato nelle ultime settimane.
Si, lo possiamo anche dire: era la data dei Vampire Weekend. Hanno scelto Milano dopo una trattativa durata mesi, ma sono personalmente contenta anche in questo caso: mancano da diversi anni in Italia, uno tra i pochi paesi dove non hanno avuto il seguito che meritano ed auguro loro ogni bene.
Prima di parlare della scaletta dell’edizione 2019, vuoi parlarci dei cambiamenti immaginati per il futuro?
Ferrara sotto le Stelle compie il prossimo anno venticinque anni: è un grande traguardo per un festival musicale, specie in Italia, dove è tutto molto difficile e siamo tra gli esempi più longevi. Sicuramente il pubblico sta cambiando e la città sta cambiando: mi piacerebbe poter ragionare in termini di concerti in luoghi più piccoli oppure, perché no, più grandi. Se uno mi dicesse, per dire, il nome di Coez, beh, se ha un pubblico di 13000 persone a Roma, ovviamente in Piazza Castello non è fattibile, visto che ha una capienza di 4900 persone. Quello che possiamo però immaginare è di aprirci a spazi diversi, esplorare la città, poter lavorare su artisti magari in crescita oppure più grandi di quelli che possiamo ospitare ora. Il tutto rimanendo comunque nel periodo estivo, tra giugno e luglio, perfetto per i tour europei e per l’attrattività della città.
E per quanto riguarda questa edizione?
Partiamo l’undici giugno con i Teenage Fanclub, una band storica e seminale del rock indipendente: li consiglio davvero a chiunque, perché tanta musica che ascoltiamo oggi e che abbiamo ascoltato deriva da quella scena indie di cui sono stati precursori. Poi una doppia data al femminile: Julia Holter (24 giugno) e Soap & Skin (25 giugno) sempre nel cortile del Castello, due artiste di culto. Julia Holter è particolare, non scende a compromessi, sperimenta, è diventata la regina del pop d’avanguardia in pochissimi anni. Soap & Skin invece, con la sua voce algida e unica, ha un timbro che ti scuote dentro nell’anima e che consiglio davvero a tutti di non perdersi.
Gli ultimi due appuntamenti, in Piazza Castello sono poi Thom Yorke (18 luglio), di cui davvero non c’è molto da dire se non che sarà un concerto imprevedibile, molto di elettronica e sorprese, diverso dallo stile dei Radiohead; infine Tash Sultana (22 luglio) giovanissima e incredibile ragazza di Melbourne, esplosa negli ultimi anni e che, sola sul palco, suona qualunque strumento senza aiuti e campionandosi; che sarà uno spettacolo incredibile, di energia giovanile al femminile.
Appunto: quest’anno la componente al femminile del cast è piuttosto importante. È qualcosa che sta succedendo in diversi luoghi del mondo, basti pensare al Primavera Sound di Barcellona che ha, per scelta, metà degli artisti donna in cartellone. Anche dai noi è una scelta voluta?
Si e no. Sicuramente mi fa piacere, la parità dei sessi è una cosa in cui credo molto ma non c’è una scelta a tavolino: come detto mi sento molto una purista, al momento e la scelta degli artisti viene da una profonda stima personale di chi suona. Non mi sento di escludere cambiamenti in futuro.
In termini di allargamento dei generi presenti, magari con l’aggiunta di artisti legati al mondo dell’hip-hop o della trap o altro ancora?
Perchè no: in fondo anche nel percorso di Ferrara Sotto le Stelle c’è stato un avvicinamento al mondo dell’indie-rock, mentre nei primi anni vi era ad esempio una certa componente di world music o di artisti più autoriali come Patti Smith o Bob Dylan, eppure ha funzionato. Bisognerà seguire i cambiamenti.
Cosa ti aspetti da questa edizione?
Che la gente si diverta. Che abbia il coraggio di provare a sentire un brano o semplicemente acquistare il biglietto, che sia consapevole che in quel momento si sta facendo cultura e che semplicemente stia bene.
—
Forse è tutto qui, il discorso. Un festival o un concerto è fatto di passione, di vero amore e non di logiche (pur presenti, pur che incombono) strettamente economiche o organizzative, in un’epoca di frammentazione del mercato, ormai con una offerta di concerti ampia e difficile da reggere per tutti, sia per chi organizza che per chi ne fruisce e deve fare delle scelte.
In questo senso, la secolare Piazza Castello e il Cortile si preparano ad ospitare una edizione aperta alle emozioni (questo il filo conduttore dei vari artisti, ci sentiamo di sintetizzare) e che forse sarà l’alba di una serie di cambiamenti che non possono che seguire un mondo, quello della musica suonata e dei live, ormai in piena evoluzione, anzi, rivoluzione in questi ultimi anni. Ma se rimane la scintilla della passione, Ferrara Sotto le Stelle non smetterà di essere un appuntamento centrale delle nostre estati musicali per parecchio tempo.
Le date:
11 Giugno: Teenage Fanclub + Be Forest (Cortile del Castello)
24 Giugno: Julia Holter (Cortile del Castello)
25 Giugno: Soap & Skin (Cortile del Castello)
18 Luglio: Thom Yorke + Andrea Belfi (Piazza Castello)
22 Luglio: Tash Sultana (Piazza Castello)
Info e biglietti:
https://www.ferrarasottolestelle.it
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