Chi è Mattia Mantovani? Un ragazzo dal fisico definito, le braccia di chi conosce il lavoro pesante, il sorriso genuino di un giovane che, nonostante inizi a essere conosciuto per le doti di ballerino, conserva preziosamente la sua umiltà. Mattia è una persona semplice e divertente, un ventiseienne a cui non mancano mai la battuta e la musica accesa. Nato e vissuto a Goro, ha iniziato a lavorare in mare molto presto, seguendo le orme della sua famiglia.
È un mercoledì sera di fine marzo quando vado a trovarlo a casa, dove mi accoglie per cena con un piatto di cozze e vongole deliziose, raccolte proprio da lui la mattina stessa, per raccontare la sua esperienza inaspettata. Non ci conosciamo ancora, ma l’avevo visto, come forse molti di voi, in diretta su Rai Uno al fianco di Carlo Conti a La Corrida.
Come sei finito a fare il “dilettante allo sbaraglio”?
Me lo domando spesso anche io… Mi hanno chiamato per un provino al ristorante pizzeria Pacero di Occhiobello, dove ho ballato su “Can’t stop the feeling” di Justin Timberlake. Il giorno dopo mi hanno telefonato per chiedermi un mio video con una nuova coreografia. Ho scelto di girarlo allo Chalet del Mare a Lido delle Nazioni, dove lavoro da anni. Una volta spedito il video mi hanno chiamato nuovamente: “La tua esibizione è piaciuta, Saresti disponibile per la seconda puntata della Corrida?” Ero sorpreso, curioso ed emozionato. Mi hanno telefonato per un’intervista, poi sono andato a Roma. Quando sono arrivato negli studi della Rai mi è stato mostrato il mio camerino privato, poi ho fatto le prove con Carlo Conti. È in quel momento che ho iniziato a essere veramente agitato. Ho provato il mio balletto e ho chiesto a Carlo se poteva dirmi quali domande mi avrebbe rivolto in diretta, ma la sua risposta è stata semplicemente: ‘Tu devi solo presentarti domani. Vedrai che io e te ci divertiremo’. Quando sono arrivato in hotel, avevo un’energia incredibile.
Come ti sei trovato in albergo con gli altri concorrenti?
Sono stati tutti molto socievoli e cordiali con me che ero forse il più giovane in assoluto. Ci siamo divertiti, abbiamo scherzato tanto, c’era entusiasmo e trasporto.
Alla Corrida Mattia ha voluto mostrare, attraverso una coreografia tutta sua, i diversi stili di danza che ama mischiare, come il reggaeton, l’hip-hop, il popping…
Cos’hai provato la sera della diretta?
Devo ammettere che ero più agitato ai casting che in studio. Il pubblico non mi fa paura, anzi mi trasmette la carica giusta. L’emozione è stata tanta, ho avuto paura di bloccarmi all’improvviso perchè, ammetto, è un attimo perdere la concentrazione quando ci si ritrova al centro dell’attenzione, ma sentire gli applausi dei presenti è stato così appagante… Ho ricevuto conforto anche dalla mia famiglia che, a mia insaputa, era stata contattata per girare un video di incoraggiamento, una breve clip che mi è stata mostrata in diretta, proprio prima dell’esibizione.
Com’è stato il riscontro del pubblico?
Dopo la diretta sono tornato nel mio camerino e, giuro, non ho mai visto il mio telefono così in tilt. Non so quanti follower, like, commenti mi sono ritrovato in quel momento sia su Instragram che su Facebook!
Mattia, nonostante siano passati diversi giorni dalla sua apparizione in TV, trapela energia e stupore, come se ancora non riuscisse a spiegarsi perchè hanno voluto proprio lui.
I tuoi genitori sono stati contenti di quest’esperienza che hai vissuto?
Si, molto. La mia famiglia era sorpresa tanto quanto me quando ha saputo che ero stato preso. Il ritorno a casa, dopo la diretta a Roma, è stato bello, mi hanno fatto tutti una gran festa. Goro è piccola, ci si conosce ed normale passeggiare e incontrare amici e conoscenti. Nei paesini così, a volte ci si annoia, sono realtà che non offrono molto, ma il calore che unisce le persone, ecco, quello è uno dei motivi per apprezzare il luogo in cui sono nato e cresciuto.
Quando hai iniziato ad avvicinarti alla danza?
Ho iniziato a ballare a 17 anni, guardavo i video degli altri ballerini e provavo a riprodurne i passi. Sono autodidatta, non ho mai avuto un’insegnante, ho semplicemente intrapreso una sfida con me stesso: da ogni ballerino prendevo ciò che mi colpiva e lo facevo mio, spesso fondendo stili diversi. A 20 anni ho iniziato a lavorare come cubista allo Chalet del Mare, anche se io preferisco definirmi un “animatore”, poi hanno iniziato a chiamarmi per partecipare alle sfilate e attualmente sono “Mr. Notte Rosa” – mi dice Mattia sorridendo con tutta la modestia che lo contraddistingue –Quando non sono su una passerella o su un cubo, beh… trascorro il mio tempo in mare.
Il tuo è un lavoro molto faticoso.
In quanto allevatore di vongole veraci, purtroppo non ho orari. Lavoriamo in base alle maree e alle richieste dei commercianti. È da quando avevo 16 anni che faccio questa vita, ma è stata una scelta consapevole perchè la scuola non faceva per me. Però è un lavoro stancante e spesso destabilizzante: a volte mi sveglio alle 4 del mattino, altre alle 7, o dormo il pomeriggio… è stressante e dannoso per il fisico. Sto all’aria aperta, con l’umidità, per tante ore e, anche se ho solo 26 anni, i problemi alla schiena non mancano di certo.
Mi hai detto di non esserti pentito della tua scelta perchè raccogliere le vongole è una tradizione di famiglia. Se immagini il tuo futuro però, ti vedi su un palcoscenico o tra le onde del mare?
Sul palco – mi risponde Mattia, senza esitare nemmeno un istante –. Per me la danza è vita, mi aiuta a staccare la testa dai problemi, a mettere in pausa i pensieri, a eliminare lo stress. Della musica poi, non potrei mai fare a meno. Scelgo un brano e inzio a ballare, senza uno schema, senza una coreografia: improvviso. Quando sento la musica, inzio subito a ballare dentro la mia testa.