Incontro Davide del pub “Il Molo” una domenica pomeriggio, ha appena smesso di piovere su Ferrara e il suo locale ancora è in fermento per la partita di calcio che si è appena conclusa sugli schermi. “Allora Davide, parlami un po’ di te e del tuo bar…” gli chiedo per iniziare. “È un British pub!” specifica lui prontamente con un sorriso, “aperto 10 anni fa, serviamo solo birra proveniente da birrifici della Gran Bretagna: l’intenzione è di focalizzarsi su questo prodotto di nicchia per trasmetterne il valore anche in patria. Il locale ha una visione europea e la clientela sa che qua non troverà lo spritz a 2€ bensì specialità originali, scelte e di qualità, frutto di una ricerca personale in cui mettiamo noi stessi”.
Davide parla del suo lavoro con l’entusiasmo di chi ama ciò che fa ed è conscio di questa sua fortuna. La passione per il mondo inglese risale alla sua giovinezza: ne ha sempre amato la musica, i film (“Hai presente Quadrophenia di Franc Roddam, del 1979? Bellissimo!”), le idee di ribellione e di novità. È però nell’estate 2004, in cerca di una nuova direzione di vita dopo un periodo un po’ buio, che decide di fare i bagagli e trasferirsi a Brighton per 3 mesi. Ed è proprio qui, nel cuore della sottocultura britannica, fucina delle idee indipendenti e di tutto ciò che si può definire underground, che si interessa sempre di più al mondo brassicolo, cioè alla birra. Quando torna a Ferrara decide infine di aprire un locale, il Molo, che è appunto un British pub e un punto di riferimento per chi ama la perfida Albione. Inizialmente lavora con prodotti già reperibili in Italia, poi gradualmente insieme ai suoi collaboratori instaura rapporti commerciali con birrifici direttamente in Inghilterra, tramite frequenti viaggi di scoperta e di assaggio. In questo modo Davide riesce ad importare molti nuovi prodotti originali, fino ad allora sconosciuti in Italia, arricchendo esponenzialmente la sua offerta.
Nel 2014 durante un altro viaggio a Newcastle Davide assaggia una birra “sour”, cioè acida, che per la prima volta non era stata prodotta in Belgio come sarebbe usuale, bensì in Gran Bretagna. Gli piace talmente tanto che vuole assolutamente fare assaggiare queste produzioni estreme anche a Ferrara, ideando il festival ACIDO ACIDA, che trae ispirazione dalle modalità dell’Indy Man Beer Convention di Manchester. La 1° edizione di ACIDO ACIDA nel 2014 era tutta concentrata in un solo giorno, alla 3° edizione i giorni dedicati erano diventati due “e dovevi vedere, nella via c’era il disastro di gente! È stato emozionante!” racconta Davide. Per questa 6° edizione, con il patrocinio del Comune di Ferrara e la collaborazione di Ascom Ferrara, la manifestazione sarà ospitata nel chiostro di Santa Maria della Consolazione (accesso da via Mortara 94), nella sede della Contrada di Santo Spirito, i giorni di festival sono ben 4, dal 25 al 28 aprile. E se nei primi anni l’offerta di birre estreme si limitava solo alle acide, ora si estende anche ad altre tipologie.
Per organizzare questa edizione è servito un intero anno di preparazione, Davide e i suoi collaboratori hanno viaggiato ben 6 volte in Gran Bretagna, hanno visitato 5 festival e 25 nuovi birrifici. “È questo il bello, in molte città inglesi ormai ci conoscono bene, quando andiamo in visita a Bristol, Manchester, Newcastle… la gente ci riconosce e apprezza il nostro lavoro, siamo riusciti ad instaurare rapporti di fiducia reciproca a lungo termine” ci spiega.
Durante questo British Beer Festival indipendente, l’unico esistente al di fuori del Regno Unito, i birrifici ospiti saranno 49 con ben 125 spinatrici. Il festival funziona così: con 7€ si acquistano 2 gettoni, la guida alle birre e un bicchiere di vetro personale (riutilizzabile e collezionabile – chi ha quello dell’anno scorso può riutilizzarlo). Le birre sono divise in macro-sezioni, a seconda della provenienza: Inghilterra, Scozia, Irlanda. In ogni macro-sezione c’è una suddivisione in base alla “difficoltà” della birra: facili, medie ed estreme, contrassegnate da bollini verdi, gialli e rossi. Quasi tutte le degustazioni di birra “costano” da 1 a 3 gettoni a seconda del pregio. Ci saranno birre con note di cioccolato e ciliegia o lamponi e mandarino, spezie, miele o aceto balsamico e mandorle; altre ancora saranno maturate e affinate in botte di bourbon, cognac o scotch, con luppoli e malti speciali. La selezione è ampia, sorprendente e per tutti i gusti.
“Abbiamo organizzato una degustazione guidata il 25 aprile alle 17, ci saranno birre esclusive, create appositamente per ACIDO ACIDA da stabilimenti in Gran Bretagna. Saranno assaggi unici, nel vero senso della parola!”. Come da tradizione, il beershop I Due Gobbi sarà partner ufficiale, e curerà una selezione particolare di birre internazionali. “Pensa che abbiamo trovato ben 6 birrai italiani che lavorano a Londra, Leicester, Ilkley e Bristol e li abbiamo voluti invitare al festival, per indagare insieme a loro la contaminazione italiana nel mondo brassicolo artigianale inglese (il dibattito a questo proposito si terrà sabato 27 aprile alle 17).
Davide mi spiega che la conoscenza di questo mondo sta crescendo e andrà ad affiancarsi a quella del vino, con la stessa dignità e ricchezza. Anche nel mondo brassicolo infatti esistono regole, norme, evoluzioni di stile e di gusto, tecniche differenti e studi di settore. “Il mondo delle materie prime è in costante aggiornamento ed è proprio questo il bello, è una scoperta continua, ad esempio per quanto riguarda i tipi di luppolo e come si può lavorarli”. L’interesse per questo mondo è sempre più evidente, complice una maggiore curiosità da parte del pubblico e grazie al lavoro di tanti birrifici italiani che negli ultimi anni si sono moltiplicati.
“Chissà” riflette Davide “forse avremmo potuto organizzare il festival anche senza andare in visita ai birrifici di persona, senza visitare le città… ma ci saremmo persi il lato più umano e prezioso. Un conto è conoscere un argomento perché lo studi su un libro, un conto è farselo raccontare di persona da chi vive in quel mondo, dagli artigiani sapienti che vivono nei luoghi che hanno ispirato i prodotti. Ci sono cose che si possono scoprire solo se te le svela qualcuno del posto: aneddoti, luoghi simbolo, riferimenti culturali, tecniche particolari, sperimentazioni, ingredienti speciali: un assaggio reale di sottocultura locale”. È così che lo scambio identitario diventa una scoperta unica ed ecco perché questo festival è peculiare nel suo genere: chi ama la birra può venire ad assaggiare produzioni estreme originali e irripetibili, servite direttamente da chi le ha ideate e prodotte, che con maestria può trasmettere la propria passione per il prodotto artigianale senza intermediari.