Ci sono sabati (chiusi) e sabati (aperti) in Università. Nel polo biomedico di via Borsari (noto ai più come il Mammut) per diverse settimane all’anno e con crescente successo, si svolge Unijunior, che si propone di far incontrare il mondo universitario a ragazzi tra gli otto e i quattordici anni. Spazi e modalità sono uguali: il professore che spiega in ampie aule, la scelta di un percorso didattico tra le numerose lezioni disponibili, il libretto dello studente, la festa finale con la proclamazione del raggiungimento del traguardo.
Cambia il pubblico: alla (giusta) serietà del mondo accademico si sostituiscono titoli come “Maial ma da dove arriva questo italiano” “Il gioco tra realtà e tecnologia” o “Laboratorio: la scienza al luna park”. Sui banchi giovani e giovanissimi, libretto al collo e tanta voglia di imparare divertendosi.
“Il progetto nasce sull’onda di esperienze europee che ancora non erano arrivate in Italia.” ci racconta Riccardo Guidetti, responsabile Leo Scienza. “Ad oggi, dopo essere partiti dieci anni fa con sei lezioni sperimentali a tema scientifico, il progetto raggiunge dieci campus universitari, praticamente in tutte le città dell’Emilia Romagna, con l’aggiunta quest’anno di una collaborazione con l’Università di Rovigo e l’apertura, il prossimo anno, del progetto a Mantova. Ma veniamo contattati da Università di tutta Italia”.
Riccardo ci racconta di come inizialmente si fosse pensato a lezioni di natura scientifica, maggiormente accattivanti e di fronte all’immediato successo si sia poi ampliato lo spettro degli argomenti trattati, grazie alla curiosità dei giovani studenti.
“Il progetto piace a tutti, dà importanza al terzo pilastro dell’università, che è quello di aprire le porte del sapere a tutta la popolazione. Per la lezione “Maial ma da dove arriva questo italiano” ci sono cento tra bambini e ragazzi iscritti, per fare un esempio”.
Foto di Alessio Falavena
E in effetti, ci aggiriamo per la sede universitaria che si riempie in pochi minuti di vita, con famiglie che entrano senza sosta in cerca della lezione che hanno scelto. Facciamo in tempo a scambiare due parole con Maria Grazia Campantico e Andrea Maggi, referenti Unife del progetto. Poco prima della loro lezione sul gioco, raccontano con entusiasmo di questo progetto, a cui tutti i professori si dedicano con passione senza ricevere compensi.
Lezioni che nella sede di Ferrara portano a circa 500 iscritti, tra cui capita di vedere anche i figli stessi dei docenti. Lezioni che risultano piuttosto gradite a chi partecipa, come dimostrato da uno studio fatto su oltre novecento ragazzi negli anni passati. Girando silenziosamente nelle aule universitarie (tre quelle coinvolte nella nostra giornata) vediamo come tutti i ragazzi siano rigorosamente nelle prime file, contrariamente a quando si è davvero “studenti”.
La lezione è frontale ma interattiva: tutti i professori ricercano il dialogo, si aprono agli spunti dei più piccoli, scorrono veloci sulle nozioni più complesse e poi si fermano quando c’è da discutere assieme. Svolgono, in sostanza, lezioni semplici eppure efficaci con le stesse modalità che si chiedono ad una scuola moderna e ottengono risposte entusiaste, sorrisi, partecipazioni.
Alcune cose colpiscono come da programma: la lezione di chimica ad opera degli Scienziati Irriducibili (http://www.fe.infn.it/howimetscience/) racconta l’origine dei colori, si appoggia a citazioni cinematografiche (Harry Potter) e alle scoperte più strane (colori creati nella storia a partire da pietre, urine di mucca e quant’altro) facendo sporcare diverse mani per sperimentare direttamente. Altre lezioni invece stupiscono per lo spaccato di realtà che raccontano: la lezione sul gioco fa scoprire un mondo di bambini che raccontano mondi universali di giochi condivisi, al di là delle barriere linguistiche spesso presenti in un mondo alle prese con migrazioni e integrazioni, con una naturalezza che fa apparire semplici i problemi su cui gli adulti litigano da decenni. “La prima settimana mi stavano antipatici, poi siamo diventati amici”. Tutto qui.
Foto di Alessio Falavena
Un’altra lezione, Le origini del linguaggio, mette in scena tabelle tra italiano e dialetti, immagina un’Italia dominata in una notte dai Ferraresi e spiega l’origine di parole e modi di dire, spesso dati per scontati e invece pieni di fascino e storie da raccontare.
Trascorrono così in fretta lezioni di circa un’ora, con la sensazione che sarebbero potute durare di più, senza quella sensazione di stanchezza usualmente immaginata di fronte all’apprendimento. D’altra parte, lo aveva già scritto Albert Einsten “Lo studio e, in generale, la ricerca della verità e della bellezza sono una sfera di attività nella quale ci è consentito di rimanere bambini per tutta la vita.”
Questa decima edizione di Unijunior si concluderà il 13 aprile con una vera e propria cerimonia finale, con la rituale consegna dei diplomi Unijunior e le sperimentazioni dello Staff di Leo Scienza.
Riferimenti:
Sito Unijunior: https://www.unijunior.it/ferrara/calendario-ferrara
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/UnijuniorConoscerePerCrescere/