Immaginate un mondo nero, completamente immerso nel buio, dove tutto quel che può aiutarvi a creare un universo, dai confini strettamente personali, è delegato a quattro sensi che si amplificano continuamente. Immaginate di dover attribuire un volto, di dover cogliere ogni peculiarità di un corpo avvalendovi esclusivamente delle sensazioni percepite dalle vostre mani. Di dover individuare i segreti delle espressioni ricavandole dai più lievi cambiamenti delle tonalità delle voci dei vostri interlocutori. Di non poter vedere, nulla. O quasi.
Avrei milioni di domande da porre a chi, stravolgendo la geografia dei sensi, vive quotidianamente in un mondo di immagini sognate, a chi, dietro quegli occhiali scuri, ha una versione del panorama circostante forse completamente differente dalla mia. Se mi state leggendo, con gli occhi che scorrono su ogni lettera, sono sicura che in vita vostra, almeno una volta, ci avete pensato. Sappiate, allora, che avete due intere settimane pensate appositamente per farlo.
Da oggi, 8 marzo, fino al 24 marzo, Ferrara ospiterà la manifestazione “Tutto un altro sguardo”, un ambizioso progetto organizzato dalla sezione provinciale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti con la collaborazione del Comune di Ferrara e dello Studio Blu di Beatrice Pavasini.
Saranno il Palazzo Municipale, la via Coperta e il Castello, case e simboli della cittadinanza, a farsi teatro delle più rilevanti iniziative promosse nel quadro della manifestazione. Cosa aspettarsi? Di tutto! Giocate su tre fili: la via dell’arte, la via della scienza e della cura e la via dell’accessibilità, la città sarà costellata da mostre di fotografia e scultura, incontri con la comunità, performances teatrali, laboratori sensoriali, conferenze scientifiche e di sensibilizzazione… e passeggiate al “nonbuio” in centro. Quando Marco Trombini, Alessandra Mambelli e Renzo Rimessi, rispettivamente presidente regionale UICI e la presidente e il consigliere UICI sezione di Ferrara, pronunciano quell’ultima frase, nella mia mente si fa tutto confuso. Sono curiosa. Domando.
“Nella mattinata del 9, si partirà con un particolare percorso al “nonbuio” negli immediati pressi della piazza municipale. I partecipanti saranno invitati a indossare una mascherina appositamente studiata per distorcere la vista. Sarà come essere catapultati nel nostro mondo, privandosi di un senso per potenziare tutti gli altri, vivendo un’esperienza per noi quotidiana ma sicuramente differente per tutti i normo vedenti.”
“Siamo lieti di poter inaugurare, oggi, la prima edizione di quello che rappresenta per noi un traguardo dal valore inestimabile – raccontano felici e stupiti-. Da quando, grazie a un incontro fortuito con una scultrice ferrarese dotata di una sensibilità fuori dal comune, la splendida Mirella Guidetti Giacomelli, era balenata nella nostra mente la possibilità di affacciarci alla città con un’idea nuova, quella di coniugare le visioni artistiche con le altre potenzialità del sentire, è stato un turbinio di novità che ci ha portati a dei risultati e a un’accoglienza che ci lascia senza parole. La diversità dei sensi può essere una ricchezza e come tale la portiamo sotto gli occhi di tutti i ferraresi, con due settimane dense di eventi realizzati grazie a incredibili sinergie con personalità provenienti da tutti gli angoli della città che, con le loro proposte, si sono posizionati in prima linea con noi per una maggiore sensibilizzazione nei confronti delle persone affette da cecità o ipovedenti. Vorremmo che le persone ci vedessero e che, allo stesso tempo, potessero vedere come noi. Senza timori, di alcun tipo.”
Et voilà, mi hanno convinta, prendo l’agenda. Scorro le pagine di marzo, già un po’ troppo prigioniere dell’inchiostro che mi ricorda la valanga di cose da fare. Vorrei giornate di 48 ore: le attività incluse nel programma sono troppo interessanti per lasciarsele sfuggire.
Senza sosta, o quasi, fino al 24 marzo, si giocherà ancora con i sensi, abbandonandosi ai movimenti e alle coreografie di Natasha Czertok, alle parole e poesie dei Verbodrammi Odorosi di Giuliana Berengan, alla scultura dell’artista Felice Tagliaferri, non vedente, che con il suo Cristo Rivelato apre le porte a nuove frontiere dell’arte tattile e alle istantanee Beatrice Pavasini che guiderà i visitatori, attraverso la lente della macchina fotografica, nelle esperienze di chi quotidianamente convive con le patologie visive e ha scelto di condividere il suo sguardo col nostro.
“Io ti vedo così. Ipovisioni e nonvisioni, la mostra che terremo negli ambienti della Via Coperta” , spiega la Pavasini, “è un lavoro che viaggia dal 2014, un’idea dei pazienti del Centro d’Ipovisione dell’Ospedale Bufalini di Cesena. L’obiettivo è quello di trasmettere il vero peso dei disagi riscontrati nella propria quotidianità, far capire come si è condizionati, cosa realmente accade nelle istantanee che i nostri occhi scattano ogni secondo. È un lavoro delle persone per le persone, per aiutare entrambe le parti a percepire le carenze e le ricchezze di una diversità che ha bisogno di essere compresa, conosciuta, coinvolta.”
E poi ancora conferenze sull’accessibilità, convegni con importanti esperti delle patologie visive… Troppi pochi caratteri, in un articolo, per potervi raccontare tutta la bellezza e la potenza di Tutto un altro Sguardo.
Il programma completo è qui… curiosate a dovere!