Sabato sera a teatro, perché no? Soprattutto se da giovedì 14 a domenica 17 febbraio il Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara ha ospitato la messa in scena di “Questi fantasmi!”, scritta da Eduardo De Filippo e recitata proprio dagli eredi della sua storica compagnia, “La compagnia di Teatro di Luca De Filippo”. Una pièce classica, ma che proprio per questo può piacere sempre al pubblico di ogni generazione.
La trama è ambientata negli anni del dopoguerra, e narra sostanzialmente le vicende di una coppia borghese che da poco si è trasferita in una nuova casa. Dal titolo sembrerebbe la classica storia della famiglia che si trasferisce nella casa infestata dove accadono cose strane, ma è proprio qui l’inganno… i fantasmi ci sono, ma chi sono?
Pasquale Lojacono è un uomo con problemi economici che accetta di trasferirsi (a detta del “guardaporta”) in una casa infestata dai fantasmi, poiché ricevuta gratuitamente. Oltre a ciò si aggiungono i problemi coniugali, il rapporto tra lui e la moglie Maria è ormai logoro, tant’è che quest’ultima si è trovata l’amante. Proprio da questo fatto scaturisce l’equivoco attorno al quale gioca tutta la trama, infatti Alfredo, l’amante della moglie piomba in casa dal nulla quando vuole; tanto Pasquale pensa che sia un fantasma. I due amanti quindi agiscono indisturbati, e per distogliere l’attenzione Alfredo lascia a Pasquale dei piccoli regali, piccole somme di denaro, di modo che quest’ultimo si distragga e si accontenti data la sua condizione “senza una lira”. La strategia funziona: Pasquale non si accorge di nulla, vede varie volte Alfredo entrare ed uscire, ma si convince che sia uno dei fantasmi che infesta la casa. La leggenda dice infatti (guarda caso) che due amanti sono stati murati vivi in una delle stanze dell’appartamento, dopo essere stati scoperti dal marito, così Alfredo ne approfitta per agire inosservato. Tutta la storia quindi gira attorno a questo cosiddetto fantasma, visto solo da Pasquale, e dalla moglie e dai figli del fantasma che si mostrano solo al padrone di casa accusandolo per ciò che sta permettendo accada in casa sua…
Per tutta la messa in scena non si riesce a capire come Pasquale possa credere veramente che Alfredo sia un fantasma, e non sia disturbato dalla sua presenza, Pasquale è felice così, tutti i giorni si ritrova soldi che compaiono dal nulla e per questo decide persino di aprire una pensione. Ma è davvero così? Perché Pasquale non si accorge del tradimento della moglie? Sa che il suo rapporto non è più fresco e spera di riconquistare la moglie grazie al denaro e alla situazione economica che si ristabilizzerà, sempre con l’aiuto del fantasma…
Il titolo dell’opera è “Questi fantasmi!”, ma come dice Gianfelice Imparato nei panni di Pasquale Lojacono, al professore, il personaggio invisibile con il quale Pasquale si confida affacciato al balcone, “i fantasmi non esistono, li abbiamo creati noi, siamo noi i fantasmi…”. I fantasmi per Pasquale sono l’amante della moglie e la sua famiglia, ma fantasma è anche il rapporto coniugale tra Pasquale e Maria, il ruolo che Lojacono riveste in casa, lui stesso un fantasma per i due amanti incuranti della sua presenza, e la moglie è un fantasma per il marito, in quanto dice che lui nemmeno le parla più, non sa mai dove va e cosa fa. Ma i fantasmi sono anche dentro di noi, potrebbero essere le nostre maschere, quante volte non ci accorgiamo di ciò che è realmente importante fino al punto di arrivare a perderlo? Quante volte siamo convinti di qualcosa al punto da non vedere o da non voler vedere la realtà? Quanto può ingannarci l’apparenza? Succede, accade, come capita a Pasquale, troppo impegnato a risolvere i suoi problemi finanziari e a cercare di alleviare la sua cruda quotidianità, per accorgersi che sta perdendo ciò che in realtà grazie al denaro tenta di salvare; il suo rapporto coniugale.
Tutto ciò che accade in “Questi fantasmi!” avviene di nascosto, come ricoperto da un sottile velo che lo spettatore deve cogliere, quello trasparente dei fantasmi. Quindi, sebbene questa commedia, a tratti anche tragedia, sia stata scritta nel 1945, una realtà ormai sconosciuta alla maggior parte di noi, comunica qualcosa ancora oggi: cercare di capire ciò che conta veramente, aprire davvero gli occhi per comprendere il mondo che ci circonda e provare a togliere le maschere che la società costringe ancora ad indossare. Davvero bravi “Questi fantasmi!”