C’è un gioco in particolare che piace sia ai bambini che agli adulti, un gioco costruttivo che solletica l’ingegno e allo stesso tempo diverte e avvicina più generazioni, quella dei millennials, ipertecnologica, e quella degli analogici, quando le sfide tra amici erano esclusivamente su chi avesse costruito la struttura più bizzarra: il gioco dei LEGO.
E chi di noi non ha mai giocato con l’iconico mattoncino colorato LEGO?
Non posso non citare, prima di iniziare a raccontarvi la seconda edizione di Winter Brick, questo weekend alla Fiera di Ferrara, alcune curiosità legate al mondo del più famoso mattoncino colorato:
- Gli omini LEGO hanno la testa bucata perché se un bambino dovesse inavvertitamente ingoiarne uno, il buco sopra la testa trasformerebbe l’oggetto estraneo in un tubo, permettendogli di continuare a respirare;
- Gli omini LEGO sono gialli (come d’altronde anche gli emoticon e i simpson) per evitare di assegnare un’etnicità particolare ai set;
- LEGO è il più grande produttore mondiale di pneumatici al mondo, più di qualunque altro produttore di gomme che troviamo sulle auto in circolazione;
- Ogni anno vengono prodotti 19 miliardi di mattoncini, e su ogni milione solo 18 pezzi risultano in media difettosi;
- Sei mattoncini LEGO possono combinarsi in ben 915 milioni di modi;
- Per la produzione vengono usati oltre 60 colori.
L’azienda LEGO nacque in Danimarca da una falegnameria e prese la forma del celebre mattoncino nel 1958 quando il sistema di inter-bloccaggio con tubi, il sistema “stud and tube” (bottone e tubo), che conosciamo oggi, venne brevettato.
Per milioni di bambini di tutto il mondo è stato inseparabile compagno di gioco. Un gioco pedagogico, perché libero ma strutturato, dalle poche regole, senza manuale di istruzioni perché non serve, perché si impara facendo e provando le diverse combinazioni. Non si trova pedagogo che non sia dell’idea che stimoli il pensiero creativo, il pensiero logico, il ragionamento, ma al contempo anche le altre abilità più pratiche come le competenze visuo-spaziali, la pianificazione e le funzioni esecutive. Guida la fantasia e allo stesso tempo crea ordine mentale, perché i pezzi non li puoi mettere come vuoi! Da tanti pezzi uguali si può creare qualcosa che prima non c’era. Non è a caso che LEGO derivi da “leg godt” che in danese significa “gioca bene”, ma sia anche “io studio” e “io metto insieme” in latino.
Se l’unico limite dei LEGO è la fantasia, negli autori della seconda edizione di Winter Brick, tenutasi in fiera proprio questo weekend nell’ambito della manifestazione Winter Wonderland Ferrara, di certo non manca. In 2500 metri quadrati è stato possibile ammirare originali opere e cimentarsi in interessantissimi laboratori. Oltre settanta appassionati e costruttori italiani hanno presentato le loro opere su diverse aree tematiche: dalle celebri saghe Star Wars ed Harry Potter, alle cittadine immaginarie di Lego friends, auto radiocomandate, navicelle spaziali e opere meccanizzate e robotizzate costruite con Lego Technic, intere città e monumenti tra i più conosciuti al mondo costruiti con Lego city e Architcture, e poi Steampunk, diorama, medioevo e pirati.
L’idea degli organizzatori, l’Associazione Culturale Brickpatici (www.brickpatici.it), che vede già all’attivo quasi una ventina di eventi in un anno di vita, è vincente perché coniuga i diversi interessi di partecipanti e visitatori: dai collezionisti ai creativi, dai costruttori specializzati a quelli casalinghi “fai da te”, dalle famiglie ai semplici curiosi, a chi si vuole cimentarsi in prima persona a costruire o comandare robot o piccole auto. Un’area ludica di 500 metri quadrati di laboratori ha dato poi la possibilità, grazie all’associazione Sleghiamo la fantasia (www.sleghiamolafantasia.org) di cimentarsi nel “monta & smonta” per trascorrere qualche ora a costruire il set preferito o un nuovo set di cui non si conosceva l’esistenza, nell’area “Duplo” per permettere ai più piccoli di giocare con il famoso mattone “doppio”; nell’area robot e nel circuito per le auto telecomandate.
Entrando nel padiglione 5 della fiera di Ferrara, vengo proiettata in un percorso che vuole sottolineare come l’immaginazione e la fantasia non siano però solo qualità dei più piccoli. I LEGO hanno appena spento sessanta candeline ma, nonostante tutto, rimangono eterni giovani che mai invecchieranno. Nei cuori di ogni bambino, così come in quelli di ogni ex bambino, l’inventore Ole Kirk Kristiansen, vivrà in eterno.
All’interno della mostra Winter Brick non posso fare altro che stupirmi sia per l’originalità che per la complessità delle creazioni. Molte volte la creatività di appassionati LEGO finisce per superare di gran lunga quella dei costruttori ufficiali! Da Ferrara la riproduzione del nuovo Stadio Paolo Mazza, in 30 mila mattoncini colorati, e il Castello Estense in due diverse interpretazioni. Poi, dal mondo, grandi opere architettoniche, dalla Torre Eiffel, al Taj Mahal in India, all’Opera House di Sidney e la Statua della Libertà. Ma ciò che mi stupisce e incuriosisce di più sono le opere meccanizzate, robotizzate, i robot collegati al tablet, le auto radiocomandate.
Alcune opere statiche attirano la mia attenzione più di altre, le scarpe Nike per esempio, vere e proprie riproduzioni delle Air Jordan che un certo Claudio Calzoni ha iniziato a costruire per il figlio. Il villaggio natalizio con piste da sci, boschi e slitte, le montagne russe funzionanti, sono solo alcune delle strepitose invenzioni che ho potuto ammirare.
“I sogni si realizzano un mattoncino alla volta” diceva il noto creativo Natham Sawaya, per cui iniziate a tirarli fuori dalle cantine e godetevi il lusso di giocare e meravigliarvi ancora un pò.