Se Tom Waits, che esce sommessamente dallo stereo in sottofondo con la sua vociona ebbra, potesse vedere da vicino cosa sta accadendo in questa stanza, credo ci darebbe la sua benedizione. Sono seduta davanti ad Ares Brunelli, giovane (ma con molta esperienza) regista porno ferrarese; sulle mie gambe è comodamente appollaiato un gatto di nome Cesare. Accanto a noi, un tavolo pieno di cappellacci ordinati, appena fatti, che Fabiola e Giacomo stanno chiudendo sapientemente. Ha il sapore di un tranquillo pomeriggio a casa della nonna; una nonna molto ma molto moderna e libertina, che ama Tom Waits; forse la nonna di Tom Waits. Ares è genuinamente emozionato e non posso fare a meno di pensare a quella tecnica “calmante” che ci insegnavano a teatro, – immaginatevi il pubblico nudo – dicevano, chissà se funziona anche per un regista che di corpi nudi ne vede veramente a sufficienza.
Rompo il ghiaccio con un – raccontami come hai iniziato. Chi è Ares Brunelli? -. Grazie ad un concorso di video musicali per band emergenti a Tresigallo e agli insegnamenti di Marco Valentini, regista e videomaker romano, un giovanissimo Ares si approccia al mondo della cinematografia. I video musicali, assieme a quelli di matrimoni ed altri lieti eventi, sono la sua prima attività finché, incuriosito dalla pornografia, una mattina trova il coraggio reverenziale di avvicinare Roberta Farnese, famosa attrice porno MILF nostrana, vicino ad un’edicola del centro. – Mi mancava da sperimentare proprio solo il genere pornografico – racconta Ares – non smetterò mai di ringraziare Roberta per avermi dato la mia prima vera opportunità -. Roberta e il marito, regista e attore, guardano il materiale di Ares, iniziano col farsi fare qualche foto per poi introdurlo ufficialmente nel mondo del porno, come videomaker, poco tempo dopo il primo fortuito incontro. Ares lavora con loro per un paio d’anni partecipando a produzioni, fiere e convention, costruendosi il network che oggi gli sta permettendo di lanciare la sua nuova produzione, NEO Web Saga, a Exsex 2018, prestigiosa fiera dell’erotismo di Merano.
NEO sarà la prima web serie porno in Italia: è stata interamente sceneggiata e diretta da Ares che mi racconta di aver scelto lo stile steam punk e che i complicatissimi costumi che ne conseguono sono frutto del supporto della sua mamma. Un anno di lavoro per un cast di più di 20 attori, famosi nel settore, ma continua a rimbalzarmi nella testa la storia dei costumi e penso che Ares deve avere una famiglia incredibile. A gennaio, sulla piattaforma WebHardFactory.com, usciranno le prime 10 puntate della saga e, per il momento, esiste solo un trailer parecchio accattivante. Ad Ares non è mai mancato l’appoggio di Andy Casanova, famoso regista italiano del settore, che ha preso a cuore il progetto. Nata da una riflessione sulla legge Merlin, che imponeva la cessazione delle attività delle case chiuse, NEO è ambientata in un fantomatico bordello futuribile ed affronta temi non scontati come i possibili sviluppi della sudditanza della donna all’uomo; in realtà non voglio anticipare troppo perché mi piace pensare di aver sdoganato una fettina di questo spinoso ambito, instillandovi un pochino di curiosità, q.b.
Chi lavora nel porno solitamente non si spende in altri ambiti cinematografici, ma in Italia non è un lavoro così semplice. Ares mi racconta che in America esistono comitati che gestiscono la burocrazia dei professionisti del settore mentre noi, qui, facciamo fatica a garantire i controlli sanitari periodici di tutela. Prima di ogni apparizione, gli attori fanno un checkup completo – è importante che si tengano monitorati – dice Ares – con certi rischi non si scherza -. Tanti si spostano verso i paesi dell’est proprio per il costante monitoraggio sanitario che garantiscono le produzioni. – Sarebbe veramente utile, al di là del mio settore, che si facesse un’adeguata formazione sul sesso, fin dalla scuola; i ragazzini spesso esagerano perché non conoscono bene i rischi che stanno correndo. Siamo ancora molto indietro in quest’ambito, molto più di altri paesi -.
– A proposito di ragazzini: fammi capire, come si propongono le nuove leve? Come funzionano le candidature? Ti portano i curriculum? – e Ares prontamente mi racconta che a BergamoSex, mentre lui ed un collega seguivano un casting, un giovane aspirante gli ha consegnato proprio un curriculum stampato, ma che questa non è sicuramente la prassi. Capita anche che alcuni temerari si presentino al casting per poi tirarsi indietro davanti alle riprese ufficiali; – può succedere- spiega Ares – non è certo come fare sesso nella realtà: ci sono diverse persone che ti guardano, per fare il loro lavoro ovviamente, non perché siano curiosi! Ci sono truccatori, sceneggiatori, il regista, la videocamera. Il videomaker spesso ha bisogno di riprendere da molto vicino senza che braccia, mani o gambe coprano la scena… o i punti salienti della scena insomma! -. Ares cerca sempre di mettere gli attori a proprio agio, anche per evitare spiacevoli incidenti di percorso, come la perdita dell’interesse (diciamo così), che comprometterebbe l’intera giornata di riprese. Nelle grosse produzioni, questo inconveniente può creare anche grossi danni economici ed è per questo, mi svela Ares, che a volte si aggira il problema con qualche aiutino, che rende quanto mai singolare ogni momento di pausa (che per certi organi, pausa non è…).
Sono rapita dalla naturalezza con la quale Ares parla di quelli che ancora oggi possono essere considerati tabù; – Noi veniamo dalla rivoluzione sessuale degli anni ’70 ma ultimamente le cose si sono un pochino ridimensionate; per le donne, questo mestiere, può ancora comportare qualche incomprensione ma in realtà è un lavoro come gli altri, anche poco retribuito in Italia! C’è una discreta concorrenza online purtroppo -. Sicuramente la meravigliosa famiglia di Ares ha saputo creargli attorno quel clima rilassato e tranquillo che lo contraddistingue, aiutandolo fin dai suoi primi passi nella cinematografia. –D’altra parte- sottolinea Ares – si tratta di film, con una trama, degli attori, una sceneggiatura e dei costumi, che si spingono solo un pochino oltre. Nei film normali vediamo scene di affetto; ecco, il porno è solo estremamente sincero in questi momenti -. Il fatto che nel porno non esista la trama, o che non sia per nulla rilevante, è sicuramente un luogo comune.
Anche i pregiudizi sugli operatori del settore si rivelano giustamente infondati: il porno è un settore democratico, talmente vicino alla realtà e così estremamente intimo da non aver bisogno di seguire un canone stereotipato di bellezza, o un orientamento sessuale specifico. – C’è un bellissimo rapporto tra attori e registi; ma soprattutto, i registi non sono quei personaggi viscidi che vivono nell’immaginario collettivo! – spiega Ares con un sorriso tenero. Raccontato così, democratico e sincero, il porno prende nuovi caratteri e colori.
Ricordo una volta in cui Ares mi ha mostrato un suo video di matrimonio appena montato: ho pensato che fosse la cosa più mielosamente romantica della storia. Mi vedo costretta a fargli notare questa doppia anima e lui mi spiazza dicendomi che – in realtà, sia questi video che quelli porno nascono proprio dallo stesso meccanismo, io sottolineo solo alcuni particolari -. Credo che questa sia la miglior risposta che potesse darmi.
Ho un’ora di chiacchiere incredibili da condensare in qualche migliaia di battute: gli dico che ci siamo, mi sembra di avere abbastanza materiale. – Di solito mi chiedono se ho un modello, un regista al quale mi ispiro…- Ok, – dimmi Ares, c’è un regista al quale cerchi di ispirarti? – e chiaramente la risposta è – no, in realtà ho uno stile mio! – però poi aggiunge – Tutti gli operatori del settore dovrebbero essere grati a Lasse Brown, il rivoluzionario regista romano che ha permesso di sdoganare il genere; ecco, stimo incredibilmente Lasse Brown come persona e come professionista -.
Mi rimane solo un dubbio – ma tutti questi nomi d’arte tipici del settore? Sono una maniera per proteggere la propria identità o semplicemente una simpatica tradizione? -. Ares mi risponde prontamente che si tratta solo di una dinamica tipica del settore, nessuna “vergogna: – anche a me hanno chiesto spesso se volessi modificare il mio nome, ma io mi chiamo già Ares Brunelli!!-.
Lascio la casa soddisfatta mentre i cappellacci ormai terminati riposano sul tavolo, e Tom Waits, al decimo whisky, cerca ancora di modulare qualche nota.