La Ferrara dei tempi che furono è da sempre fonte di analisi, riscoperte, riletture, affascinando trasversalmente le generazioni nel riscoprire epoche che non si sono conosciute direttamente. Non parliamo per una volta degli Estensi e dei fasti di corte che hanno reso grande Ferrara, ma della storia più recente del Novecento. La mostra che ha inaugurato pochi giorni fa a Wunderkammer, all’interno di Palazzo Savonuzzi in Darsena, è un vero e proprio viaggio nella memoria scandito dalle fotografie di uno studio che nel suo piccolo ha fatto la storia di Ferrara. Un lavoro di recupero certosino che Mauro Borghi, oggi presidente del Canoa Club, ha svolto negli ultimi mesi per ricostruire le vicende familiari della ditta Fortini Maria, dove ha lavorato fin da giovane come dipendente e poi come titolare del BB Professional Photolab.
La Ditta Fortini Maria rappresenta un modello d’imprenditoria ferrarese al femminile: nel 1944 nasce per prima l’Eliografia Fortini e fino al 1967 l’attività viene condotta da lei stessa, con la collaborazione del marito Alfredo Canella e dei 9 figli, cui si affianca, quasi come un decimo figlio proprio Mauro Borghi. Successivamente, fino al 2003, la gestione dell’impresa passa ai figli Carlo e Franco Canella. Nel 1973 la Ditta vince il Premio ‘Qualità e Cortesia’ e dal 2003 ne diventano titolari i nipoti Davide e Silvia, fino alla chiusura nel 2009. Il laboratorio fotografico BB Professional Photolab viene fondato invece nel 1982 da Mauro Borghi al piano superiore della Ditta, insieme al collega Stefano Benini.
Quando Mauro ci accompagna in visita all’esposizione ‘Ferrara vista dal laboratorio fotografico Ditta Fortini Maria e BB Professional Photolab’, ci racconta orgoglioso la genesi di questa raccolta, nata per caso chiacchierando con amici di vecchia data, con i quali ha poi condiviso l’allestimento e la redazione del catalogo annesso, un volume fotografico in vendita che raccoglie i materiali visivi corredati da alcuni aneddoti. Pierluigi Govoni, Leopoldo Santini, Paolo e Franco Zamboni, Paola Chiorboli sono solo alcune delle persone che hanno contribuito con passione insieme a lui a questa ricostruzione. La mostra presenta alcune decine di tavole modulari con didascalia annessa, quasi delle grandi polaroid ante litteram, oggi appese a Wunderkammer ma pronte ad iniziare un tour didattico nelle scuole, grazie ad alcuni laboratori con gli studenti in programma nei prossimi mesi. L’intero patrimonio di negativi della ditta Fortini è stato donato alla Fototeca dei Musei d’Arte Antica del Comune di Ferrara, e sarà consultabile in futuro a Palazzo Bonacossi.
“Durante i miei quarant’anni di lavoro nel laboratorio fotografico della Ditta Fortini – racconta Borghi nell’introduzione del libro – ho avuto per le mani tantissime foto antiche e stampe della città. Amo tanto Ferrara e quando vedevo qualcosa di unico o interessante non riuscivo a pensare di non poterlo più ammirare. Così avevo preso l’abitudine di conservare e classificare ogni riproduzione di lastra di vetro emulsionata”. Le foto in mostra sono state selezionate dal prezioso materiale raccolto e conservato da Mauro Borghi che, già al tempo in cui era in laboratorio a riprodurre le immagini commissionate dai clienti, pensava alla possibilità di archiviarne una parte per gli studiosi della storia di Ferrara e gli appassionati di fotografia.
Oggi Borghi non si occupa più di fotografia e il digitale e le nuove tecnologie hanno tolto un po’ del fascino di questa professione, per chi ne ha seguito le evoluzioni dai primi strumenti analogici ingombranti e costosissimi agli smartphone cinesi che simulano perfino la profondità di campo delle reflex. Alcuni degli oggetti in mostra raccontano di un mondo che non c’è più, di macchine enormi ed uniche, all’avanguardia e difficili da trovare: possederle significava diventare un punto di riferimento specialmente in città relativamente piccole come Ferrara. Per dare l’idea, il negozio Fortini in via Adelardi era cresciuto negli anni fino a occupare praticamente tutte le vetrine tra quelle che oggi sono la Pizzeria Adelardi e l’Enoteca il Brindisi.
La mostra si compone di quattro sezioni. La prima documenta la storia del laboratorio eliografico che nel 1944 aprì il negozio di via Adelardi, dando così avvio ad un’attività artigianale innovativa per l’epoca. Tecnica eliografica, riproduzione a stampa e fotografia. La seconda sezione si compone di una serie di riproduzioni fotografiche di piante, mappe e carte geografiche del territorio ferrarese, tra cui la famosissima pianta di Ferrara di Andrea Bolzoni del 1747 e la carta dello Stato di Ferrara al tempo dell’antica Padusa (1568). La terza sezione propone l’accostamento tra ieri e oggi, un confronto reso possibile grazie alle riproduzioni del laboratorio fotografico BB Professional Photolab e attuali immagini, realizzate da Michele Ciriali e Maria Bonora tra il 2017 e il 2018. Le foto sono arricchite dai commenti di Franco Zamboni, storico giornalista de “Il Resto del Carlino”, che insieme al figlio Paolo ha ricostruito la fitta trama narrativa del passato, tra fatti, ricordi e aneddoti.La quarta sezione della mostra si compone infine di alcune immagini di uomini intenti nel loro lavoro quotidiano, altre realizzate durante le competizioni sportive (come il passaggio della Spal in A, nel 1950-51), oltre a personaggi ben noti ai ferraresi, tra cui i mitici Cavalier Burela e Tugnin dlà Cà ad Dio, impreziosite dai testi di Stefano Tubi e Franco Zamboni.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 2 dicembre 2018 su prenotazione. È possibile vederla senza bisogno di prenotazione nei giorni delle visite, durante i laboratori con le scuole. Visite guidate previste: domenica 18 novembre (ore 9-13), sabato 1 dicembre (ore 9-13) e domenica 2 dicembre (ore 9-13). Mercoledì 21 e venerdì 23 novembre laboratorio con le scuole a cura di Paola Chiorboli, Gloria Fabbri, Susanna Losciale e Mauro Borghi.