Ma se poi non ti piacesse più?
E quando invecchierai?
E se rimanessi incinta?
E se dovessi andare a lavorare in un posto serio?
Alzi la mano chi non ha mai sentito, o pronunciato, why not, una di queste frasi.
Ricordo sempre l’intonazione di mio padre quando, alla vista di un nuovo tatuaggio, aveva scosso la testa e detto, avvolto in un’aura di disperazione e disgusto: “Ai miei tempi, si tatuavano solo i galeotti e i marinai… e tu, per quanto ne so, non rientri in nessuna delle due categorie.”
Il fatto è che, oggi, i tempi sono davvero (tanto) cambiati!
La prova? Non cinquanta, non cento ma duecento artisti che, per tre giorni, esaudiscono i desideri degli amanti dell’arte del tatuaggio tra pin up, motociclisti, musica rockabilly e altri tantissimi eventi.
“La prima Tattoo Convention tutta ferrarese è un vero e proprio successo” mi dice sorridente Dario Cerbero, volto noto dello studio JAM INK, in prima linea in questa nuova avventura. “Io e gli altri soci organizzatori, Tommy, Alberto, Frumens Tattoo e Chuck degli Hells Angels, non possiamo che ritenerci super soddisfatti. Abbiamo lavorato mesi e mesi per poter regalare a Ferrara un evento artistico a 360° gradi, non solo contando sull’inestimabile presenza di tatuatori nazionali e internazionali ma anche avvalendoci della collaborazione di diversi artisti che gravitano attorno al nostro mondo. Per tutto il fine settimana, al pubblico sono offerti seminari, show di burlesque e di discipline aeree, dimostrazioni sportive condotte da personaggi del calibro di Duran, concorsi… e ancora street food, concerti… Ci abbiamo messo l’anima!”
Mentre parlo con Dario, scorgo, poco distante da noi, una folla radunata intorno a un gigante che atterra, senza l’ombra di uno sforzo, tutti i suoi collaboratori. “E quello?” chiedo. “Ah, quel ragazzo lì è uno dei nostri ospiti, Martin Alvarez, ex guardia cubana di Fidel Castro. Lui tiene uno stage di krav maga, un combattimento corpo a corpo del quale è maestro. Puoi andare a fare una prova, se vuoi!”
“Credo sia almeno un metro più alto di me. Per non parlare delle altre misure. Magari un’altra volta, eh?” (Fuggo)
I curiosi, qui in Convention, sono tantissimi. Ma, tra urla (non di dolore, per fortuna) e ronzii delle macchinette, si ha quasi quella stranissima sensazione di trovarsi immersi in una gran riunione di famiglia… Tra gli stand numerati, i tatuatori partecipanti si rincontrano, si raccontano e si osservano.
“Ho perso il conto delle convention alle quali ho partecipato. Qui a Ferrara, come per tutti, è la prima volta… ma ho avuto il piacere di incontrare tanti colleghi conosciuti in giro per l’Italia e durante altre manifestazioni all’estero. Sai, nonostante il mondo delle convention stia pian piano cambiando, così come il pubblico presente, è sempre bello poter prender parte ad appuntamenti simili” commenta Alessandro Melis, meglio noto come l’ Uomo Tigre, noto tatuatore cagliaritano.
“Queste sono opportunità interessanti sia per noi professionisti che per i nuovi adepti, si crea una rete di conoscenze e si possono osservare nuove tecniche… e farsi conoscere da nuovi clienti!”
Sul banchetto dell’ Uomo Tigre, stand 89 diviso con Alessandra Petrozzi, giovane artista romana specializzata in realistico, black and grey watercolor, vedo patch colorati con soggetti classici del tatuaggio traditional, tavole con velieri, mostri marini, felini e personaggi tipici dell’iconografia della vecchia scuola..
Il pubblico ha solo l’imbarazzo della scelta, qui!
Mi guardo intorno. Noto uno stand che mi piace. Linee pulite, tratto preciso… Ci penso. In effetti, un progettino da realizzare ce l’avrei. La tentazione mi abbandona poco dopo. Non ce la posso fare. Troppa folla, troppi curiosi che sbirciano qui e là.
Il contesto mi piace, mi diverte, saltello dappertutto, ma io ho necessità di uno studio tranquillo, ben pulito, di un tatuatore che possa ascoltare qualche paturnia relativa al caso, di molta più intimità. Prendo il biglietto da visita del Crab Rock Tattoo e continuo oltre.
“Wey bella! Anche te qui? Guarda, ti piace?”
Vince facile Franci, con il bacio di Klimt fresco fresco sulla pelle. “L’ho fatto poco fa. Non ero venuta qui con un’idea precisa ma ho notato il disegno di una ragazza ed è stato un colpo di fulmine. Minimal come piace a me, perfetto in ogni dettaglio!”
“Gran pezzo! Ma la conoscevi già?”
“Nono, l’ho vista… e mi son fidata. A lavoro fatto posso dire che non sarei potuta capitar meglio!”
Coraggiosa, Franci. E come lei tantissimi altri, che, tra stand di specialisti in ornamental, polinesiano, giapponese e tribale, si avvicendano sotto gli aghi di questi artisti che ogni giorno decorano i nostri corpi tra desiderio e dolore e che questo fine settimana colgono l’opportunità di presentare i loro lavori e la loro professionalità in un evento dal tutto esaurito. Ma a come tutti gli eventi che si rispettino, c’è qualcuno che storce il naso.
“Sono venuta per pura curiosità. Mi piacciono i tatuaggi, fanno parte di me senza essere lo scheletro della mia personalità ma ecco, mi aspettavo esattamente quello che vedo. Confusione, tanti artisti con la A maiuscola ma anche qualcuno alle prime armi, che dovrebbe far più caso all’igiene. Effettivamente, come mi ha detto un amico che ora sta realizzando un pezzo sul fianco del mio compagno, non dovrei paragonare uno studio a un evento in fiera. Ma è più forte di me e quando vedo cani entrare all’interno dei padiglioni, non posso evitare di storcere il naso. Che poi, è vietato da regolamento, ma spesso la gente non rispetta nemmeno le norme più ovvie…”
Poco lontani dalla coppia che stiamo osservando, con due cagnolini in braccio a pochi centimetri da una macchinetta in funzione, c’è un gruppo di ragazzi, giovanissimi. Uno ha, tra le varie, anche le palpebre tatuate, (rabbrividisco al pensiero del dolore), l’altro invece porta sul viso una maschera d’inchiostro che nasconde qualsiasi lineamento. Si presentano come Mattia e Buio, entrambi veneti. Mattia avrà si e no 20 anni, e ricorda quelle nuove meteore della scena musicale italiana, astri del trap con una miriade di tatuaggi sul volto.
Questo è lo stile che li rappresenta, dicono, con un fare che trova echi in puntate televisive di discutibili reality americani. “Sono arrivati i freak” sento ribattere da qualcuno alle mie spalle.
“Solo galeotti e marinai...”
Pausa dal capannone tatuaggi. Ho sentito che ci sono Harley e Kawasaki qui… e la folla di estimatori non manca! Lasciato il primo padiglione col suo ronzio, si apre un mondo di pin up, bikers e macchinoni, (sì, anche di quelle con casse talmente assurde da far ballare tutte le balere della Romagna) il tutto incorniciato da stand gastronomici per allietare le papille del pubblico. Ma lo spettacolo continua, e a “sostituire” lo show dei tatuatori ci pensano gli skaters e la crew di VIDAKREI, con Alessio Bolognesi che traccia le linee della sua nuova opera. “Siamo un po’ lontani dal marasma generale, facciamo un pezzo tra amici e poi andiamo a curiosare anche noi. È una bella novità!”
La convention è un vortice, gli eventi si susseguono e tutto procede a ritmo serrato. Ma è ora di agghindarsi un po’, Genny Mirtillo e ragazze del burlesque stanno salendo sul palco, il disegno sulla modella del bodypainting ha ormai preso forma, gli zombies sono pronti… e non vediamo l’ora di vedere chi vincerà il contest di Best in Show, il miglior tatuaggio della convention!
“Sono stati bravissimi, soprattutto per i canoni di una città come Ferrara” mi dice Nadia, tatuatrice ferrarese che non ha bisogno di presentazioni. “Mi piacerebbe, per una prossima edizione, poter partecipare a qualche incontro sulla cultura del tatuaggio e trovare anche altri eventi. Ma direi, senza ombra di dubbio, che il risultato finale, sarà oltre le aspettative!”
E voi, che dite? Ci vediamo alla prossima edizione!?