In fondo a via Giovanni Verga, ovviamente a Ferrara, c’è, da ormai quattro anni, una palestra di pugilato, la Costantino Boxe. A vederla da fuori sembrerebbe un chiosco ma un ring all’aperto proprio davanti all’ingresso chiarisce immediatamente di cosa si tratta. Oggi un gruppo di ragazze e ragazzi ferraresi che si allenano in questa palestra partirà per un torneo di Boxe internazionale che si svolgerà in Polonia, nella città di Swidnica, vicino al confine con la Repubblica Ceca. Saranno l’unica rappresentanza italiana a questo torneo e hanno organizzato una conferenza stampa a cui erano presenti le principali testate giornalistiche per parlare oltre che di questo torneo, di un ragazzo gambiano di diciannove anni.
Alaji Tiyana, questo è il suo nome, dopo soli sei mesi di allenamenti ha già esordito in un incontro in occasione di Gad-Up e ora è pronto al suo esordio internazionale. Arriva con un sorriso enorme tanto che le estremità della bocca sembrano toccargli i lobi delle orecchie ma, soprattutto, non arriva solo. Con lui c’è tutta la squadra e ognuno di loro avrebbe una storia da raccontare però stanno un pò in disparte, non vogliono attirare l’attenzione ma, allo stesso tempo, vogliono incoraggiarlo, incitarlo e, perché no, prenderlo un pò in giro. Insieme stanno bene, è evidente, sono riusciti a creare un gruppo che si sostiene anche se eterogeneo. Ragazze e ragazzi, alcuni più grandi altri più piccoli, ridono, scherzano, si aiutano e “ogni tanto andiamo pure a farci una pizzata” dice Orazio Costantino con il suo accento napoletano.
Seduti accanto ad Alaji ci sono Orazio e Giuseppe (Pino) Costantino, l’assessore allo sport Simone Merli e Chiara, operatrice di Camelot, la cooperativa che gestisce il centro Sprar in cui è ospitato. Alaji è partito dal Gambia, un piccolo stato anglofono completamente circondato dal Senegal (francofono) di circa due milioni di abitanti, quando ancora era minorenne. Arrivato a Ferrara è stato ospitato prima alla Città del Ragazzo, dove si ospitano i minori, poi è passato in un centro Sprar comunale gestito da Camelot. Ha ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari ma non può raccontare molto della sua storia perché le particolarità di questa impongono tutela. Da quando è in Italia ha iniziato a studiare e a fare sport, “prima di fare pugilato – dice – ho provato Aikido ma non mi piaceva molto poi un amico, Hassan, mi ha parlato di questa palestra e mi ci ha portato”. Così è nato il suo amore per la boxe, “uno sport – spiega Pino – che sembra violento ma in realtà è molto tecnico dove ci si picchia ma dentro delle regole e alla fine ci si abbraccia e ci si complimenta sempre con l’avversario”. Dietro la maglietta della palestra che quasi tutti indossano c’è riportata una frase di Mike Tison che lo spiega bene: “È il posto più bello del mondo, il ring. Sai quello che ti può capitare”.
Oltre a impegnarsi nello sport Alaji ha, in poco tempo, già superato la terza media e tra poche settimane inizierà il biennio delle superiori. “Studiare – dice – mi piace molto e mi ha permesso di conoscere molte persone che mi hanno aiutato, ora che inizierò le superiori troverò il modo per organizzarmi tra lo studio e gli allenamenti”. “Studio e sport – ricordano Chiara e Simone Merli – sono due aspetti fondamentali nel processo di integrazione perché permettono ai ragazzi di inserirsi nel tessuto sociale e danno reali possibilità di inclusione”.
E di questo la palestra Costantino Boxe è un esempio lampante, basta sentire i nomi dei ragazzi che partiranno per la Polonia e di chi è presente all’allenamento dopo la conferenza. Giada, Mohamed, Marwen, Luca, Denys sono solo alcuni. C’è chi è ferrarese e chi invece lo sembra perché quando parla la “S” e la “L” sono inconfondibili. C’è chi invece ha preso un accento napoletano a forza di passare il suo tempo in palestra con Orazio e Pino. Questi ragazzi sono un bellissimo arcobaleno di ferraresi che lottano e si divertono insieme senza badare a nazionalità, età e genere. Sono un esempio di integrazione e una fonte inesauribile di storie. Giada Talassi boxa da un anno ed è già titolare della nazionale di categoria, Mohamed Nasri è diventato vice-campione italiano senza potersi giocare la finale per un taglio allo zigomo.
Si allenano tutti insieme seguendo le istruzioni di Pino che gira tra loro metà allenatore e metà padre. Si sincera delle loro condizioni, li incoraggia e li corregge. La palestra è piccola e la concentrazione dei ragazzi è massima anche durante un allenamento pre-gara in cui l’allenatore ricorda spesso di stare attenti di non esagerare perché si deve arrivare al torneo di sabato in forma perfetta. Alaji con i suoi guantoni rosa boxa con Hassan, l’amico che per primo lo ha portato in palestra e che nel frattempo è arrivato per l’allenamento. Giada invece si allena con Giada. Hanno lo stesso nome ma la nazionalità di origine è diversa, provate a distinguerle se ci riuscite. La boxe nella palestra Costantino allena insieme ragazze e ragazzi, adulti, giovani dentro una grande famiglia nella quale la nazionalità, come dovrebbe essere ovunque, è l’ultima delle preoccupazioni.