Sono le quattro di una domenica pomeriggio d’estate tipicamente portuense, calda e afosa, ma nella penombra della sala lettura della Biblioteca Comunale c’è un clima fresco e nel silenzio si può sentire il rilassante frinire delle cicale. Sono in attesa dei ragazzi dell’Associazione ARCI BDC che organizzano la rassegna di musica indipendente alternativa What is Rock? giunta al suo decimo anno di età, che si svolge ogni agosto all’interno del contesto di Festissima a Portomaggiore. L’edizione 2018 si terrà dal 4 al 12 agosto prossimi.
Mentre raccolgo le idee per l’intervista, penso a quanto incredibile sia, in un paese di 13.000 anime, avere giovani che, animati da passione e buona volontà, diano spazio e voce alla cultura musicale rock alternativa che tanti (ormai più che trentenni come me) hanno amato tra il finire degli anni novanta e gli anni duemila. Quello profuso da questi ragazzi è un impegno che ha resistito per ben un decennio alle “intemperie” della vita. Partiti quasi maggiorenni o poco più non hanno rinunciato ad una passione, divenuta quasi un “credo” nonostante gli impegni incombenti che fanno parte integrante del processo di crescita. La porta si apre ed entrano Ivo, Mirko e Michela, parte dello “zoccolo duro” degli organizzatori. Sono facce conosciute, Porto è piccola. Ci salutiamo, ci sediamo e cominciamo la nostra chiacchierata:
Ciao ragazzi chi di voi ha voglia di raccontarmi cos’è e com’è nata la rassegna What is Rock?
IVO: “Faccio parte dell’associazione BDC dal 2010. Ho iniziato proprio con il What is Rock? allora alla sua seconda edizione. Il What is Rock? è sempre stata una rassegna ad ingresso gratuito di musica indipendente alternativa che negli anni ha visto ospiti internazionali e nazionali. Tra i nomi più importanti della scena internazionale ricordo gli Adolescents (gruppo hardcore punk formato nel 1980 a Fullerton in California. N.d.r.) e vorrei anche cogliere l’occasione per fare le condoglianze al gruppo che ha perso uno dei componenti da poco. Altri nomi di spicco che hanno calcato il nostro palco sono I Tre Allegri Ragazzi Morti, Giorgio Canali & Rossofuoco, Calibro 35, The Real McKenzies, Dente, The Zen Circus, One Dimensional Man, Zu e veramente molti altri.
C’è una serata o un episodio in particolare che è “passato alla storia”?
Ridono.
IVO: “Ce ne sono stati tanti e per motivi diversi. Le serate con Adolescents, Calibro 35 (ridono ancora, loro sanno il perché…) i Fuzz Orchestra, i Drink to Me con Cosmo che ha suonato lo scorso 28 giugno a Ferrara sotto le stelle.A livello artistico ce ne sono tante che ricordiamo volentieri perché sono state dei bei successi. Diamo sempre molto spazio anche ai gruppi locali perché ci piace anche un po’ mescolare quello che offre il territorio in termini artistici e quello che offre il grande giro che sia nazionale o internazionale, con tutti i limiti del festival.
Ci sono tante altre serate memorabili anche per dinamiche nostre che forse è meglio non raccontare. In generale abbiamo sempre avuto un buon ricordo ed è una cosa che quando non ho mi manca, quando ci sono dentro invece…
MIRKO: “È un festival lungo e faticoso da organizzare e gestire però dà molte soddisfazioni.”
Quest’anno dunque è il decennale. Avete qualche novità in serbo che potete svelarci?
IVO: “Novità in linea di massima nessuna. Il festival farà la sua decima edizione come sempre è stato fatto. La cosa peculiare di quest’anno è che torneranno un po’ di “vecchie glorie” per così dire. Dubby Dub a parte che sono ormai il gruppo ufficiale del festival, devono essere mancati solo uno o due anni, quest’anno torneranno anche vecchi amici come Giovanni Fanelli, che ha fatto parte dell’associazione fino al 2011, e che quest’anno verrà in veste di artista. Ti dico qualche nome della scena locale che secondo me è quasi più importante. Suonerà il Ciuz (Devil Mary) che non tutti conoscono ma che per me è il “patrono” del metal qui in zona, che tutti gli anni mi chiede di suonare ma poi arriva sempre in ritardo con la scaletta. Quest’anno mi sono fatto un appunto e l’ho invitato per tempo. Suonerà il gruppo del fonico Samboela (Il Maltempo) e suonerà anche un gruppo che quest’anno festeggia i trent’anni di carriera e viene da Catania (Uzeda).
Parlatemi un po’ della location.
MIRKO: “Anche quest’anno il luogo sarà lo stesso. Uno spazio all’interno di Festissima al Centro dell’Olmo di Portomaggiore. Ormai da dieci anni troviamo il supporto di questa festa e riusciamo ad organizzare il nostro evento. Importante ricordare che l’entrata è sempre libera e dentro l’area ci sarà come sempre il nostro punto ristoro.
Come vi siete trovati in questo spazio? Perché ammettiamolo, sulla carta, la convivenza pare difficile. Nessuna battaglia epica tra rock e liscio?
All’unisono “SEMPRE!!!”
Ridono.
MIRKO: “Tra noi e le pietre miliari, i così detti “vecchi del partito” qualche attrito c’è stato per forza di cose, ma mai nulla di non risolvibile. Da parte dell’organizzazione invece abbiamo sempre avuto un grande supporto. E’ chiaro che sono proprio generazioni diverse e quindi ci siamo proprio “incastrati” dentro al loro spazio.
MICHELA: “Dopo tanti anni abbiamo trovato la quadra ed è importante sottolineare che non hanno mai detto nulla sui gruppi in scaletta, abbiamo sempre avuto libertà totale come direzione artistica”.
Dunque Liscio VS Rock’n’roll finisce sullo 0 a 0
Ridono.
MIRKO: “Come si diceva poco fa il punto di forza, in tutti i nostri eventi, è che dal punto di vista della selezione musicale non abbiamo vincoli. Quindi la forza che continua a spingerci è proprio questa, che sostanzialmente proponiamo quello che ci piace sentire e ascoltare.”
IVO: “Questo è davvero un grande lusso che possiamo permetterci dopo dieci anni. Non seguire la tendenza ma seguire quello che secondo noi è interessante, che non è cosa da poco. Togliersi dalle logiche di mercato è un lusso rarissimo e trovarlo in una situazione come Portomaggiore che è nella profonda provincia, nel bene e nel male, è davvero tanta roba.
Toglietemi qualche curiosità. Da dove viene il vostro pubblico?
IVO: “Negli ultimi anni ci siamo resi conto che c’è più gente che viene da fuori e quindi abbiamo realizzato che il nostro pubblico di riferimento non è più di Portomaggiore principalmente per questioni demografiche. Quindi il pubblico viene in gran parte da Ferrara e qualcuno dal ravennate e dal bolognese. C’è un gran lavoro di comunicazione. Ovviamente più in là si riesce ad arrivare più è facile trovare il curioso o l’estimatore del gruppo.
MICHELA: “Ci sono stati alcuni anni dove abbiamo avuto anche delle persone che venivano dall’estero, soprattutto con i gruppi internazionali. Mi ricordo ancora due belgi arrivati in bicicletta, due pazzi, in agosto! Un ragazzo lituano e qualche altra presenza straniera da non crederci in un paese come Portomaggiore. Alcuni vengono dal sud e alloggiano qui.
Insomma dieci anni di successi…
MICHELA: “Sì. È un grande impegno anche dal punto di vista fisico perché i ragazzi dell’associazione cominciano al pomeriggio per arrivare spesso oltre la mezzanotte.
IVO: “Questo poi durante i giorni del festival, ma l’organizzazione parte a febbraio/marzo, quando si fanno le prime riunioni, quando si cominciano a prendere i primi contatti con i responsabili di Festissima per i giorni e i budget, per dare una prima impronta alla scaletta.
Avete nuove leve nell’associazione? Qualche giovane che si avvicina a questo tipo di panorama?
IVO: “E’ un po’ faticoso attirarli. Anche se i giovani tra i sedici e i diciotto anni un po’ di curiosità ce l’hanno, manca loro proprio il contatto diretto. Mio fratello ad esempio, finché non gli ho chiesto di venire ad aiutarci a scaricare il furgone e a sistemare le cose non aveva idea di cosa facessi io d’estate. Sono un po’ in una bolla, gli manca un luogo in cui mischiarsi. Banalmente durante le serate vediamo un sacco di ragazzi giovani fuori dal festival e non entrano nemmeno a curiosare. Non so se manchi una predisposizione anche alla musica dal vivo. Noi veniamo da vent’anni musicalmente fighissimi per il rock e poi erano i primi tempi dei video su MTV, TMC2 e Videomusic. Penso ci sia stato proprio un calo culturale forse mondiale per la musica rock. Noi veniamo dall’onda lunga dei Nirvana d’altronde.
Che nostalgia. Ricordo i lunghi pomeriggi passati davanti alla tv a registrare video su VHS per riguardarli ad oltranza.
IVO: “Esatto! Però pensa che loro a differenza nostra hanno a disposizione una galassia di cose infinite, possono passare dai BlackSabbath ai Lighting Bolt con un semplice click. Però gli manca il contesto, le coordinate per utilizzare questi strumenti. Bisogna proprio mettere un po’ le cose in ordine. Perché anche la TRAP non va presa come un mostro incomprensibile da combattere, va capito il contesto in cui si sviluppa. Se adesso prendere lezioni di musica presenta delle problematiche, vuoi per il rumore, vuoi il costo delle lezioni, io mi immagino che i ragazzi si chiudano in camera e scrivano musica col computer, che è assolutamente possibile, e per questo oggi abbiamo questo fenomeno che va capito, in cui bisogna trovare lo spunto artistico e la maniera di farla rendere dal vivo. Quando diventerà un mezzo forte ci troveremo di fronte ad un nuovo genere musicale a tutti gli effetti.”
D’altronde anche il grunge è nato in un garage. Diamo tempo al tempo.
IVO: “A mio avviso il problema è che è scesa proprio la soglia di attenzione a livello generale. Basta guardare le testate dei giornali è tutto rapido, mutevole, sono cambiate le dinamiche.”
MICHELA: “Per questo ci vorrebbero teste nuove, i giovani, perché comunque dobbiamo stare al passo di un cambiamento inevitabile che è giusto che ci sia.”
Allora cosa diciamo ai giovani che ci leggono?
MICHELA: “Che vengano a scoprire cosa c’è dietro e che lo facciano prima di tutto per divertirsi e per stare insieme, inoltre è una bella esperienza e una palestra di vita per cui vale la pena impegnarsi.
Ci salutiamo e se ne vanno. Io rimango ancora un po’, nel silenzio. E’ stato davvero un pomeriggio piacevole. Un tuffo nel passato, una storia di successi portati avanti da giovani con la voglia di fare per il loro territorio. Speriamo che il futuro sia coronato da giovani che abbiano la stessa voglia di portare avanti le loro passioni attraverso l’esperienza e le sfide che questi contesti locali lanciano quotidianamente, con un occhio al passato ed uno spunto tutto nuovo sul futuro.