Coprifuoco è una canzone in cui si confondono eventi epocali e fatti personali. In sottofondo c’è questa tabla elettronica, una specie di drum machine che ci hanno portato dall’India e che finalmente siamo riusciti a mettere in una canzone. C’è l’eco di un viaggio in Bosnia che avevo fatto con un amico una decina di anni fa: a Mostar ci siamo accorti che campanili e minareti una volta crollati si assomigliavano, dalle macerie non riuscivi a distinguere l’uno dall’altro. Al loro interno erano già cresciuti gli alberi, il tempo passato dalla fine della guerra si misurava con la loro altezza.
Credo che in questo video si possano ritrovare tutte le contraddizioni e i contrasti che ci sono nella canzone, tutte le corse a piedi o in macchina, le litigate, l’affetto, la solitudine, la vicinanza, le nascite e le rinascite. La violenza e la tenerezza, l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta, la libertà e la responsabilità.
Il video è stato girato da Angelo Cerisara, un regista italiano di 23 anni che vive in Inghilterra ed è ambientato tra Mestre, Londra e Torrebelvicino in provincia di Vicenza, il suo paese d’origine.
V.
Il video è una produzione Borotalco.tv
Scritto e diretto da: Angelo Cerisara Prod. esecutivo: Matteo Stefani, Andrea Biscaro Producer: Matilde Composta Coordinatore di produzione: Jacopo Colamartino Styling: Foxy Brown Vintage Post produzione: Angelo Cerisara Con: Achraf Dibani, Giulia Anna Kapelanczyk, Lisa Maria Gasparini, Giovanni Lorenzi, Nicola Dal Maso, Jessica Pietribiasi, Matteo Pietrobelli, Leonardo Savelli Special thanks: Simone Benetazzo, Giovanni Cerisara, Collettivo Velocissimo
COPRIFUOCO
Cadeva la sera su una bella e malandata Europa multiculturale / su un altro bar che cambia gestione su un altro eroe da dimenticare / il giorno degli attentati hai scritto per tranquillizzare tutti / che come sempre eri da quelle parti ma non eri tra i feriti o tra i morti / arriverà la pace inaspettata e benedetta come ogni sera sarai stanca morta / saranno tutti inginocchiati in direzione del Nord America del nord Italia o della Mecca / chiuderai gli occhi per vedere fuori l’inverno più mite degli ultimi diecimila anni / quei quattro alberi i tuoi santi protettori e tua madre la madonna degli affanni / e dove c’era un minareto o un campanile c’è un albero in fiore tra le rovine / ci siamo noi due accecati dal sole mentre cerchi di spiegare / cos’è che ci ha fatto inventare la torre Eiffel le guerre di religione / la stazione spaziale internazionale le armi di distruzione di massa e le canzoni d’amore / cos’è che ci rende unici e fragili con sette vite e sette miliardi di desideri / una pelle molto sottile sempre assaliti dai pensieri / su questo pianeta chiamato Terra anche se come noi è quasi soltanto acqua / come noi tra un amore e una guerra assediati da quello che manca / era per andare via da me da te dalla piazza della cattedrale / hai scoperto che Toronto è una Varese più grande ma a parte il freddo non si sta poi così male / lì ci sono ragazze come te che da piccole sono state molto sole e adesso sono più forti di un intero paese / c’è un uragano con il tuo nome aerei militari che come certi baci non fanno rumore / e dove c’era un minareto o un campanile c’è un albero in fiore tra le rovine / ci siamo noi due accecati dal sole mentre cerchi di spiegare / cos’è che ci ha fatto inventare la torre Eiffel le sinfonie di Beethoven / la stazione spaziale internazionale le armi di distruzione di massa e le canzoni d’amore / cos’è che ci ha fatto inventare la torre Eiffel le guerre di religione / la stazione spaziale internazionale le armi di distruzione di massa e le canzoni d’amore.