Negli anni settanta una siccità in California porta alla rinascita dello Skate. Uno sport che per tutta la sua vita vive di alti e bassi, a momenti di grande popolarità si alternano periodi in cui solo pochi irriducibili appassionati continuano a evolvere questo sport. Nato dal surf e dalla fantasia di ragazzini intraprendenti oggi ha raggiunto una dimensione mondiale tanto che dal 2020 sarà sport olimpionico. Un film, Lords of Dogtown di Catherine Hardwicke, racconta come Tony Alva, Stacy Peralta e Jay Adams abbiano cambiato lo skate partendo da Dogtown il ghetto sul mare della città di Los Angeles tra Venice e Santa Monica.
A Ferrara, con le dovute proporzioni, non abbiamo Venice ma abbiamo Comacchio, non abbiamo Dogtown ma abbiamo Magnavacca (Porto Garibaldi per i poco avvezzi). La storia, un pò inventata un pò no, inizia negli anni 2000 quando un gruppo di ragazzini appena adolescenti inizia a skeitare sul lungomare sfruttando la strada per le proprie evoluzioni. Sono la seconda generazione di skater comacchiesi e dopo poco decidono che la strada non gli basta. Due sono le soluzioni che trovano: avventurarsi tra le rampe del Jo Lido (un vecchio acquapark in disuso) e costruirsi un proprio skatepark di fianco al campo sportivo di Porto Garibaldi.
Si arriva così alla seconda decade del duemila, alcuni di questi ragazzi hanno smesso, altri continuano e altri ancora si sono aggiunti. Ora però il Jo Lido è più difficile da sfruttare, gli anni dalla chiusura sono tanti e le rampe degli scivoli troppo pericolanti per skeitare. Lo skatepark che si erano costruiti è abusivo e non rispetta le norme di sicurezza per cui sono costretti ad abbandonarlo e viene demolito. E’ così che gli skater si uniscono nella ASD Flip Skate e con l’aiuto del Comune di Comacchio ottengono i finanziamenti per la costruzione del Captain SkatePark. Disegnato da Matteo Mangherini e Marco Morigi unisce elementi solitamente disgiunti tra loro. “Normalmente – spiega Matteo Mangherini – gli skatepark sono divisi in due parti, bowl e street. La prima è quella con le rampe, la seconda quella che riproduce elementi della strada”. Nella pista, che ricorda volutamente la forma di una nave, queste due parti si fondono portando per la prima volta in Italia un parco di questo genere che è stato inaugurato con una data dei Campionati Italiani di Skateboard.
Per due giorni skater da tutta Italia e di ogni età si sono sfidati a suon di trick attirando molti curiosi oltre che addetti ai lavori e portando a Comacchio uno spettacolo mai visto prima. E così, proprio mentre gran parte della provincia guardava la finale del mondiale, al Captain SkatePark si assisteva all’ultima gara del Campionato italiano di Skateboard poco o per nulla preoccupati degli esiti di Francia – Croazia ma estremamente attenti nel cercare di capire chi, tra i partecipanti, avrebbe vinto.
Tra le due le categorie in gara, Junior (Under 16) e Senior, è veramente difficile capire la differenza, non fosse per l’altezza. Alcuni ragazzi Junior fanno cose che voi umani non potete nemmeno immaginare, gran parte del pubblico rimane a bocca aperta. Inseguono le linee dello skatepark come i grandi e, sicuramente, tra pochissimi anni saranno pronti per dargli filo da torcere. Edo, uno degli junior, ha un cerotto sul mento dal sabato pomeriggio quando è caduto provando uno dei suoi trick. Un pò di ghiaccio, un cerotto ed è già pronto per ripartire.
Anche i grandi, come i piccoli, cadono e si rialzano (“se non ti piace cadere non può piacerti questo sport” dice uno tra il pubblico), si incazzano, urlano ma non demordono. Si incoraggiano a vicenda pronti a esultare per gli altri quasi come per se stessi. È uno sport, sono atleti come tanti altri, ma la capacità di creare una comunità all’interno di un contesto come una gara impressiona specialmente se si pensa al calcio dove ormai si arriva a litigare anche durante le classiche partitelle tra amici.
All’inizio si scriveva di Lords of Dogtown dove un gruppo di ragazzini sfrutta le piscine dei quartieri ricchi, vuote a causa della siccità, per modificare lo skateboarding. A Comacchio invece l’acqua non manca e, anche a causa del caldo torrido, serpeggia tra la folla un’idea che potrebbe rivoluzionare il mondo delle piscine. “Okkupiamo lo skatepark e riempiamolo d’acqua! Sarebbe una piscina stupenda!”. Si scherza ovviamente: ora che è stato costruito è meglio non lasciarselo sfuggire. Poi col tempo qualche albero, un pò di erba sul prato e forse il caldo si sente meno. Tanto prima o poi in zona costruiranno pure una piscina e gli skater non dovranno più temere nulla.