In via Mazzini, quasi nascosta tra un negozio e l’altro, c’è una piccola porta di legno dietro la quale si trova la sede di due case editrici ferraresi: Este Edition e La Carmelina. Incontro i due collaboratori Federico Felloni e Vincenzo Iannuzzo in occasione dell’imminente apertura della loro rassegna letteraria “Autori a Corte” che inizia oggi, mercoledì 11 luglio, si snoda fino a fine mese e avrà luogo a Ferrara nella Factory Grisù.
Nel loro ufficio stipato di libri di ogni tipo e dimensione, tappezzato di poster di scrittori, Federico mi racconta che inizialmente la rassegna era nata come occasione promozionale per le due case editrici, che durante gli eventi dal vivo potevano mostrare e vendere al pubblico i volumi pubblicati e le anteprime in uscita. Da lettrice immagino che sicuramente non sia facile per una piccola casa editrice di provincia trovare posto sugli scaffali delle grandi librerie cittadine, ci si è dunque dovuti inventare un modo intelligente per farsi conoscere.
La prima edizione, ospitata nel Giardino delle Duchesse, era una vera sfida e forse un azzardo: l’organizzazione era ancora un po’ amatoriale e non si sapeva come il pubblico avrebbe reagito, anche perché come dice Federico “parlar di libri non è certo facile”. Non è facile in sé, perché un tema così evanescente, se mal presentato, rischia di allontanare invece di attirare pubblico, e non è facile anche perché si sa, gli italiani non sono grandi lettori.
Nonostante ciò, 4 anni dopo la rassegna è cresciuta ed è più viva che mai, testimoniando che la sfida è stata decisamente vinta. Questa di luglio 2018 è infatti la 5° edizione estiva (in aggiunta alle edizioni natalizie e alle edizione “sorelle”, a Lendinara e Ficarolo), e tutti nell’organizzazione stanno vivendo questo traguardo come un primo compleanno, con le considerazioni e bilanci che ne conseguono.
L’anno scorso Autori a Corte ha inaugurato l’apertura del giardino creativo di Factory Grisù, ex caserma dei pompieri ora recuperata come progetto sociale che tra gli obiettivi ha anche quello di rivalutare il quartiere GAD. Federico mi confida di credere molto in questa collaborazione: gli spazi sono bellissimi, il quartiere sta mostrando molto supporto ed è convinto che la strada giusta per la vera integrazione sia quella che persegue la conoscenza, la cultura e l’incontro, non certo quella del controllo e della coercizione.
Dice Vincenzo che la manifestazione è notevolmente costosa e che senza gli sponsor e senza l’aiuto del Comune di Ferrara non sarebbe facile sopravvivere. Ciò che però rinnova la forza di volontà degli organizzatori è il rapporto di fiducia che si è costruito con gli sponsor stessi e soprattutto con le grandi case editrici. Se queste ultime inizialmente erano sospettose e si fidavano poco di una realtà sconosciuta, ora hanno instaurato con Autori a Corte un rapporto di collaborazione reciproca. Un po’perché Ferrara, si è scoperto, è sorprendentemente una città virtuosa in quanto a numero di lettori, in un’Italia tendenzialmente poco interessata alla lettura. E un po’ perché dopo i primi anni di rodaggio e conoscenza reciproca le case editrici e gli stessi scrittori ora credono nel progetto ferrarese ed è una città in cui vengono sempre volentieri.
Molti grandi autori si sono succeduti negli anni: Antonella Borelevi, Folco Quilici, Lucio Scardino, Gianluigi Nuzzi, Magdi Allam, Roberto Pazzi, Marcello Simoni, Achille Ochetto, Giulio Cavalli, Antonia Arslan, Luigi dal Cin, Antonio Socci, Ivano Marescotti…
Federico racconta sorridendo che ultimamente sono proprio le case editrici a spingere per proporre i propri scrittori ad Autori a Corte. Sarebbe sicuramente molto più semplice organizzare una rassegna letteraria che ospita esclusivamente grandi nomi della letteratura: l’afflusso di pubblico sarebbe assicurato, il successo pure, le tempistiche di organizzazione e ricerca talenti si ridurrebbero, così come gli sforzi di tutti i collaboratori. Federico mi conferma infatti che per organizzare una rassegna tale serve almeno un anno di preparazione.
Per una precisa presa di posizione dei suoi ideatori, però, il format prevede che oltre ad alcuni nomi noti, si affianchino anche libri di artisti meno conosciuti ed emergenti. La missione di Autori a Corte non è il successo facile, bensì quella di dare una possibilità a chi altrimenti faticherebbe non poco a trovare un po’ di visibilità. Si tratta di far conoscere una realtà che sarebbe altrimenti del tutto sommersa dalla moltitudine di prevedibili super best seller che riempiono gli scaffali tutti gli anni.
Mi sembra che questo proposito gli faccia davvero onore, soprattutto perché i fatti lo testimoniano: sono invitati a partecipare come ospiti alla rassegna solo autori disposti a non percepire un compenso e tutti, famosi e non, sono trattati in ugual modo perché a tutti è dedicata la stessa quantità di tempo, sforzo, impegno e spazio durante la serata. È una sorta di una democrazia letteraria.
Mi spiegano che non volevano creare un evento letterario pomposo, come ne esistono molti ultimamente in altre città italiane. Volevano allontanarsi a tutti i costi da quell’aura di elitarismo ed esclusività che spesso aleggia attorno ai discorsi sulla letteratura. Ci tengono a trasmettere invece un senso di serenità e di rilassatezza, per poter approfondire temi, scoprire perle letterarie, imparare, certo, ma anche per svagarsi e sentirsi parte di un gruppo accogliente. Vogliono poter avvicinare chi già è lettore e chi potrebbe diventarlo e non allontanarli facendoli sentire in soggezione.
I momenti più belli, raccontano, sono quelli in cui persone di 40-50 anni, capitate un po’ per caso alla presentazione, di quelli che non hanno mai letto un romanzo, gli insospettabili insomma, alla fine della serata si avvicinano magari un po’ timidamente per acquistare qualche libro, incuriositi dall’atmosfera. O anche quando grandi autori dalla carriera ormai consolidata, finita la loro presentazione, rimangono per ascoltare quella seguente, di qualche giovane autore emergente. Ecco, in questi momenti ci si sente davvero soddisfatti perché si ha l’impressione di aver fatto centro.
Capisco sempre più che la vita della rassegna e quella della casa editrice sono interconnesse. È stata creata la collana “Autori a corte”, che raccoglie i libri pubblicati e presentati durante gli incontri col pubblico. Vincenzo mi racconta che hanno voluto pubblicare opere di personaggi già noti al grande pubblico grazie alla loro attività principale, che però scrivono di altro: è stato sorprendente ad esempio leggere il bel libro giallo scritto dal Mago Casanova! Mi fanno vedere poi che hanno pubblicato i libri di Andrea Poltronieri, Ivan Bottoni, Paolo Franceschini, Gianni Fantoni, Dario Baruffa… personaggi ben noti ai ferraresi, che fanno parte del loro tessuto sociale e identitario.
Da qualche anno, inoltre, Autori a Corte collabora attivamente con la Città del Ragazzo. Alcuni dei loro studenti infatti li aiutano sia nei mesi di preparazione e di promozione della rassegna, sia durante le serate letterarie, come volontari. I ragazzi hanno modo di sviluppare relazioni sociali, di entrare in contatto con il pubblico e di mettersi al servizio di una realtà entusiasmante che lascia sempre un bel ricordo.
Ma l’attività de La Carmelina ed Este Edition non è finita qui: organizzano infatti anche corsi di scrittura creativa, ad esempio quello diretto da Cinzia Tani, grande collaboratrice di Federico e Vincenzo. Proprio a Natale uscirà la raccolta dei racconti scritti dai ragazzi che hanno partecipato al suo corso.
Vincenzo mi accompagna verso via Mazzini, e salutandomi mi confida che il lavoro di una piccola casa editrice di provincia è sempre “un mezzo sogno”, un continuo cercare di rimanere a galla tra mille difficoltà di ogni tipo, ma l’orgoglio e la soddisfazione di vedere i propri libri in mano ai lettori, di vedere la platea piena per un autore poco conosciuto ripaga tutti gli sforzi e fa capire che stanno andando nella direzione giusta.