– Conosco un tizio con una gamba di legno di nome Smith.
– E come si chiama quell’altra gamba?
Mary Poppins
Mentre pedalo verso casa di Sam Smith, lasciandomi alle spalle i ferraresi che fanno aperitivo in via Mazzini addentrandomi nelle più solitarie vie del ghetto ebraico, mi viene in mente questa battuta dello Zio Albert. L’avrete vista sicuramente da bambini nel film Disney, quando i bambini con Mary e Bert vanno in visita dallo strambo zio che prende il tè fluttuando in aria senza riuscire a smettere di ridere. Il nome del ragazzo inglese con cui seguirò il match dei Mondiali di Calcio è in effetti curioso: in Inghilterra Smith è il cognome in assoluto più diffuso, esiste almeno un cantante famoso con quel nome e cognome e in molti mi chiedono se non sia un nome di copertura per qualche spia del MI6, i servizi segreti inglesi.
Si gioca Tunisia-Inghilterra, una sfida che sembra scontata ma che riserverà invece qualche sorpresa. La Tunisia è sempre stata eliminata ai gironi, l’Inghilterra non ha mai perso contro una squadra africana ai Mondiali. L’ultima sfida risale al mondiale 1998, a Marsiglia, a seguito della partita ci furono gravissimi disordini e scontri tra le due tifoserie, un capitolo triste che entrambe le tifoserie ancora ricordano bene.
Sul campanello del palazzo non ci sono etichette, Sam vive qui da due settimane e ha scoperto solo poche ore fa quale sia il suo campanello, provando a suonarli tutti. La prima cosa che mi colpisce di lui è che somiglia tantissimo a Mika, il cantante, sia fisicamente che nel modo di parlare gentile ed educato. La seconda cosa che mi colpisce è che nonostante la globalizzazione abbiamo degli schemi mentali che non si riescono a sradicare dalla nostra mente: gli inglesi ci sembrano parlare tutti nello stesso modo, come i tedeschi o gli spagnoli. Forse faccio lo stesso effetto anche io alle sue orecchie.
Sorpresa: oltre a me ed Andrea, fotografo al mio seguito, ad accoglierci c’è anche un’altra Andrea, barista australiana, che dopo due lauree a Sidney ha pensato di prendersi un anno sabbatico e viaggiare un po’ per il mondo. È passata a salutare il suo amico Sam che la ospita qualche giorno a Ferrara ma proseguirà per la Germania e l’Olanda. Beata lei.
Pochi minuti sono sufficienti per capire che il nostro inglese stentato non sarà sufficiente a conversare l’intera serata in una lingua comune (Andrea parla solo inglese), ripieghiamo egoisticamente sulla nostra lingua madre per commentare le prime azioni della partita prima che suoni il campanello il nostro ultimo ospite. Hamdi Gaaloul è tunisino, anche se vive a Ferrara da anni dove conosce un sacco di gente per via del suo impegno in diverse associazioni. Si presenta con la maglia dell’Espérance Sportive, una squadra di Tunisi della Ligue Professionelle 1 e una bandierona che terrà pronta per ogni festeggiamento.
Sam è invece un tifoso del Tottenham, ci spiega che numerosi dei suoi giocatori sono oggi in Nazionale, anche se molto giovani e inesperti: questa è la peggiore Inghilterra degli ultimi anni, non è più quella di Gerrard e Rooney, campioni più famosi ormai arrivati a fine ciclo. L’Inghilterra è una squadra che parte sempre con grandi proclami e speranze, ma puntualmente non arriva tra le prime quattro. Sam spiega che è questione di mentalità, che pensano troppo ma poi mancano di concretezza, di aggressività e voglia di vincere davvero. Non ha particolari speranze per il match di stasera. Hamdi invece è fiducioso, anche se non ha grande stima di Nabil Maâloul, allenatore tunisino che oltre a somigliare a Lele Mora, per l’occasione è vestito in modo un po’ bizzarro.
Il televisore di casa Smith è piuttosto piccolo, e teniamo il volume basso per poter parlare tranquillamente, così all’undicesimo quando Harry “Hurricane” Kane, bomber del Tottenham, porta in vantaggio l’Inghilterra, quasi non ce ne rendiamo conto. Sam ci aveva avvisato che per lui il calcio è una cosa seria, che quando lo segue si trasforma e si era scusato per eventuali imprecazioni, ma al primo gol inglese esulta moderatamente. In fondo è solo la prima partita, c’è tempo per le emozioni quando si farà sul serio.
Ferrara è una città piccola, così capita che anche quando si è in compagnia di sconosciuti si scopra di conoscere comunque persone in comune. Appena 24 ore fa ero assonnato all’alba al Lido di Volano per fare qualche video a margine della Bike Night Ferrara-Mare ad alcune persone tra cui Valeria, che scopro essere il motivo dell’arrivo a Ferrara di Sam.
Sam Smith, classe ’89, non è decisamente una spia inglese al servizio di Sua Maestà, a Londra faceva il barman, di quelli che fanno i cocktail dosando bene ogni ingrediente per ottenere il giusto mix, non un semplice barista che apre la birra con il cavatappi, fa i caffè e scalda i toast con il bacon al mattino. Ha vissuto un po’ a Sidney e grazie ad una dritta della suddetta Valeria, che aveva conosciuto a Londra, ha trovato lavoro a Ferrara nell’azienda agricola BioPastoreria, quella che molti conoscono per lo spazio Terraviva, vicino alla Certosa. La loro sede è a Ro Ferrarese, così Sam ha vissuto per un anno in questo piccolo paese vicino al Po, il più giovane tra gli abitanti in giro, facendosi amico i vecchietti al bar e prendendo la bici ogni momento buono per correre a Ferrara, dove teneva corsi di inglese e ripetizioni private. Un pendolare in bici sull’argine del Po. Da due settimane è venuto a stare in città perché la bici è tanto bella ma dopo un po’ anche no, specie dopo otto ore di lavoro in campagna.
Rigore per la Tunisia: dal dischetto trasforma Ferjani Sassi, pettinatissimo centrocampista sconosciuto ai nostri occhi inesperti, come la quasi totalità dei calciatori in campo. Hamdi esulta e sventola la bandiera, uno a uno palla al centro. Siamo al 35′ del primo tempo e la nazionale tunisina non farà mai più un tiro in porta per il resto della partita.
Arrivano le pizze e un po’ a sorpresa il ragazzo che sale a consegnarle è tunisino: saluta Hamdi che li conosce un po’ tutti (sono 460 secondo l’anagrafe del Comune di Ferrara, la decima comunità straniera per numero di residenti). Si è perso l’azione del gol perché anche stasera è di turno e non c’è partita che tenga ma è contento di come stanno andando le cose quindi posa in questa foto celebrativa e per un attimo ci sentiamo un po’ tunisini anche noi.
Hamdi è a Ferrara dal 2012, ha scelto questa città perché ci viveva suo zio, qui ha studiato Scienze della Comunicazione. Quando a Tunisi è iniziata la Primavera Araba nel 2010 lui aveva appena 21 anni e girava per la strada con una piccola spada, per difesa personale, ma non l’ha mai usata, dice. I tumulti della Rivoluzione dei Gelsomini per cacciare il regime di Ben Ali, partirono proprio durante una partita di calcio, a seguito del malcontento diffuso per la disoccupazione e la corruzione dilagante tra le forze politiche e di polizia locale. Il campionato di calcio, la Coppa d’Africa così come il Mondiale di calcio sono eventi molto seguiti anche in Tunisia, roba da riempire i bar e le piazze, un po’ come in Italia. I bar però sono un po’ diversi dai nostri: più diffusi sono i caffè, che non servono alcolici, mentre gli alcol bar tecnicamente sarebbero preclusi a chi osserva i dettami della religione musulmana, ma molti predicano bene e razzolano male. “Alcune persone sono religiosissime e si vantano di non bere alcolici – racconta Hamdi – poi magari sono violente con le mogli o le tradiscono con altre donne”. Lo rassicuro che ogni mondo è paese: anche in Italia i boss mafiosi, i cattivoni per eccellenza nel nostro immaginario collettivo, hanno un’enorme devozione verso Madonna e santi, o utilizzano i banchi di qualche Chiesa per incontri, scambi e ordini barbarici.
Nel dubbio comunque Hamdi è direttamente astemio, quindi mentre noi inglesi e ferraresi apriamo birre lui prosegue a bere té verde. Dice Sam che le birre migliori, quelle che lo fanno sentire più a casa, ce le ha Il Molo, anche se poi dentro non è proprio un pub inglese, nonostante la musica sia quella trasmessa dalla BBC. Apprezza molto anche il Balebuste, che ha quasi sotto casa, per un aperitivo italiano che l’ha conquistato in questi mesi in Emilia.
Hamdi invece passa le serate dal pakistano di via Contrari, uno dei tanti che tiene aperto la sera ma che negli ultimi mesi è diventato di tendenza nonostante non abbia lo charme di altri locali del centro, ma la movida a volte segue percorsi strani e imprevedibili. Proprio della movida si è occupato con il progetto Movida On, documentando con foto e video le serate organizzate in piazza con altre associazioni del territorio, un’iniziativa che ha fatto molto discutere per come è stata creata e condotta, che Hamdi difende negli intenti e critica nei modi sotto alcuni aspetti, ma per la quale si è speso ore ed ore con passione. Da quasi un anno è anche presidente dell’APS che realizza la Webradio Giardino, una delle voci che, un po’ come FILO, racconta online Ferrara attraverso una ricca programmazione di storie quotidiane e voci di ogni nazionalità.
È il novantesimo, in pieno recupero bomber Kane realizza il gol della vittoria inglese. 2 a 1: risultato forse giusto, anche se l’undici britannico non ha mai brillato per il gioco. Di colpo la chat Whatsapp degli amici di Sam si anima, i toni dimessi e gli insulti verso i giocatori danno spazio a speranze ed autoesaltazione: siamo i migliori, vinceremo la coppa, è il nostro anno! Sam ci crede poco ma è divertito dal momento storico. “L’Inghilterra ha vinto tre partite negli ultimi dieci anni, solitamente passa il turno a pareggi, ed esce ai rigori…”, dice ridendo.
C’è spazio per una stretta di mano diplomatica, Hamdi accetta la sconfitta con sportività poi scappa a chiudere gli uffici della Radio. Il dovere chiama, per vincere c’è pur sempre Panama, per molti una squadra materasso.