COSMO – Sei la mia città – Soundkeeper: Stefania Andreotti
Finalmente è successo. Finalmente dopo tutte le volte che li ho visti prepararsi, mettere l’acqua negli zaini e un tappo di riserva nella tasca dei jeans, dopo tutte le volte che mi hanno salutato e si sono raccomandati di non fare troppo arrabbiare la nonna e mia sorella, dopo tutte le volte che mi hanno detto “torniamo presto” e presto non sono mai tornati, finalmente è arrivato il momento del mio primo concerto.
La scelta per il mio battesimo musicale è ricaduta su Cosmo; la mamma era un po’ perplessa in merito, quasi dispiaciuta: diceva che per il primo concerto avrebbe voluto portarmi in uno stadio, ad un mega evento, con qualche gruppo che avesse fatto la storia della musica. C’è da dire che è ancora gasata dal concerto dove è stata qualche giorno fa, quello dei Pearl Jam: in casa da settimane non si riesce ad ascoltare altro se non loro. Per fortuna poi succede che le decisioni vengono prese in comune accordo con il papà, decisamente più razionale della mamma e quindi visto che Cosmo suonava in Piazza Castello per Ferrara sotto le stelle, visto che potevamo benissimo andarci in bici e visto che con la generosità di date previste in tutta Italia difficilmente ci sarebbe stato il pienone, Cosmo era l’artista perfetto e ieri sera, 28 giugno, sono stato al mio primo concerto.
Quando siamo arrivati come da previsione non c’era un gran affollamento e non abbiamo fatto coda. Entrati nella piazza, più che Ferrara sotto le stelle era Ferrara sotto nuvoloni grigi che non dicevano niente di buono, ma nessuno era preoccupato, nemmeno i due dj che si stavano già esibendo sul palco. Un po’ in ansia ho chiesto cosa ci stavamo perdendo, ma il papà mi ha detto che erano Enea Pascal & Splendore, dell’Ivreatronic, collettivo di dj di cui fa parte anche Cosmo, ma potevo stare tranquillo, lui doveva ancora salire. Con i due intanto le mie orecchie si sono un po’ abituate al volume così alto, anche se per il momento era ancora possibile parlare tra di noi. Intanto la luce illuminava sempre meno la piazza che piano piano si è sempre più riempita, anche se non del tutto.
Ci siamo posizionati in un punto con una buona vista (se qualcuno mi teneva in braccio forse era meglio) e un certo spazio vitale per farmi scatenare come mi ero allenato a fare da giorni. E finalmente ho sentito il boato della piazza, papà mi ha sollevato e ho visto l’ingresso di Cosmo sul palco, vestito con un giubbotto giallo fluorescente. La prima è stata una canzone di saluto, ma già la seconda, Le voci, era uno dei suoi pezzi che conosco meglio. Infatti l’ho cantata tutta, a squarciagola, con la mia voce che diventava una unica con quella della piazza. Lo stesso è successo con Quando ho incontrato te che rimane una delle mie preferite.
Poi è successo l’impensabile: mi sono addormentato. Non so come è potuto succedere visto quanto ero carico, sarà stato che dopo alcune canzoni Cosmo ha mollato il microfono per dedicarsi esclusivamente alla console, saranno stati i suoni tutti ritmati ed elettronici, il susseguirsi di ritmi ipnotici, sarà stato il movimento di tutta la gente che saltava a tempo, saranno stati i giochi di luce a intermittenza e i laser che tagliavano l’aria, saranno stati i tappi per le orecchie messi per precauzione che attutivano e ovattavano tutti i suoni, sarà stato tutto questo, ma io ho chiuso gli occhi e mi sono proprio addormentato, appoggiato a papà.
Credo di aver “riposato gli occhi” per una buona mezz’ora mentre il concerto proseguiva e nella mia incoscienza ho sognato cavalieri e dame dentro al Castello illuminato da fasci di luce colorata e disorientante che ballavano sudati e scomposti su una musica techno senza parole che batte nella testa come se fossero ad un reiv anziché alla corte estense.
Poi all’improvviso sono riuscito ad uscire dal sonno pieno di immagini caotiche perché nel rumore si sono fatte largo le note di Sei la mia città, uno dei pezzi che non è possibile non conoscere se si ha una radio. Sentirlo mi ha riportato in me e con Turbo ho trovato l’ultimo sprazzo di energia che mi era rimasto nelle gambe. Anche Cosmo deve aver esaurito il carburante perché poi ha ringraziato una sfilza di amici suoi che non conosco e con L’ultima festa ci ha salutati tutti cospargendoci di coriandoli colorati anche se non è Carnevale.
Alla fine ero esausto, arrivato a casa ho fatto giusto un passaggio veloce in bagno e mi sono buttato a letto. Prima di abbandonarmi definitivamente ho pensato a quello che mi hanno chiesto i miei senza che io fossi troppo vigile per rispondere con più di un mugugno: “Ti è piaciuto il concerto Edo?”. Difficile rispondere senza paragoni e senza nessuna conoscenza musicale. Io so che quando una canzone mi piace sento un senso di vuoto nella pancia che sale fino alla punta del naso che inizia a pizzicare fino a farmi lacrimare gli occhi. Succede proprio così e allora mi accorgo che una canzone mi piace. Ecco, Cosmo non mi fa pizzicare il naso, però mi fa pizzicare i piedi per cui non riesco a tenerli fermi e devo per forza ballare anche se sono stanco da non reggermi sulle gambe e a giudicare da ieri sera non sono l’unico a subire questo effetto.
Poi se è stato un evento memorabile non lo so, molti diranno certo di no, però di sicuro per me sarà indimenticabile perché è stato il primo dei tanti concerti a cui andrò.
(Edoardo ha cinque anni, si è appena diplomato alla scuola dell’Infanzia e a settembre intraprenderà il suo percorso nella scuola Primaria. È un ingegnoso costruttore di Lego, un esperto di supereroi e un amante di Netflix, potrebbe esaurire un’intera serie in una giornata se solo non arrivasse sempre qualcuno a spegnere e nascondergli il telecomando. Da poco gira in bici senza le ruotine e ha sempre le ginocchia sbucciate.)
COSMO – L’ultima festa – Soundkeeper: Stefania Andreotti