Sostenibile, organico, biologico: termini di recente diventati di gran moda, si trovano ovunque: su quello che mangiamo, su quello che indossiamo, su quello che ci spalmiamo addosso. Termini spesso solo specchietti per allodole, stampati in bella vista sulle confezioni per farci sentire consumatori migliori, attenti e consapevoli; invece basta leggere la lista degli ingredienti o cercare il paese di fabbricazione per rendersi conto di essere caduti vittime dei soliti inganni del marketing. C’è un posto però, proprio nel cuore di Ferrara, un piccolo posto, con un piccolo tendone bianco, su cui è disegnata una piccola ninfetta simpatica e paffuta che protegge una piccola vetrina piena zeppa di scatole colorate. Ecco in questo posto chi entra può stare certo che ogni prodotto è realmente bio, perché stiamo parlando della prima bioprofumeria che è stata aperta in città dall’idea di Chiara D’Ambola, giovane, carina e occupatissima proprietaria che ci ha ospitato nel suo negozio e ci ha raccontato che cos’è una bioprofumeria.
Iniziamo dai tuoi studi e dalla tua formazione
Ho frequentato il Liceo Artistico che non c’entra gran che se non che con la passione per il disegno ho creato la ninfa che ha dato il nome al negozio. Dopo il diploma ho studiato Scienze della Comunicazione, abbandonata a quattro esami dalla laurea per la gioia di mia madre. Ho proseguito con il Servizio Civile e altri lavoretti, ma alla bioprofumeria ci sono arrivata per passione. Sono sempre stata interessata alla cosmetica e sono sempre stata un’acquirente molto esigente e molto insoddisfatta. Ero alla ricerca di prodotti che fossero sostenibili per me, per la mia salute e per l’ambiente. Questa continua ricerca mi ha condotto a quello chi in gergo si chiama “spignatto”: compravo in internet le materie prime e mi preparavo i prodotti in casa seguendo le indicazioni che riuscivo a trovare con le mie ricerche. Quando finalmente sono nate aziende di cosmesi biologica vendevano solo online e mi è venuta l’idea di aprire un negozio fisico di prodotti certificati bio, una bioprofumeria appunto.
Hai avuto qualche riferimento per aprire la tua bioprofumeria?
Quando ho deciso di aprire seguivo i blog di altre bioprofumerie, ma a Ferrara non esisteva niente di simile; per prendere informazioni e vedere con i miei occhi degli esempi sono andata a visitarne alcune a Bologna. Poco a poco ha preso corpo l’idea del negozio che avrei voluto e quando fantasticavo di questo posto me lo immaginavo proprio in via Carlo Mayr, non so perché, è una strada vicina a dove abitavo, che mi è sempre piaciuta da attraversare. Un giorno, mentre camminavo proprio per questa strada, ho visto un fiorista che stava svuotando e chiudendo il suo negozio. Ho pensato che fosse un segno del destino e senza pensarci ho contattato il proprietario. A giugno del 2012 mio marito e io stavamo imbiancando i muri e ad agosto ho aperto la mia bioprofumeria, con una gran fifa.
Possiamo dire che oggi la fifa è passata e tu ce l’hai fatta?
La paura non passa mai, specie se hai un’attività tua e sei un’ansiosa come me. Però dopo tre anni dall’apertura ho avuto il boom, quasi troppo lavoro da gestire, ho raccolto i frutti di un approccio vincente e a tutt’oggi sono molto contenta di quello che faccio.
Un momento difficile c’è stato?
Dopo la paura del salto nel vuoto iniziale, dopo l’entusiasmo di avercela fatta, arriva la botta della fatica quotidiana, delle intere giornate passate qui, di un’attività portata avanti con le mie sole forze e di tutte le energie spese qui dentro. È appagante e stancante allo stesso tempo; per questo tengo ben in evidenza dei promemoria, dei messaggi per me stessa, come questo album dei Joy Division che ho appoggiato qui sul tavolo, è qui che mi ricorda che io ho anche altre passioni, è come se sentissi la voce del povero Ian che mi dice “Chiara ricordati che hai una vita fuori di qui”.
Chi frequenta una bioprofumeria?
A Ferrara l’eco-bio fa molto “fricchettone”. Si tende a pensare alla bella signora curata che va in profumeria a comprare Chanel e a quelli che vengono qui come ai soliti vegani integralisti che rinunciano all’aspetto godurioso del cosmetico. Non è così, se vai in giro come Patti Smith (con rispetto) non vieni a prendere i miei prodotti, qui vieni per valorizzarti, per stare bene, per trovare soddisfazione nella cura per il tuo corpo e il tuo aspetto. Ci sono ragazze molto giovani che mi fanno ricordare la me adolescente alle quali sono ben felice di risparmiare qualche sofferenza cosmetica, ci sono le signore meno giovani e anche qualche uomo, che inizia a venire con la foto di qualche prodotto da regalare alla fidanzata, poi ci prende gusto e finisce per diventare un cliente affezionato.
Cosa fa la differenza tra una profumeria e una bioprofumeria, a parte gli ingredienti dei prodotti?
E’ una questione di etica. E’ una parolona lo so, ma va usata perché riveste l’intero processo che sta dietro ad un prodotto: le materie prime impiegate, il trattamento dei lavoratori, i rapporti con i rivenditori. Il mercato bio è molto più lento rispetto a quello tradizionale che lancia prodotti nuovi ogni settimana, ma che ricerca può esserci dietro un ritmo così elevato da sostenere? Anche il mondo bio si sta espandendo e bisogna sapersi districare. Io prediligo i marchi mossi dalla passione e dalla competenza piuttosto che dal business ed è lo stesso modello che applico con i miei clienti: non riesco ad avere l’aggressività tipica della commessa, preferisco la verità, cerco di dare una consulenza sincera che aiuti chi ho davanti.
Ti cito una frase dal film Giovani carini e disoccupati: ”…cosa faremo ora? Come possiamo riparare tutti i danni che abbiamo ereditato? La risposta è semplice…” continua tu.
Anche se non si direbbe, la mia natura è quella di un’inguaribile pessimista e ti direi che per me non c’è speranza per i danni che abbiamo ereditato. Però ogni giorno mi chiedo cosa posso fare io e mi rispondo che posso dire la verità, essere fedele ai miei ideali. Vendere una crema è poca cosa, ma nel mio piccolo è tutto quello che posso fare e spero di trovare qualcuno che faccia lo stesso con me. Vivere così mi fa sentire che tutti i pezzi mi si incastrano dentro.
Un’ultima curiosità: se entrando in doccia dietro a tutti i tuoi prodotti naturalissimi scoprissi che tuo marito nasconde un Badedas?
Gli dico “sei un co…” no, aspetta non scriverlo. Gli chiederei “ma perché?”. Anche se so che non succederebbe mai, se non altro perché ho la doccia talmente piena di prodotti da testare che non saprebbe dove nasconderlo il Badedas. È successo però che ho scoperto una crema molto poco bio a mio papà. Quando ho chiesto spiegazioni ha avuto paura e ha dato la colpa alla dermatologa!