Il Teatro Comunale fa parte della vita della nostra città: pochi sono quelli che possono dire di non averci mai messo piede o che non sanno dove si trovi. Ognuno di noi è entrato almeno una volta come spettatore per ascoltare una sinfonia suonata da una grande orchestra o una melodia al pianoforte, per assistere alla messa in scena della vita o a grandi tragedie, e alcuni hanno avuto modo di entrarvi dalla “porta di servizio” come artisti, parti integranti dello spettacolo. Ma non è del teatro che vediamo e viviamo che vorrei parlarvi, piuttosto raccontarvi del piccolo tesoro che si cela agli occhi di tutti tra le sue mura: la Biblioteca Archivio del Teatro Comunale.
Mi è difficile descrivere le sensazioni che ho provato la prima volta che ho conosciuto questo luogo. Ero in quarta liceo e avrei svolto lì la mia esperienza di stage. Fin da subito percorrendo la scalinata del Ridotto, dalla quale attraversando una piccola porta si accede all’archivio, mi sentivo di diventare parte per pochi attimi di quel mondo, di quell’ingranaggio, che avevo per lo più vissuto da spettatrice. Oggi, come allora, ad accogliermi c’è Alessandra Taddia, che divide il suo tempo tra il lavoro a stretto contatto con gli artisti e l’attività di bibliotecaria dell’archivio. Ci mettiamo in uno dei camerini e con la coda dell’occhio riesco a intravedere il palco, a sentire il tramestio e le voci della scenografia. Mi faccio rinfrescare la memoria da Alessandra, le chiedo come è nata la Biblioteca Archivio del Teatro, cosa vi è conservato e di quanto tempo fa. E così insieme ne ripercorriamo la storia.
La Biblioteca raccoglie ogni forma di materiale che da testimonianza degli spettacoli che sono stati realizzati nel Teatro dalla sua riapertura nel 1964 ad oggi. Si tratta soprattutto di programmi di sala, manifesti, fotografie, rassegne stampa, libri di carattere teatrale e anche video e audioregistrazioni. Nel 1998, in occasione del bicentenario dell’inaugurazione del Teatro, è nata l’idea di dare un ordine sistematico alla grande quantità di documenti conservati e con il sostegno del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara questo progetto di catalogazione è concretamente partito. Più tardi l’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna è intervenuto nel finanziamento per l’allestimento degli spazi e per l’incarico di esperti in catalogazione, soprattutto per quanto riguarda la fotografia e i video. Dal 2007 l’archivio rientra nel Polo Bibliotecario Ferrarese. Oggi questo permette a chiunque sia interessato di cercare sul catalogo online del Polo tutto il materiale che la Biblioteca del Teatro ospita su una rappresentazione o opera teatrale. Attualmente la Biblioteca Archivio del Teatro realizza diversi progetti con le scuole del territorio. Oltre all’esperienza di stage, svolge dei laboratori di traduzione per la scena e scrittura creativa partendo proprio dal materiale dell’Archivio. Molti studiosi usufruiscono della Biblioteca per la scrittura di tesi e articoli, soprattutto provenienti da fuori e talvolta anche da università straniere.
Così presentato, questo luogo non appare diverso da una comune biblioteca o archivio, e anche nell’aspetto non ha niente di strabiliante, a prima vista in effetti la Biblioteca Archivio del Teatro Comunale appare molto comune. Infatti non è nel suo aspetto che cattura chi vi si addentra, ma in quello che conserva. Forse sono necessari un po’ di curiosità per il mondo del teatro o un pizzico di piacere nella riscoperta di cose passate, ma credo che chiunque si emozionerebbe nel vedere le foto di uno spettacolo che lo aveva catturato e trascinato sulla scena insieme agli attori o nel riascoltare un concerto che gli aveva fatto venire i brividi. Il materiale conservato nell’Archivio può far rivivere per un attimo quel momento che vi ha portato lontano dalla realtà mentre eravate seduti su una di quelle poltrone di velluto rosa antico. Questo è il suo tesoro.
Ho sempre pensato al teatro come a una macchina, come a qualcosa che funzionasse grazie al lavoro armonico delle sue parti, dal gruppo tecnico all’amministrazione e all’ufficio stampa, dall’ufficio produzione alla compagnia teatrale. Quattro anni fa, durante l’esperienza di stage, ho capito che ne faceva parte anche l’archivio, l’archivio era la memoria del Teatro Comunale, qualcosa dal quale ognuno di noi poteva fare emergere un ricordo. E questo me lo ha confermato anche Alessandra quando le ho posto questa domanda, semplice e complessa: a cosa serve conservare tutto questo?. Il teatro viene percepito come qualcosa di effimero, come qualcosa che avviene lì e ora, conservare ogni cosa come la sua memoria, significa preservare quel lì e ora, riuscire ad accedere ai pensieri del regista, del scenografo e dell’attore quando lo spettacolo è stato rappresentato sulla scena. Vuol dire scattare una foto di un momento culturale, custodirlo per chi verrà, per ricordargli da dove si è partiti.