Ho scelto cinque canzoni per convincervi a seguire il concerto degli LCD Soundsystem mercoledì 13 giugno in Piazza Castello. Al concerto non aspettatevi di trovarle identiche a quanto inciso nei dischi: perché sono maestri nella rielaborazione di sé stessi, esattamente come un signore che verrà citato più avanti. Iniziamo:
Get Innocuous!
Ansia e ossessione sono due elementi che percorrono tutta la produzione di James Murphy. Sono quelle di un uomo che malsopporta i meccanismi costrittivi dell’industria discografica, e che non intende smettere di interrogarsi su di essi. Gli LCD Soundsystem sono una meta-band, un progetto musicale che riflette costantemente sul proprio significato, su un doppio binario: personale e pubblico. E sulla necessità o meno della propria esistenza.
When once you had believed it
Now you see it’s sucking you in
Così inizia il secondo disco, Sound of Silver. Col terrore che ciò che era passione e creatività possa trasformarsi velocemente in un banale prodotto di consumo. Murphy ruba un loop a “The Robots” dei Kraftwerk e lo trasforma nella perfetta rappresentazione di una imposizione. Infallibile nel far ballare e allo stesso tempo inquietante per ciò che rappresenta. Falli ballare senza pensare, e avrete tutti fatto il vostro dovere. A un certo punto una voce femminile, che scandisce le parole come farebbe un androide, ha una proposta invitante per il protagonista, sfiancato dai propri dubbi.
You can normalize, don’t it make you feel alive?
Sarà possibile rifiutarla? Essere onesti e sinceri con sé stessi e col proprio pubblico, anche in assenza di certezze, è il primo passo per tenere a bada la tua più grande paura. Essere innocuo.
Tonite
Anche nell’era del marketing profilato, c’è un messaggio promozionale che continua ad andare bene per tutti. TONIGHT OR NEVER! Ci sono continuamente cose imperdibili che rischiate di perdervi. È un’argomentazione che usiamo tutti. L’ho fatto anche io: vi ho detto che questo concerto è “imperdibile”, e magari mi state credendo. Ma chissà quanti altri in questo momento vi avranno proposto qualcosa di “imperdibile” per la serata del 13 Giugno.
But that’s all lies.
Gli LCD Soundsystem non intendono essere “Ora o mai più”: James Murphy aveva chiuso il progetto qualche anno fa, con un concerto e un documentario chiamato “Shut Up and Play the Hits!”. Ci ha ripensato. È un ritorno ben diverso dalle reunion eternamente giovani di tanti suoi colleghi zombificati. Il nuovo disco, “American Dream”, è un insieme di riflessioni mature che riconoscono l’esistenza del tempo che passa. Una riguarda le hit musicali, che sembrano inneggiare alla Vita ma in realtà agitano costantemente lo spauracchio della Morte. Può sembrare controintuitivo, ma le generazioni cresciute a pane e carpe diem (tutte quelle a cui il benessere economico ha imposto il compito di essere come minimo “speciali”) appaiono le meno capaci di prendere decisioni. Terrorizzate dall’eventualità di perdere quell’attimo determinante, in un mare di attimi determinanti. Gli attimi fuggenti non hanno alcuna importanza. Anche perché la Morte arriva per tutti, ma in alcuni casi può sembrare metterci una vita a farlo. La verità è che quel che conta è saper scegliere quello che ci tiene vivi e ci fa stare bene. E poi farlo. Per davvero: non con un click e un ”Parteciperò”.
Oh good gracious
I sound like my mom
È una predica? Si, indubbiamente. Ma se esiste una persona che può insegnarci come si fa ad invecchiare con improbabile grazia, quella persona è James Murphy.
All my friends
La prima volta che David Bowie e James Murphy si sono incontrati, il primo non ha minimamente riconosciuto il secondo. Tutto normale, nessuno in fondo poteva legittimamente aspettarsi di essere riconosciuto da Bowie. Eppure, poco dopo avvenne un colpo di scena. Mi piace immaginarlo come una scena di un film.
BOWIE: Sai che sono un grande fan dei tuoi lavori?
MURPHY: Se sai qualcosa dei miei lavori, allora sai anche che casomai sono io ad essere un tuo enorme fan. Perché io rubo a mani basse da te!
Il tempo sembra fermarsi per un’istante, mentre Bowie sorride pregustando la sovrannaturale perfezione della sua prossima battuta.
BOWIE: Non si può rubare a un ladro, tesoro.
I due diventeranno inevitabilmente amici, come spesso accade alle persone affini. Anche se uno è una Divinità e l’altro non ha la benché minima intenzione di sentirsi tale, neanche per un attimo. Tutto questo per dirvi che “All My Friends” a me sembra una canzone che avrebbe potuto scrivere Bowie, come tante altre degli LCD Soundsystem (a parte “All I Want”, quella è proprio “Heroes”: https://youtu.be/A6BYCcy5aeo). La stessa ambizione di riuscire a parlare a tutti, ma da un punto di vista assolutamente personale. La canzone più emotiva mai scritta da James Murphy parla dell’esigenza di tornare dagli amici veri quando hai fallito, quando ti senti stanco o quando semplicemente sospetti di essere troppo vecchio per fare la vita che fai.
It comes apart
The way it does in bad films
Except the part
Where the moral kicks in […]
Where are your friends tonight?
Dove saranno i vostri amici e le persone affini mercoledì 13 Giugno, durante il concerto degli LCD Soundsystem? Sarete riusciti a trascinarli o starete guardando il concerto da soli? Non importa, sappiate che James Murphy vi capisce. E per favore, alla fine di questa canzone fate un bell’applauso a Gavin Rayna Russom, la tastierista. Perché, nell’ennesima rappresentazione di un pensiero ossessivo, Murphy le fa spingere lo stesso tasto come se fosse un metronomo iperattivo, a una velocità quasi insostenibile, per sette minuti e mezzo.
Movement
RRRRUOCK IS BACK! RRRRUOCK IS NOT DEAD! Se siete arrivati fino a qui probabilmente potete prevedere cosa pensi James Murphy di certi slogan privi di un reale significato, se non quello più noiosamente nostalgico e reazionario.
It’s like a movement
Without the bother of the meaning
It’s like a culture
Without the culture of all of the culture
Il bello è che non servono molte parole per descrivere uno dei pezzi più diretti e decifrabili degli LCD Soundsystem, proveniente dal disco d’esordio della band: l’album omonimo in cui le ispirazioni restavano ancora separate, prima di fondersi nella maturità di “Sound of Silver”. In questa canzone non ci sono opposti che convergono e convivono, e Murphy si schiera apertamente. Qual è l’antidoto al vacuo (e furbo) eterno ritorno del “Ruock!” dal Pet Sematary? Rendersi conto che è esistito il punk. Ah, altro adorabile furto con rielaborazione: https://youtu.be/60wQc6bzjCk
E alla fine di una canzone su un movimento che è opportunisticamente pigro e di fatto immobile, stiamo ascoltando un battito. Che si ferma.
Dance Yrself Clean
Se è la prima volta che sentite questa canzone non riuscirete a prevederne minimamente la struttura. È, ancor più del solito, il lavoro di un uomo che non vuole cedere alle aspettative di chi ha attorno. Ancora una volta l’insofferenza per il proprio ruolo, l’ansia generata dalle costrizioni disumanizzanti dovute ai presenti (i produttori, il pubblico), e quel non sentirsi a proprio agio nel ruolo del “prodotto” sono la base ossessiva da cui parte una sua canzone. Cercando di rassicurarci che sono “esclusi i presenti”, ma non riuscendoci fino in fondo, questa canzone parte da ferma.
Walking up to me expecting
Walking up to me expecting words
It happens all the time
E a volte nemmeno pensare ossessivamente a come raccontare il proprio punto di vista aiuta a sbloccarsi, se senti che quel che fai rischia di non appartenerti più
Killing it with close inspection
Killing it can only make it worse
It sort of makes it breed
Poi la canzone esplode improvvisamente in una danza e una richiesta ai presenti. In fondo, James Murphy ha sempre voluto venire a cercarci per essere ascoltato.
Don’t you want me to wake up
Then give me just a bit of your time
Arguments are made for make-ups
So give it just a little more time
E forse dopo tanto pensare e parlare, è arrivato il momento di abbracciare le contraddizioni. Murphy ci racconta da sempre della sua personale alienazione (nell’accezione marxista) all’interno dell’industria discografica, mentre il mondo in risposta balla spensierato e lo fa a pezzetti con cd, magliette, foto e video. Portando a casa il prodotto, non la persona. È una battaglia che non si può vincere completamente. Ma se dentro quei pezzetti ci fossero anche ottimi argomenti di conversazione, che finiscono per unire le persone affini?
So go and dance yourself clean
Go and dance yourself clean
You’re blowing Marxism to pieces
Baby, they’re arguments, the pieces
Forse, dopo tanti sforzi comunicativi, siamo riusciti a difendere assieme il significato del ballare. Quel “culture” in “club culture”. È il suono di una persona che trova il proprio posto nel mondo, fosse anche solo per una sera. E lo fa assieme al suo pubblico.
It’s your show
E allora ci vediamo in Piazza Castello mercoledì, se vi ho convinti.