Ci diamo appuntamento davanti al Duomo, e anche se siamo tutti in ritardo, riusciamo ad arrivare nello stesso istante, al tramonto, tra colori pastello che rendono affascinante il Castello proprio a fianco a noi. Davanti a me ho i tre creatori di WhiriWhiri, un sito web del tutto ferrarese, che ambisce a diventare punto di riferimento per il mondo universitario: Nicola Sita, venticinquenne appassionato di informatica, il ventenne Fabio Bedeschi, attualmente iscritto alla facoltà di ingegneria informatica, e Matteo Zanirati, trentenne consulente di business intelligence.WhiriWhiri, un nome simpatico e curioso per una piattaforma online ricca di numeri e statistiche.
Era mercoledì 15 marzo 2017 quando abbiamo lanciato WhiriWhiri – mi dice Nicola che, nel corso dell’intera intervista, dimostrerà di avere una memoria incredibile per le date –. Sono stato io ad avere l’idea insieme a un altro ragazzo. Inizialmente pensavamo di recensire i diversi corsi di laurea, volevamo creare un social che si basasse sulle opinioni degli studenti; successivamente però la nostra è diventata una startup: siamo partiti da un’idea e abbiamo continuato a svilupparla finché non è diventata qualcosa di importante. Ho lanciato WhiriWhiri insieme a Matteo e, nel settembre del 2017, si è unito a noi Fabio. Una volta lanciato il servizio abbiamo iniziato a pensare a come sviluppare funzionalità extra rispetto alla versione base.
Prima di incontrarli ho esplorato WhiriWhiri dal mio computer e mi sono ritrovata a leggere dati e commenti, statistiche e opinioni, ma è stato Matteo a spiegarmi nel dettaglio cos’è questa piattaforma e come funziona.
Matteo: Si tratta di una piattaforma online che ha lo scopo di aiutare gli studenti nella scelta dell’università a cui iscriversi; è utile per orientarsi tra i diversi corsi proposti dalle facoltà. Vi è chi l’ha erroneamente definita “Tripadvisor delle Università”, ma noi non ci limitiamo a “recensire”. Vi è una sezione dedicata all’interazione sociale degli studenti (una bacheca denominata “Wall”, ndr.) proprio perché, in parte ci basiamo sulle opinioni e le esperienze degli studenti, in parte su statistiche ufficiali.
Ho visto che sono davvero tanti i corsi presenti su WhiriWhiri, in base a quali criteri avete scelto le università da inserire nella piattaforma?
Matteo: Abbiamo chiesto ad Almalaurea la possibilità di utilizzare i loro dati. Al momento abbiamo inserito informazioni relative a circa settemila corsi.
Al momento sono cinque i criteri utilizzati da WhiriWhiri per analizzare i vari corsi di studi:
– il numero di laureati
– la soddisfazione degli studenti
– la difficoltà nel portare a termine gli studi
– la probabilità di trovare lavoro
– l’ipotesi di un futuro stipendio
Pensate di aggiungerne altri?
Matteo: Sì, introdurremo il criterio “economico” che andrà ad aggiungersi ai cinque già esistenti e permetterà sia di avere informazioni sulle tasse universitarie, sia di conoscere i costi degli affitti nelle varie città italiane. Non vogliamo però che tali parametri diventino troppi perché il nostro obiettivo è semplificare le ricerche che gli studenti conducono e non sovraccaricarli di informazioni.
Entro dicembre ci sarà inoltre una mappa interattiva che aiuterà gli utenti a orientarsi ulteriormente: qui potranno trovare dettagli circa i luoghi e i negozi presenti all’interno delle diverse città universitarie, nonché gli eventi organizzati e le attività proposte.
WhiriWhiri, oltre a fornire un servizio agli studenti, aiuta le università a farsi pubblicità e aumentare così la propria visibilità.
Matteo: Vi saranno dashboards analitiche che permetteranno alle società di vedere i profili degli studenti al fine di capire chi e che cosa stanno cercando. Grazie all’attività e alle interazioni degli studenti, si potranno inoltre fare delle previsioni: sarà ad esempio possibile anticipare quanti saranno gli studenti iscritti a Ferrara o conoscere le città da cui provengono.
Mi avete parlato di mappe interattive e dashboards analitiche, quindi l’obiettivo è continuare a sviluppare la vostra startup…
Fabio: Sì, il nostro è un progetto in crescita – mi spiega Fabio, il più giovane e timido dei tre colleghi e amici –. A breve uscirà l’App gratuita che avrà lo scopo di semplificare l’utilizzo di WhiriWhiri da parte dello studente. Nicola: Recentemente abbiamo presentato il nostro progetto all’ITI e stiamo costruendo un questionario per conoscere il loro parere circa WhiriWhiri, ma anche al fine di capire cosa si aspettano da questa nostra piattaforma: i loro pareri e le loro prospettive sono fondamentali per capire quale direzione prendere; per questo ci auguriamo di organizzare altri incontri simili, a partire dalle scuole di Ferrara.
Vi auguro di riuscirci! Da quando la piattaforma è online quali riscontri avete avuto?
Nicola: Direi che per ora i feedback sono positivi, anche se ciò che manca è un vero e proprio piano di marketing. A Ferrara se ne parla grazie al passaparola ed è proprio grazie agli incontri nelle scuole che speriamo di spargere la voce. Al momento abbiamo circa 300 iscritti, ma dobbiamo continuare a lavorare sulla parte della community. WhiriWhiri è votata all’innovazione, cercherà sempre di essere giovane e al passo con i tempi.
Davanti a me ho tre ragazzi con le testa sulle spalle, umili e ricchi di speranza per questo loro neonato progetto. Tra loro sembra esserci una bella connessione, spesso l’uno termina le frasi dell’altro, ma mi domando se siano sempre sulla stessa lunghezza d’onda…
Com’è lavorare insieme? Litigate mai?
Nicola: Devo dire che ci troviamo bene. Inizialmente altre persone lavoravano con noi, poi c’è stata una sorta di “selezione naturale” e siamo rimasti noi tre. Le discussioni chiaramente ci sono, anzi se così non fosse vorrebbe dire che qualcosa non va. Non si può essere sempre d’accordo su tutto, il confronto e lo scontro a volte servono.
Quindi avete realizzato la piattaforma da soli, o vi siete avvalsi di collaborazioni esterne?
Matteo: Vi sono altri due ragazzi che ci danno una mano: Umberto De Candia ci aiuta con i video su Youtube e a realizzare i cosiddetti “pitch”, discorsi molto sintetici in cui spiegare la propria idea di business, e il fratello Ciro De Candia, che ci aiuta con il sito, il volantinaggio e la parte grafica. A breve ad esempio sarà visibile il nuovo logo.
Nicola, Matteo e Fabio mi hanno raccontato tanto e sono certa che, se fossi ancora una matricola, non ci penserei due volte prima di iscrivermi a WhiriWhiri. Vi è però un’ultima curiosità che vorrei soddisfare prima di salutarli…
È divertente pronunciare WhiriWhiri, ma come avete scelto questo nome? Ha un significato particolare?
Fabio: È una parola māori, significa “scegliere”. Mentre la nostra mascotte (una sorta di ciclope azzurro senza naso, ndr.) si chiama “Ariki” che vuol dire “maestro”.
Nicola: All’inizio non sapevamo che nome scegliere, così ci siamo messi a giocare con Google Traduttore ed è saltato fuori WhiriWhiri. Speriamo che “scegliere” sia la traduzione corretta…
I tre ragazzi si scambiano sguardi di preoccupazione, come se per la prima volta avessero pensato alla possibilità di aver scelto un nome di cui però non conoscono il reale significato. Poi però sulle loro labbra affiorano tre sorrisi, segno dell’ironia che li caratterizza e dell’intesa che li unisce.