Quando si pensa al teatro vengono in mente quasi sempre le grandi compagnie che girano l’Italia o addirittura il mondo, che siano personaggi celebri o meno, ma il teatro è fatto anche di compagnie locali, dilettanti, che portano in scena spettacoli di ogni genere; soprattutto commedie dialettali. Il dialetto esiste da sempre ed è parte integrante di ogni città italiana, uno dei modi migliori per farlo rivivere è proprio attraverso il teatro. Secondo il sito dialettoferrarese.it nella provincia di Ferrara esistono circa una quarantina di compagnie dialettali. Incuriosita e con la voglia di immergermi un po’ di più all’interno di questo mondo assisto ad una serata di prove della Compagnia Insieme x Caso e, reduce da una precedente esperienza come attrice dialettale, mi sono divertita nell’aver trovato lo stesso clima ricco di allegria, ma allo stesso tempo di tensione e serietà.Manca poco al debutto del nuovo spettacolo “Du vecc… e na valisa” scritto da Franca Facchini, e l’attenzione a non commettere errori durante le prove è altissima. Prima si provano una volta i balletti finali, poi si ripassa il primo atto seguito dal secondo. Arrivati a questo punto persino la più piccola minuzia viene notata e subito corretta; battute incomplete o scambiate, movimenti d’entrata e d’uscita sbagliati, dimenticanze… senza mai tralasciare quello spirito gioioso che porta gli attori a ridere ancora delle loro battute e ad improvvisarne qualcuna.I testi che portano in scena nascono dalle grandi doti creative di Franca, attrice, regista e sceneggiatrice della compagnia. La maggior parte delle compagnie invece prepara quasi sempre i propri spettacoli riproponendo e riadattando in dialetto le opere teatrali di alcuni dei più grandi autori del passato come Carlo Goldoni, Molière, Eduardo De Filippo. Prendendo spunto e utilizzando come base le opere di questi autori vengono poi aggiunti o tolti personaggi, aumentano o diminuiscono gli atti, o addirittura cambiano alcune scene, compresi i finali. A volte le compagnie preferiscono rappresentare commedie nate in dialetto ferrarese come quelle scritte da Ultimo Spadoni, (fondatore della Straferrara), Werther Marescotti, Alfredo Pitteri: tra le più classiche “Al spaventapassar”, “Sal e pévar”, “Par i occ an fa mai l’alba”.
È lo sceneggiatore o il regista stesso a scegliere i vari ruoli dei personaggi, secondo le inclinazioni e il carattere degli attori, a volte sono gli attori stessi che preferiscono quel determinato ruolo magari perché protagonista o al contrario marginale, oppure perché si rispecchiano maggiormente nell’interpretazione. Spesso avviene una farsesca trasformazione: gli uomini possono diventare donne e le donne uomini, una persona raffinata diviene grossolana e volgare e viceversa, i giovani diventano vecchi, i più anziani ragazzi.
Le compagnie dialettali, come Insieme per caso, nascono il più delle volte per dare adito ad opere di beneficienza, o in ambito parrocchiale, o più semplicemente dall’unione di persone che possiedono la passione per lo spettacolo e lo spirito adatto per mettersi in gioco; conoscenti, amici, parenti, compaesani soprattutto, in quanto quasi ogni comune della provincia ha la propria compagnia dialettale. La beneficienza è il collante che tiene unita la compagnia, la consapevolezza che divertendosi, impersonando un altro da sé si ha la possibilità di aiutare altre persone in difficoltà, che siano appunto associazioni di volontariato o piccole parrocchie.
Il periodo migliore per questo genere di spettacolo è l’estate, il momento in cui le fiere e le sagre di paese imperversano maggiormente e almeno una serata è d’obbligo preveda una commedia dialettale. Il numero delle repliche dipende poi dalla disponibilità, dalla bravura e dalla volontà degli attori. Non mancano poi nel periodo invernale le serate in qualche teatro come il Nuovo di Ferrara o il De Micheli di Copparo che da tempo propongono un cartellone di teatro dialettale.
Quello del teatro dialettale è oggi un hobby riservato a persone adulte, quasi sempre over 40, e ad una percentuale piuttosto consistente di pensionati. I giovani sono poco interessati a questo mondo, magari perché non lo capiscono, dato che il dialetto è parlato perlopiù dagli anziani, o perché la tendenza è quella di essere poco interessati al teatro in generale. Personalmente durante la mia esperienza triennale all’interno della compagnia “Quelli del Volano” (non più esistente) mi sono molto divertita e ho potuto calarmi in tanti personaggi diversi dal mio essere. È un’esperienza che consiglio a chiunque piaccia cimentarsi nella recitazione e a chiunque si senta anche solo un po’ a proprio agio su un palcoscenico, a patto ovviamente di avere buona dimestichezza con il nostro dialetto.