A 13 metri da terra, coi piedi saldi sul carrellino della gru che lo sostiene, il mio amico artista con gli occhi azzurri si sta per specchiare in quelli di una donna alla quale sta ridando la vita, a due mesi e mezzo dal suo omicidio. Quando mi aveva accennato del progetto, settimane fa, sapevo già che sarebbe stato un successo ed ero più che sicura che il risultato avrebbe avuto un eco straordinaria. “Un muro, in realtà un lato intero, di una palazzina in Krasnodar” Non male, avevo pensato. Sarà interessante. L’avevo segnato sull’agenda, avevo contattato Giacomo Brini per qualche foto e, il giorno stabilito, dopo un caffè al Chiosco Paradiso, ci siamo tutti fermati ad osservare.
Tutti, perché non eravamo soli. C’era Cinzia, che si affacciava dal bar coi suoi clienti, la signora Rossella, abitante della palazzina in rivoluzione, Giovanni, uno studente di fretta e poi Asia, architetto di ritorno da Vancouver… E innumerevoli comparse in bicicletta, che non hanno perso un fotogramma mentre transitavano trafelati sulla piazza dei Poeti. In un angolo, intente ad osservare e ad intercettare comunicazioni di ogni genere e tipo c’erano anche Rita Bertoncini e Ilaria Battistella.”AIDÈL è una Start-up di Produzione Audiovisiva e Multimediale a vocazione sociale.” mi spiega Rita, la presidente. “La realizzazione e il finanziamento di questo progetto è per noi la prima azione pratica per porre delle solide basi. La nostra idea è quella di rendere omaggio a Marielle Franco, una persona che ha lottato non solo per i propri diritti ma si è esposta per quelli universali, per travalicare le barriere della censura e dar voce a chi aveva sempre taciuto. Quando ho saputo della sua storia mi sono documentata e mi ha cambiato la vita, ho capito che dovevamo fare qualcosa, lavorare per diffondere il suo messaggio.”
Ilaria, sua collega in AIDÉL e video producer, continua raccontandomi come tutto il progetto si sia sviluppato e abbia preso forma. Mi racconta come pian piano siano riusciti ad entrare in contatto con l’equipe di Marielle in Brasile e come nelle ultime settimane il ritmo sia diventato sempre più frenetico.Marielle, oggi, non avrebbe bisogno di presentazioni.
Abbiamo tutti letto la sua storia sui giornali, ne abbiamo sentito parlare alla radio e in televisione. Una sociologa brasiliana, divenuta membro del consiglio comunale della città di Rio de Janeiro, attivista e paladina dei diritti umani, di quelli della popolazione LGBTI e voce di tutti i silenti, assassinata barbaramente insieme al suo autista tra i vicoli della città del Pan di Zucchero.
Nel mentre, Alessio Bolognesi, artista ferrarese e membro attivo del collettivo VIDAKREI, scende dal suo carrello, il viso e le dita imbrattate di colore. Mi spiega come sia iniziata la collaborazione con AIDÉL, di come pian piano il progetto Marielle abbia preso vita e della sua voglia di partecipare e di contribuire alla diffusione del suo messaggio. “Quando le ragazze mi hanno proposto di realizzare il murales, non ho avuto dubbi. Da sempre, le tematiche sociali fanno parte del mio bagaglio, pure se con altra connotazione: il mio progetto [R]EVOLVE[R], per esempio, ha a che fare con l’essere umano, in realtà, ed al suo legame con l’ambiente e la natura. Ma qui si parlava di ben altro. Si parlava di diritti umani, uno dei valori che più mi sono cari.”
Schiarendosi la voce, continua… “Da un punto di vista concettuale ed emozionale mi sono trovato a mio agio, ma da un punto di vista realizzativo ed emotivo ero molto più teso: non mi sono mai rapportato con l’essere umano da un punto di vista pittorico. Sporadicamente su tela, ma mai su muro e mai con personaggi reali. Inoltre, la sfida era cercare di trasmettere emozioni positive, non era mia/nostra volontà realizzare un murales commemorativo. Voleva essere un messaggio di speranza, volevamo dare luce e colore, cercare di trasmettere anche solo una parte della gioia e dell’entusiasmo che io e tutta AIDEL abbiamo provato durante la progettazione e realizzazione. Ecco perché ho puntato su un’immagine non istituzionale, ma uno scatto realizzato al mare, uno di quelli che catturano i sorrisi fatti a chi si ama. Ho voluto cercare di regalare lo stesso splendido sorriso agli abitanti di Krasnodar.”
E la reazione di Krasnodar è stata assolutamente positiva ed interessante. In tanti sono scesi dalle loro selle o si sono dati appuntamento in quel piazzale dei Poeti divenuto un teatro in cui attori protagonisti e comparse si alternano in scena. C’è chi timidamente domanda, chi fotografa, chi commenta. “Amo i murales, ce ne dovrebbero essere di più in città, che bello sarebbe se ne avessi uno anche sul muro del mio palazzo. Mi hanno detto che questa donna è stata uccisa per le sue idee, eppure adesso parla più forte di prima. Il ragazzo lassù sta facendo un ottimo lavoro e non vedo l’ora di poterlo vedere concluso” mi dice sorridente la signora Luisa mentre qualcuno le fa eco aggiungendo “Ci sta proprio bene, così smuove un po’ questo quartiere…”
In effetti, quando si parla di Krasnodar e limitrofe, c’è chi tentenna. Oggi qui però si fa una piccola rivoluzione, un’opera di cittadinanza attiva che aiuta a riqualificare gli spazi. Alessio riprende:
“Avevamo già iniziato l’anno scorso, insieme agli amici e colleghi del collettivo VIDA KREI, a lavorare sul quartiere e sulla riqualificazione degli spazi con un progetto sulle pareti della scuola Matteotti. Il collettivo ha grandi progetti per Viale K: qui è pieno di muri meravigliosi che chiedono solo colore e arte. Così come gli abitanti della zona che sono passati ogni giorno sempre più entusiasti di vedere il loro quartiere colorarsi. Molti ci hanno riferito che vorrebbero mettere a disposizione le pareti delle loro case e palazzi per progetti simili e che avrebbero parlato con i vicini ed i condomini. Ma, è ovvio, occorrono anche i fondi. Non vogliamo Ferrara diventi autoreferenziale, già lo è in tanti altri ambiti. Vogliamo chiamare artisti da fuori città e magari dall’estero a dipingere le loro opere e abbiamo bisogno di ospitarli e del materiale. Abbiamo in mente il primo Festival di Street Art di Ferrara che vorremmo realizzare proprio in questa zona, ma c’è ancora tempo per le sorprese…. e ne vedrete delle belle! Il murales su Marielle finanziato da AIDEL ha forse rappresentato la chiave per entrare in contatto con la comunità: anche se, non nego che tra tante persone meravigliose che ci hanno anche offerto da bere e da mangiare coccolandoci oltremodo, c’è stato anche chi mi ha “gentilmente” invitato a buttarmi di sotto dal mio pulpito a 13 metri d’altezza. Ma insomma, non si può sempre accontentare tutti, no?!
Mentre Alessio parla, vicino a noi si è creato un piccolo gruppetto.
Tutti hanno il naso rivolto verso l’alto e aspettano di vedere la conclusione dell’opera, e la rinascita di una Marielle che rappresenta i diritti di tutti, oggi ancor di più.
A qualche giorno dalla conclusione dell’opera, risento Alessio e le ragazze di AIDÉL, provati da una settimana di lavoro intenso ma felici, sommersi di ringraziamenti, complimenti e tante tante richieste di nuove collaborazioni. Il sorriso di Marielle splende ora su un muro di dieci metri, indisturbato, ma sempre pronto a ricordarci che nessun ideale può essere taciuto. La lotta continua, #Mariellevive!
Per incontrare Alessio Bolognesi e il collettivo VIDAKREI, l’ 8 Giugno, a partire dalle 17.30, siete tutti invitati al VidaKrei Openlab, l’apertura ufficiale al pubblico dello studio degli artisti in Via Calcagnini 8 a Ferrara.
Il video in timelapse dell’esecuzione (courtesy Aidél)