È proprio vero che non è necessario espatriare per entrare nella dimensione del viaggio. L’importante è riuscire a svestirsi del vecchio modo di vedere le cose. A poco più di mezz’ora da noi si estende la zona umida più grande d’Italia, caratterizzata da biodiversità e peculiarità storiche e culturali ineguagliabili, è la Riserva di Biosfera Delta Po, riconosciuta dall’Unesco nel giugno 2015. Comprende l’intero territorio deltizio e si estende per quasi 140 mila ettari distribuiti su due Regioni, l’Emilia Romagna e il Veneto, due province, Ferrara e Rovigo, e 16 comuni nei quali vivono oltre 110 mila abitanti. È come un grande “museo diffuso” che custodisce i valori naturali, ambientali, storici e culturali presenti nell’area deltizia che si sviluppa sul territorio ferrarese sugli assi Volano, Mesola, Goro; Comacchio; Ostellato e i Lidi Ferraresi. È un luogo di vita in cui il rapporto tra uomo e natura ha assunto negli anni sfumature uniche, perché modificandolo, l’uomo, ha creato le condizioni necessarie per vivere dei suoi prodotti.
Tramonti che dalla sfumatura più tenue del rosa, piano piano, diventano rossi, cieli velati, campagne verdi, valli, lagune e dune, pescatori e miriadi di uccelli, e soprattutto lei, l’acqua. Acqua che si mescola, tanto che ci devi mettere un dito dentro e assaggiarla per capire se è salata o no, se è già mare o ancora fiume.
“Dopo seicentocinquanta chilometri il Po ha raccolto praticamente tutto quel che c’è da raccogliere, dalle montagne di mezza Italia, dalle colline e dagli altopiani, acque e scoli e sedimenti e divani, lui trascina tutto con sé verso il mare e poi si espande. E questo è il delta”
(Il Delta di Kurt Lanthaler).
La Riserva è organizzata in tre zone interdipendenti, un’area centrale che include le aree naturalistiche più importanti ed è orientata alla protezione a lungo termine dell’ecosistema, un’area cuscinetto adiacente all’area centrale, che contribuisce alla sua conservazione, e un’area di cooperazione che svolge il ruolo di incentivare lo sviluppo sostenibile delle attività umane a beneficio delle comunità locali.
Uno dei principali obiettivi del riconoscimento di Riserva è quello di educare le comunità locali ai valori promossi dal programma Unesco, riservando una particolare attenzione ai giovani locali a cui questo riconoscimento apre prospettive interessanti. A settembre 2017 infatti il Delta del Po ha ospitato il Forum Mondiale dei Giovani delle Riserve della Biosfera, dalla cui esperienza è nata l’Associazione MY Delta – MaB Youth Delta.
Ho fatto quattro chiacchiere con Marco Gennari, Presidente dell’Associazione.
Non c’è il rischio che il riconoscimento “Riserva della Biosfera” sia la solita etichetta che poi concretamente non porta a nessuna azione vera e propria di valorizzazione e tutela?
Personalmente credo di no. E’ vero che non aggiunge nessun effettivo livello di tutela o vincolo rispetto a quelli già esistenti. Sostanzialmente è un marchio per la promozione e la valorizzazione di un’area di pregio pulsante di attività. Ed è una “griffe” che dobbiamo tenerci stretta e che inizia ad essere capita e non più subita dalle persone che vivono sul territorio. È chiaro che è ancora presto per dirlo, il Grande Delta, come lo definiamo noi, è diventato riserva solo nel 2015, pertanto molte cose sono state fatte ma tante altre ancora devono essere completate.
Quali sono secondo te gli ambiti della Riserva più a rischio che dovrebbero essere tutelati e valorizzati?
Penso che l’aspetto più a rischio sia quello ambientale, in quanto l’equilibrio che vive la nostra riserva è davvero fragile e per nulla scontato. Anche l’aspetto delle tradizioni è molto importante. Carletto, Capovalle della valle di Comacchio, mi dice che è difficile trovare giovani interessati ad imparare i “mestieri della valle”. Sono profili che hanno perso attrattività ma che potrebbero rappresentare grandi opportunità per il futuro. E’ tutto letteralmente “nelle nostre mani”.
Quali sono secondo te gli aspetti che impediscono al nostro territorio di diventare una “Camargue”?
Credo che spesso il problema sia proprio questo, voler assomigliare a tutti i costi ad un esempio che idealmente può avvicinarsi al nostro territorio ma che in realtà è molto diverso. La nostra Riserva ha tutte le caratteristiche per diventare una realtà unica. Probabilmente ci serve solo un pò più di tempo.Credo che il problema principale sia la scarsa consapevolezza delle persone rispetto al valore di questo territorio.
Quindi, secondo te, cosa bisognerebbe fare per aumentare la consapevolezza delle persone?
Cercare di creare opportunità. Gli operatori locali stanno iniziando ad avvicinarsi a questi temi e stanno già creando giorno dopo giorno comportamenti virtuosi sotto ogni aspetto. Le persone iniziano ad avvicinarci con curiosità ai principi della Riserva e vogliono capire come poter essere protagoniste di uno sviluppo sostenibile.
Il punto di partenza, a nostro parere, sono i giovani perché non vivono proattivamente il proprio territorio ma lo subiscono passivamente. Obiettivo dell’associazione è proprio quello di migliorare la loro percezione della Riserva facendo loro ri-scoprire le meraviglie che hanno tutti i giorni sotto gli occhi.
Che obiettivi ha l’Associazione MY Delta e che azioni concrete ha in programma per i prossimi mesi?
L’Associazione lavora per valorizzare e promuovere il nostro Grande Delta attraverso progetti ed eventi al di là dei confini amministrativi, attraverso il coinvolgimento dei giovani, delle istituzioni e delle imprese. Il 2 marzo durante l’evento internazionale “Po Delta Light Bridge” da noi promosso in collaborazione con l’Ente Parco e molteplici operatori locali, sono stati illuminati di rosso i caratteristici ponti di barche di Boccasette, Santa Giulia e Gorino e atri punti d’eccellenza da Mesola a Comacchio con l’obiettivo di creare idealmente un ponte di luce tra Europa e Cina e fisicamente un momento di valorizzazione del territorio e delle ciclovie. A fine aprile, alla Fiera del Birdwatching e del Turismo Sostenibile a Comacchio abbiamo raccontato il nostro “occhio giovane” sul territorio.Ci stiamo poi adoperando in tanti altri progetti in collaborazione con la scuola superiore di Porto Viro, “Il Turco” di Ferrara, “Artinstrada” di Rovigo e “i Druidi” di Loreo. Ma il nostro desiderio più grande è quello di organizzare il prossimo settembre il primo Meeting dei giovani delle Riserve Italiane MaB UNESCO. Per noi è vitale coltivare le relazioni tra le riserve e continuare a rafforzare il network tra i giovani con l’obiettivo di scambiarci esperienze, buone pratiche e soluzioni.
Per maggiori informazioni potete curiosare sui siti www.biosferadeltapo.org e www.mydelta.it
1 commento
Grazie per avermi fatto scoprire un territorio che non ho mai esplorato e complimenti per la foto!