Il Tribunale di Ferrara, tra separazioni, divorzi e divisioni di famiglie di fatto, nel 2017 ha seguito oltre 3000 fascicoli. A livello nazionale il 64% delle coppie che si separa ha figli. Dopo il divorzio breve introdotto dalla legge 55 del 2015, il numero dei divorzi è aumentato del 57%.
La Casa “Mai da soli” è in via Alfonso d’Este 7, nello storico stabile ex AMGA che si affaccia sui bastioni delle Mura. Una bella cucina comune, due bagni, tre camere per un totale di 6 posti letto più 2 in emergenza, un magnifico orto con panorama sulla città. Se le statistiche odierne inducono a pensare che il divorzio sia la probabile conclusione di molti matrimoni, resta il fatto che raramente questo avviene senza traumi, crisi e recriminazioni. “La Casa è nata per salvare chi sta affondando dopo il naufragio della vita matrimoniale, voluto oppure subìto che sia; il disorientamento economico e psicologico che ne consegue, nella fase acuta immediatamente successiva alla separazione, è molto difficile da gestire, soprattutto se non si hanno reti amicali oppure la famiglia di origine è lontana” ci spiega Stefano Ferrari, presidente dell’omonima associazione di volontariato ONLUS “Mai da soli” nata nel 2013, che si è buttato e battuto anima e corpo perché le persone separate non si sentissero, appunto, mai da sole.
La separazione è una perdita affettiva importante che racchiude in sé anche altre perdite sociali e familiari, scuotendo in modo profondo l’identità. La decisione di concludere una relazione e i primi tre mesi dopo la rottura costituiscono il momento più rischioso per la violenza nei confronti dell’ex-partner: rabbia, delusione, ansia e sensi di colpa sono ancora vivissimi; poter offrire immediatamente un conforto economico oltre che psicologico ha un forte contenuto di prevenzione oltre che di solidarietà empatica.
L’ immobile è di proprietà del Comune che lo ha concesso in comodato gratuito per 6 anni a “Mai da soli” a condizione che venisse risistemato. Le chiavi del Comune sono state consegnate a febbraio 2017 e la ristrutturazione è immediatamente decollata con l’aiuto di volontari, tecnici, imprenditori, persone comuni che hanno donato tempo, materiali, mobili. La Casa è stata ufficialmente inaugurata nove mesi dopo, l’11 novembre. Un magazzino rifornito, continue donazioni in arrivo e la generosità di tanti privati cittadini e associazioni hanno permesso di fissare il contributo richiesto ad ogni ospite in circa 250 euro mensili, vitto, alloggio e utenze comprese. Il contratto con la Casa è di ospitalità/domicilio (non di residenza). Chi vuole farne parte semplicemente telefona e prende appuntamento, poi presenta il reddito, dimostra di essere sano, accetta le condizioni di convivenza del Regolamento; una piccola Commissione formata dalla presidente della Casa Valentina Paesanti, da genitori separati, avvocati e psicologi dell’Associazione, valuta ogni singolo caso con la massima attenzione. La struttura è un’alternativa al classico dormire sotto un ponte ma forse è anche meglio di un albergo perché, per i figli, ha il calore di una casa vera. Si può tirare il fiato nell’attesa, entro 6 mesi o al massimo 12, di essere autosufficienti ed avere un progetto di vita più definito.
Il progetto è partito “dal basso”, dopo anni di incontri tra i soci. Altre proposte simili in Italia sono nate ma nell’ambito Caritas, qualcuna gestita dai Comuni, pochissime per opera di semplici cittadini. Il risultato concreto ha un valore aggiunto proprio perché dietro ci sono persone che l’hanno fermamente voluto e costruito, letteralmente, con le proprie mani; uomini e donne che si sono trovati nella stessa angosciante situazione nei primissimi tempi dopo la propria separazione ma anche coppie felicemente sposate consapevoli del problema.
La definizione spesso riportata, di “Casa dei padri separati” non è esatta, la Casa è destinata semplicemente a “persone separate o in procinto di separarsi”, come da Statuto dell’Associazione. Tuttavia è anche vero che i padri, più facilmente delle madri, possono trovarsi di colpo senza la famiglia, estromessi dalla vita quotidiana dei figli, rimanendo soli ad affrontare l’elaborazione del lutto dalla loro lontananza e con l’esigenza immediata di una casa. Culturalmente meno propensi delle donne a raccontare di sé e ad esporsi, i padri considerano a volte la separazione un fallimento personale di cui vergognarsi.
Le 98 persone che finora si sono rivolte all’associazione “Mai da soli” (65% uomini e 35% donne) nella stragrande maggioranza cosa hanno chiesto? Le donne, aiuto legale e che l’ex partner versi l’assegno previsto con puntualità. Gli uomini aiuto legale e un’abitazione di prima accoglienza, spiega Ferrari.
Angela Natati, coordinatrice regionale dell’associazione Padri Separati, condivide pienamente il meritevole progetto:
“L’esigenza di una struttura di prima accoglienza è molto sentita a livello locale e nazionale e auspico che le istituzioni stesse possano cogliere al balzo questa ottima opportunità offerta da privati e restituirla in ambito pubblico, come già avviene ad esempio a Padova.”
L’associazione Padri Separati si batte dal 1991 per stemperare la conflittualità tra coniugi in fase di separazione ed evitare le pretese assurde da entrambe le parti, dentro una cornice di diritti chiari; vuole tutelare la paternità migliorando le relazioni tra quelli che resteranno sempre genitori, anche se non più coniugi. Angela Natati, proprio in quanto avvocato ribadisce la necessità di avvalersi di avvocati preparati sulla conciliazione, che non soffino – come purtroppo a volte succede – sul fuoco dell’ostilità o delle accuse strumentali così deleterie per i figli, ma seguano la strada della mediazione del conflitto. E’ fondamentale infatti che le condizioni finali della separazione e le clausole, anche se sottoscritte da entrambi i coniugi e benedette dai relativi azzeccagarbugli, non perdano mai di vista l’interesse del minore, pena la non omologazione da parte del Tribunale.
Può essere preziosa la mediazione del Centro per le famiglie del Comune di Ferrara, prima di presentarsi dall’avvocato. Sono a disposizione gratuita dei genitori in procinto di separarsi un tempo, un luogo e un mediatore formato esperto; lo scopo è semplicemente quello di concordare la riorganizzazione della vita degli adulti ma soprattutto dei bambini, parlare concretamente di soldi e di casa, riaprire il canale comunicativo nella coppia senza pretendere di condividere il “perché ci stiamo separando”, puntualizza Antonella Battaglia, coordinatrice del Centro. Telefonando allo Sportello InformaFamiglie&Bambini si può ottenere un appuntamento in tempi brevi. Il percorso di Mediazione si articola in 10-12 incontri, meglio con entrambi i genitori ma anche con uno solo; ogni anno sono almeno un centinaio le nuove coppie che si avvicinano a questo servizio e riescono a ricomporre le regole e le legittime richieste di entrambi. Per evitare che, nel durissimo campo di battaglia della vita di coppia, i figli restino gravemente feriti, il Centro offre anche un importante sostegno alla coppie con figli in situazione di conflitto e disagio, ma non intenzionate a separarsi: un aiuto competente che può fare la differenza.
Marina, insegnante elementare al secondo divorzio con tre figli, ha una sua teoria: “Credo che i matrimoni oggi vadano in crisi più facilmente perché non si accetta come una volta di restare dentro una storia finita. La ricerca della felicità a tutti i costi porta ad aspettative eccessive sul partner, da qui delusioni e crisi. La presenza dei figli non è più un deterrente sufficiente”. E così aumentano i figli di amori smarriti, anche a Ferrara sono migliaia. Quando ci si separa e ci sono dei bambini la nuova gestione, sia organizzativa che finanziaria, diventa a volte un incubo. Nella casa “Mai da soli” i bambini, in attesa che il papà o la mamma risistemino la propria vita, possono trovare un luogo dignitoso dove trascorrere del tempo con il proprio genitore in attesa di una casa vera e propria; non possono dormire con lui ma possono trascorrere tutto il tempo che vogliono insieme. Un insegnante di 36 anni sostiene di avere molto sofferto quando la moglie se n’è andata.
“Avevo paura del futuro e di non farcela economicamente. Ma una volta superato il primo terribile periodo ed elaborato il divorzio emotivo, la cosa più bella è stata il miglioramento del mio rapporto con i figli; ho riscoperto qualità di accudimento e cura che non pensavo di avere e mi sento più completo come persona.”
Sia il Comune di Ferrara che l ‘Arcidiocesi – con l’attuale Arcivescovo – hanno contributo in maniera decisiva ai costi vivi della ristrutturazione della Casa che non ha connotazioni di destra né di sinistra, non è una struttura cattolica né laica, non è riservata agli stranieri né agli italiani: è la semplice e forte risposta della città ad un problema per troppo tempo sottovalutato. “Siamo sui binari giusti – ha ribadito usando toni ottimistici Sandro Bighi, socio responsabile della manutenzione – Certo la strada è in salita e la gestione di questa piccola comunità avrà lati complessi: la selezione delle persone da ospitare, l’obiettivo dell’autonomia dopo un certo periodo, la convivenza vera e propria con gli inevitabili scontri, l’aspetto economico! Non so cosa potrà succederci ma questo non vuol dire che non ce la faremo.”
INFORMAZIONI:
- “Mai da soli” telefono 328/9045476 – (www.facebook.com/maida.soli.3/)
- Associazione Padri Separati – consulenza legale , telefono amico 348/5105103 ( www.padri.it)
- UDI Unione Donne Italiane – consulenza legale e psicologica 0532/206233 (www.udiferrara.it)
- Sportello Informafamiglie&Bambini – tel 0532/207894 – 0532/242179 (http://servizi.comune.fe.it/5612/mediazione-familiare)
- Un bel libro con consigli pratici è “Come comunicare la separazione ai figli” di Foti-Targher, Giraldi Editore
1 commento
L’espressione “Mai da soli” attira l’attenzione di chi legge. Che cosa dire allora ad una signora “sola” anziana( 80),attiva che vuole rivedere il mondo con calma e soffermarsi per brevi periodi?