Resina è un’associazione di promozione sociale nata a Ferrara nel novembre del 2017, con lo scopo di organizzare residenze d’artista, supportare talenti emergenti e promuovere la diffusione dell’arte e della cultura. Voglio però sapere da loro di quest’associazione, capire come riescono a trasmettere agli altri una passione che le accomuna.Cos’è Resina?
A rispondermi è Valeria, ma inizialmente lo fa senza usare le parole: con i palmi rivolti verso il basso allarga le dita e protende le mani davanti a sé.
Valeria: Resina è questo, è una rete fatta di ramificazioni; vogliamo creare legami, connessioni, occasioni di scambio e di dialogo.
Resina infatti è nata a Ferrara, ma lavora anche su territorio nazionale e all’estero.
– “Resina is the backbone behind Ferrara Residency” (Resina è la spina dorsale di Ferrara Residency, ndr) – spiega Olivia che ancora l’italiano lo parla poco. L’associazione infatti è nata in seguito all’attuazione della prima edizione del progetto “Ferrara Residency”, una residenza per artisti internazionali, tenutasi per la prima volta dal 2 settembre al 4 ottobre del 2017, mese durante il quale i partecipanti hanno potuto scoprire il patrimonio artistico e culturale di Ferrara e partecipare a incontri, seminari e mostre in altre città italiane. Nel corso dell’ultima settimana di permanenza inoltre, la Galleria del Carbone e GATE/Porta hanno ospitato una mostra dei lavori sviluppati dagli artisti durante il mese. Il titolo della mostra era “A bath of self-esteem” (un bagno di autostima, ndr).
Quali sono i valori alla base di Resina?
Valeria: Sicuramente la “cura”, intesa come antidoto alla solitudine esperita da molti nell’ambiente artistico e culturale. Il lavoro dell’artista è importante e vogliamo valorizzare il suo ruolo. Attraverso un metodo metanarrativo, un approccio critico, riflessivo e sperimentale, miriamo a scovare nuove modalità di lavoro collettivo.
Margherita: Un altro valore per me è la “lentezza”, nel senso che abbiamo bisogno di rallentare i tempi, di soffermarci di più sulle cose e riflettere. La nostra società ha una precisa idea di produttività e spesso ci impone ritmi frenetici; è un modo di vivere che rischia di allontanare l’individuo da se stesso. Non conta solamente quello che vuole il sistema, ma è importante anche ciò di cui noi abbiamo bisogno.
Il 28 aprile le ragazze di Resina hanno organizzato l’evento “Take Over” che in inglese non significa solamente assumere il controllo, ma anche prendersi cura di qualcosa e darle importanza.
Da cosa nasce Take Over?
Margherita: nasce da una serie di collaborazioni, alcune già avviate, con l’intento di unire artisticità, talenti e percorsi diversi in un’ottica multidisciplinare. Nasce dalla volontà di affrontare certe tematiche, attraverso l’ascolto e il dialogo, partendo da un intrattenimento alternativo.
Valeria: per noi è molto importante il concetto di “stare insieme”; non siamo interessate tanto al prodotto finale, quanto al percorso per arrivare a esso. Attraverso una modalità di lavoro collettivo, adoperiamo un approccio basato sulla ricerca e la sperimentazione, con la consapevolezza che non sempre le cose vanno a buon fine e che ciò che conta è il processo intrapreso.
Take Over è stato un evento aperto al pubblico della durata di circa 10 ore (dalle ore 13 alle 22) e propone esposizioni fotografiche, djsets, jam sessions, workshops, performances e proiezioni, coinvolgendo realtà locali e internazionali. Grazie a un programma multiforme, le ragazze di Resina hanno saputo creare un formato che sostiene e promuove modalità alternative e innovative di aggregazione sociale, culturale e artistica, dando spazio ai giovani e ai talenti emergenti.
E’ stato difficile strutturare un programma così intenso e variegato?
Margherita: Abbastanza, ma non troppo. E’ sempre difficoltoso orientarsi e inserirsi all’interno di una realtà in gran parte già stabilita. Il problema maggiore è come continuare a sostenere questa realtà.
Quali feedbacks vi aspettate di ricevere da Take Over?
Margherita: Quando organizzi, la tua mente elabora continue proiezioni dei possibili risultati. Mi aspetto un’atmosfera rilassata, dove possa nascere un dialogo piacevole, ma non scontato. Il nostro obiettivo è trasmettere l’idea di “giovani che fanno qualcosa”.
Margherita sorride sempre e gesticola tanto, trascinandomi fluidamente all’interno di un progetto in cui crede pienamente. Non ricordo di preciso quando perché sono stata rapita dal suo trasporto, ma a un certo punto dell’intervista Margherita mi ha detto: “Stando insieme si impara tanto, è bello confrontarsi e condividere saperi. Abbiamo creato Resina perché eravamo noi le prime ad averne bisogno”.
Perché avete scelto proprio questa location?
Margherita: Wunderkammer non è solamente un luogo, ma un insieme di associazioni. Da un po’ eravamo attratte da questo posto e avevamo la sensazione che mancasse il nostro target. Ci sembrava il luogo adatto per suscitare interesse e creare momenti d’incontro. Questo consorzio è particolare, ha una sorta di sterilità bianca, ma è anche una white-box da riempire.
Avete altri progetti in mente?
Valeria: Dal 27 agosto al 23 settembre riproporremo Ferrara Residency. Come l’anno scorso, inviteremo artisti internazionali a trascorrere un mese a Ferrara, un mese di ricerca, di condivisione e di produzione artistica. I partecipanti avranno a disposizione un alloggio, uno spazio lavorativo e un ricco programma di incontri e seminari.
Le ragazze hanno background diversi e nel corso degli anni hanno intrapreso studi differenti; hanno viaggiato e trascorso dei periodi all’estero dove attualmente alcune di loro si sono trasferite. Tutte hanno a cuore la nostra piccola città che consente di entrare in contatto in modo particolare, superando certe barriere e riducendo le distanze.
Margherita: Per noi Ferrara è il luogo perfetto per creare una sorta di “safe space”.
Olivia: Ferrara allows you another sense of togetherness; the artsist that comes here has a fresh look of this environment (Ferrara permette di stare insieme in un modo diverso; l’artista che viene qui ha uno sguardo fresco di questo ambiente, ndr).
Resina, che grazie al passaparola sta percorrendo lunghe distanze, affonda però le sue radici proprio a Ferrara; è un’associazione giovane, coraggiosa e dal cuore interamente femminile: “Siamo tutte ragazze è vero, ma non è stata una scelta – spiega Valeria – è semplicemente successo: tra di noi scherziamo, ridiamo, ci divertiamo molto perché ci vogliamo bene e, forse, avevamo solo bisogno di un ulteriore motivo per trascorrere ancora più tempo insieme”.
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